Guerre e catastrofi

Dio benedica l’America, questa frase molto usata come conclusione di discorsi presidenziali mi sembrava una delle tante che esprimono un augurio di ottimismo e speranza per un futuro sempre più prospero e ricco per tutti, generico, privo di un significato specifico.
Oggi però penso che gli si possa attribuire un significato più preciso. Ho letto sui giornali una notizia raccapricciante, assai, al di là della capacità di sopportazione di persone della nostra cultura e sensibilità. In Afghanistan i talibani hanno impiccato un bambino di 7 anni, dico sette anni, accusandolo di essere una spia. Con l’occhio della mente vedo un bambino sparuto e forse denutrito, terrorizzato, ghermito al suo futuro da mani adunche e sporche di uomini stupidissimi, feroci e crudeli, che nulla hanno di umano. E’ veramente troppo, donne lapidate sulla pubblica piazza con l’accusa di adulterio dopo che hanno sopportato stupri e violenze di ogni genere nel corpo e nell’anima; bambine avvelenate da gas immessi nelle aule scolastiche per impedire loro di imparare a leggere, scrivere e contare. Basta con questi orrori raccapriccianti. E se prima avevo ancora dei dubbi sulla legittimità della presenza di un esercito straniero invasore sul territorio dell’Afghanistan e di troppi morti da ambo le parti, oggi francamente i dubbi sono spariti del tutto.
Vedo dunque in modo positivo, al di là di ogni dubbio, un esercito fatto di uomini e donne che tentano con tutti i mezzi messi loro a disposizione da scienza e tecnica di aiutare a vivere e crescere uno stato un po’ più civile, dove le donne e l’infanzia possano essere rispettate dagli uomini dentro e fuori le pareti domestiche. E dunque Dio benedica l’America è un augurio affinché l’America riesca veramente non solo ad estirpare la matrice del terrorismo internazionale, che fa troppi morti dappertutto, ma anche di seminare fra le popolazioni del territorio dell’Afghanistan, anche fra quelle viventi in zone impervie, sperdute e nascoste su catene montuose irraggiungibili da comuni mortali, una coscienza civile che comprenda il rispetto di donne, bambini e bambine. Che tutti ricevano una buona istruzione, imparino a leggere, scrivere e far di conto, possano accedere ad un’ informazione libera ed illimitata, crescere rispettati nel corpo e nella mente, con la possibilità di avere da adulti un lavoro indipendente, qualificato e retribuito in maniera equa, che li renda autonomi nelle scelte fondamentali della vita.
Dio benedica l’America ed anche la aiuti a superare la enorme catastrofe ambientale in atto negli stati che si affacciano nel Golfo del Messico, fatta dall’uomo non dalla natura, per superficialità e leggerezza. Il petrolio che fluisce continuo nelle acque dell’oceano sta uccidendo la vita marina e quella di intere comunità ad essa legate, la loro vita è cambiata per sempre. Centinaia di scienziati ed ingegneri sono stati convocati da tutto il mondo per trovare una soluzione, 20.000 uomini lavorano notte e giorno per tentare di contenere le perdite, la BP dovrà pagare tutti i danni, una commissione bipartisan è stata incaricata di studiare il caso e se le leggi che regolano l’estrazione del petrolio nel mare risultano inadeguate, esse saranno cambiate.
Teniamo presente che in quella zona nasce la Corrente del Golfo, un fiume come il Nilo fatto di acqua calda, che attraversa l’oceano Atlantico in direzione nord, e che arrivato all’altezza di New York gira verso est e giunge a lambire le coste dell’Europa del nord. La catastrofe è piuttosto vicina ai nostri mari, auguriamoci che si riesca a limitare i danni. God bless America.
emedoro@gmail.com

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