Lady Michelle e gli hamburger del Wyoming

GLI STATI UNITI D’AMERICA VISTI DALL’ITALIA

Sul web è reperibile uno scritto firmato da Michelle Obama, first lady degli Stati Uniti d’America attualmente in carica, che tratta la riforma della sanità recentemente approvata dal parlamento dal punto di vista esclusivamente sanitario, ignorando le critiche di natura esclusivamente politica e finanziaria che hanno diffuso la paura di un forte aumento della tassazione e del debito pubblico, paure che rendono molto dal punto di vista politico.
Dunque, secondo Lady Michelle, e c’è da augurarsi che tutto ciò sia reale almeno in parte, la riforma della sanità fa sì che tutti i servizi di prevenzione fondamentali, come vaccinazioni, controlli, mammografie, colonscopie, trattamenti per la pressione alta etc. siano assolutamente gratis. Particolare attenzione è concentrata sugli sforzi per combattere il diabete e la pressione alta, malattie croniche che causano la morte di sette persone su dieci negli USA ed incidono per il 75% sui costi del servizio sanitario. Soprattutto viene indicata come punto fondamentale del problema l’obesità infantile, per cui è stato messo in atto il programma Let’s Move!, una campagna di sensibilizzazione che vuole porre fine o almeno ridurre questa piaga entro una generazione, in modo che i bambini che nascono oggi possano crescere con un peso sano.
E’ chiaramente una questione di cultura, quella diffusa negli stati più evoluti ed aperti alle novità, nelle grandi città, come a New York o in California, dove tendono a diffondersi stili di vita più sani, colazioni a base di cereali integrali, yogurt e frutta fresca, corse a piedi o in bicicletta negli spazi verdi, palestra, cibo povero di grassi e zuccheri, o del tutto vegetariano.
Negli stati più tradizionalisti e conservatori, quelli interni della prateria dei cowboys, invece, abbondano colazioni a base di uova fritte nel burro accompagnate da tanto bel bacon croccante e salato, frittelle calde servite con lo sciroppo di mirtilli, buonissime, ma tanto raffinate che dopo un’ora lo stomaco è vuoto. Nel corso della giornata poi arrivano pagnottelle di pane morbido ed imburrato riempite con hamburger di manzo, o di buffalo o di alce, da mezzo pound di carne accompagnate da patatine fritte servite in quantità industriali, seguite di solito da desserts enormi, dolcissimi, oppure da frutta sciroppata con tanta bella panna montata, assai voluttuosa. Cibo amato da gente legatissima alle tradizioni alimentari dei cowboys, allevatori di bestiame, anche se oggi lavorano non più all’aperto negli spazi infiniti della prateria, ma al chiuso, seduti dietro una scrivania raggiunta seduti in macchina muovendosi dal garage di casa.
Sarà difficile far comprendere la necessità del cambiamento a tanta gente terrorizzata dai mutamenti della composizione della popolazione, gente che si sente portatrice e dunque nell’obbligo di conservare i valori più autentici dell’americanità verace, spesso fraintesi o male interpretati, vissuti come fissi nel tempo senza adattamento ai cambiamenti dovuti al progresso della scienza e della tecnologia. Sono i valori di libertà propri della guerra d’indipendenza americana combattuta contro la nobiltà inglese, vissuti, interpretati e trasmessi attraverso tante generazioni di gente bianca di lontane origini nordeuropee, di religione protestante, che si definisce cristiana, con un significato spesso non privo di ostilità verso altri gruppi etnici e culture diverse, successivamente entrate a far parte dell’unione degli stati nord americani.
Insomma la prevenzione delle malattie di origine alimentare è un capitolo difficile della civiltà e della cultura americana, ed ha una ben precisa ed inconfondibile etichetta politica. La riforma della sanità negli USA con tutti gli aspetti che toccano le abitudini della gente, è democratica, liberal, termine che per tanti ben pensanti tradizionalisti e conservatori equivale nel suo significato all’uso attuale, accusatorio e dispregiativo che in Italia ha il termine comunista, come nel popolare slogan “chi non salta con me comunista è”. Slogan di immediata comprensione e facile presa per moltissimi, anche se sorvola le regole della civile convivenza fra diversi nell’epoca del politicamente corretto.
Sarà interessante vedere come i maghi della comunicazione americana riusciranno a far passare presso il maggior numero di persone, giovani e meno giovani, anche quelle più conservatrici e tradizionaliste, il messaggio della necessità di una sana alimentazione ipocalorica, a basso contenuto di zuccheri e grassi animali, come prevenzione di malattie gravissime per la persona ed assai dispendiose per il sistema sanitario.

emedoro@gmail.com
26 luglio 2010

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