NON SE NE ANDRA’ PIU’ FUORI SE NON SUPERANDO UNA SERIA CONFLITTUALITA’ CIVILE, SEMPRE CHE SI POSSA SUPERARE

Da anni, e “carta canta” leggendo alcuni miei libri di qualche anno fa, sostengo che il berlusconismo non è una politica nel senso della sua accezione, ma un sistema avulso dall’etica del confronto che si regge esclusivamente sulla potenza economico-finanziaria e non già sulla democrazia. Ma dire queste cose, significa scoprire l’acqua calda. Se così non fosse, questo management governativo, proprio per mancanza di quella coesione che dovrebbe scaturire da un sano dialogo fra le forze, sta perdendo ogni giorno qualche pezzo. Non voglio riferirmi agli ultimi casi, tipo Scajola, Brancher, Cosentino, Dell’Utri, Previti e diversi altri di cui non ho più tenuto conto, ma al pezzo più significativo che è Gianfranco Fini, il quale, malgrado il suo trascorso politico non certo apprezzabile dal mio punto di vista politico, ora sta causando non poche grane a questo governo, ormai con l’acqua alla gola. Che dire di Bossi ?. Di tutto, tranne che si tratti di uno statista, trovandosi egli nel Pdl solo perché Berlusconi aveva bisogno di numeri, in base al famoso detto che “tutto fa brodo”. Perché questa è la sacrosanta verità.

E vengo al dunque. Non è mistero che oggi, politicamente, tutto sia in discussione e che il ricorso alle urne non sembri poi una mera eventualità, stante il fatto che, a mio avviso, il berlusconismo ha saputo dividere il paese in mille rivoli, sia all’interno del centro-destra che del centro-sinistra. Ed è proprio questo che mi preoccupa. Infatti, essendo ancora inimmaginabile che, dopo 18 anni di berlusconismo, il popolo italiano abbia capito la lezione, si ha motivo per ritenere che, in un’eventuale prossima tornata elettorale, e per di più con una legge come l’attuale, il Paese si troverà ancor più spaccato di adesso in quanto gli elettori, ormai fortemente nauseati, saranno incapaci di trovare un serio riferimento su cui mettere la famosa crocetta. Ed allora ? A questo proposito, io ho una visione molto preoccupante nel senso che, stante il fatto che tutte le forze politiche in essere, non vorranno mai perdere le loro nicchie, preferendo esse avvalersi delle loro posizioni per continuare ad amministrare i propri personali interessi, a danno della collettività, il popolo italiano dovrà, giocoforza, soffrire e tacere ancora una volta. Contento lui…mi verrebbe da dire.

Domanda: “ E se da questa potenziale situazione dovesse nascere una ribellione per fame da parte della classe medio-bassa, ma anche di quella alta, estranea alla politica ?”

Il clima non è poi così fantasioso, anzi esso potrebbe prestarsi a qualche pagina buia per l’Italia che, di certo, non ha imparato niente dai suoi amministratori, salvo intrallazzi di ogni genere pur di rendere più dorate le loro nicchie di potere.

Questo vale anche per il centro-sinsitra che, in questo momento, come carisma ha solo la faccia di Nicky Vendola…comunque persona valida, socialmente molto preparata e soprattutto onesta politicamente più dell’attuale nostro primo ministro..

Almeno a mio parere.

ARNALDO DE PORTI

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