L’eredità  di un fatto storico: il Boston Tea Party

All’inizio del 2009 gruppi di cittadini americani fondarono un movimento chiamato “Tea Parties” per protestare contro i recenti aumenti della spesa pubblica, in particolare contro il pacchetto stimolo dell’economia messo in atto dal Presidente Democratico B. Obama. Uno di questi incontri ebbe luogo il 15 aprile 2009, a Boston Common, nelle immediate vicinanze del punto in cui avvenne il primo Tea Party.
Il primo Tea Party di Boston fu il punto culminante di un movimento di resistenza diffuso in tutte le colonie inglesi del nuovo mondo contro il Tea Act, legge approvata dal Parlamento Inglese nel 1773. I coloni si opponevano a questa legge per molti motivi, ma soprattutto perché violava il diritto di essere tassati solo dai loro rappresentanti eletti. I ribelli avevano già impedito di scaricare dalle navi il tè tassato in altre tre colonie, e, quando il Governatore Thomas Hutchinson rifiutò di autorizzare di rispedire il carico in Inghilterra, un gruppo di coloni salì sulle navi e distrusse il carico di tè, lanciandolo nel porto di Boston.
Questo episodio rimane un evento simbolo della storia americana, e da esso prendono esempio numerose altre proteste politiche. Es. Mohandas K. Gandhi, quando dopo la marcia del sale incontrò il viceré britannico nel 1930, prese un pizzico di sale non tassato e con un sorriso disse “Ricordiamo il famoso Boston Tea Party”.
Negli USA il Tea Party è stato preso come simbolo di parecchie proteste. Ricordiamo la protesta del 1973 a Boston, per la messa in stato di accusa del Presidente Nixon e contro le compagnie petrolifere. Oggi i “Tea Parties” si riuniscono contro la politica economica del Presidente Obama, accusato di accrescere il debito pubblico, che, secondo loro, si diffonde come un cancro nell’economia e ne mina le basi per il futuro.
La presidenza va avanti con le sue riforme, e dopo la riforma del sistema sanitario, ha portato avanti quella di Wall Street che dà regole al sistema finanziario con il fine di proteggere il consumatore della classe media. In un anno e mezzo l’amministrazione ha portato avanti una bella parte del programma elettorale di cambiamento per cui fu eletto nel novembre 2008.
E’ proprio questo che ha portato la diffusione dei movimenti di protesta con la facile argomentazione ideologica secondo cui l’intervento dello stato nell’economia ed il controllo di essa da parte dello stato mina alla base le fondamenta della libertà d’impresa, introducendo elementi di socialismo statalista nel paese del libero scambio. La popolarità del presidente è in calo, sale quella di Sarah Palin per la corsa alla candidatura repubblicana per le presidenziali del 2012.
Per me cittadina dell’Europa formatasi all’epoca post-bellica in cui era diffusa l’idea che lo stato dovesse tutelare i cittadini dalla culla alla bara, la protezione statale della salute e dei risparmi dei cittadini mi sembra ovvia e doverosa. Altrimenti in che cosa consiste la tutela delle libertà dei cittadini? Una volta garantite le libertà fondamentali di parola, pensiero, religione ed impresa, non è profondamente democratico che lo stato garantisca a tutti, compresi i meno abbienti, i meno fortunati, gli sconfitti nella corsa all’arricchimento facile, i licenziati dal lavoro, i malati cronici, almeno un’assicurazione malattia e la certezza di poter contare sui propri risparmi, per tutto il resto dei propri giorni, al riparo da operazioni finanziarie rapinose ed assicurazioni che non pagano???

emedoro@gmail.com
20 luglio 2010.

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