I poteri forti come alibi

Editoriale del corriere della sera del 30 giugno 2010

I Poteri Forti hanno smesso finalmente di interferire col basilico della Riviera? Il silenzio della Cia (non l'Intelligence: la Confederazione Italiana Agricoltori), che diede la tessera di socio onorario al governatore genovese «come apprezzamento per le iniziative assunte a difesa del pesto e del basilico liguri» contro l'Europa «suddita dei Poteri Forti», rassicura. Almeno su quel fronte, forse, non si avvistano complotti.

Per il resto, dicono gli archivi di questi mesi, siamo immersi negli intrighi.
Quando Roberto Calderoli accusa generici Poteri Forti («non sono così ben definiti da poterli nominare per nome e cognome…») di essere «impegnati in una manovra nella quale il Corriere della Sera sta ricoprendo una parte di spicco», non solo sopravvaluta forse quei poteri che spesso sono divisi e qualche volta impotenti. Ma arriva in coda a centinaia di denunce così allarmate e contrastanti da commentarsi da sole.

Sostiene ad esempio il verde Angelo Bonelli che no, mica è vero che questi complottaroli ce l'hanno con Berlusconi perché «vedono un governo che tocca i loro privilegi» (tesi del ministro bergamasco) ma anzi «è evidente che dietro il federalismo demaniale si nasconde la più grande speculazione immobiliare della storia» per «fare la fortuna dei Poteri Forti». E se Renato Brunetta si lagna che «questo governo con la riforma della scuola e della giustizia ha contro i Poteri Forti» Nicola Mancino sentenzia l'opposto: «I Poteri Forti sono tanti. E l'autonomia e l'indipendenza della magistratura sono indebolite dalle interferenze di questi poteri». Di qua Stefania Craxi vede nell'inchiesta di Trani «la prova della congiura della magistratura politicizzata» proprio «come nel 1992, con magistrati e Poteri Forti a menare le danze», di là Luigi De Magistris ribatte che «vogliono rendere i magistrati vassalli del grande feudatario Berlusconi e dei Poteri Forti che non tollerano il controllo della legalità ».

Antonio Di Pietro è indagato per la gestione dei rimborsi elettorali? Spiega che «l'Idv è da mesi target di un bombardamento politico e mediatico da parte dei Poteri Forti». Guido Bertolaso non si dimette? Paolo Ferrero si chiede se non sia «coperto dai veri Poteri Forti». L'Economist propone ironico di separare il Sud dall'Italia associandolo alla Grecia in uno Stato denominato «Bordello »? Raffaele Lombardo ribatte che il magazine è «espressione dei Poteri Forti della globalizzazione ». Finché il neofascista Roberto Fiore, cui non garba che Roma destini 13 milioni al museo della Shoah, strilla che perfino questo è «un omaggio ai Poteri Forti ».
Ma da che razza di parte stanno, questi Poteri Forti? Capiamoci: i Poteri Forti non sono invenzioni cervellotiche come i Savi di Sion dei fantomatici Protocolli. Certo che esistono centri di potere economico, finanziario, massonico, lobbista… Da noi come ovunque. E che cerchino di pesare negli affari del Paese lo diamo per scontato. Ma non è ridicolo pensare che Craxi e D'Alema, Prodi e Berlusconi, per citarne quattro che si sono lagnati, avessero ogni volta «tutti» i Poteri Forti contro, fossero a destra o fossero a sinistra? Ha scritto Ernesto Galli della Loggia che «poche cose come la polemica contro i “Poteri Forti” rivelano la pochezza intellettuale e insieme il primitivismo ideologico di chi se ne fa autore ». Esatto. Di più: rivelano l'incapacità della politica di fare, sul serio, politica.

Gian Antonio Stella
30 giugno 2010

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