Mafia. Rosario Crocetta (PD): “solidarietà  a Lari, Lo Bello e Montante. Lo Stato adesso faccia la sua parte”

“Non è la prima volta che gli uomini che sono esposti in prima fila nella battaglia contro la mafia in Sicilia, siano oggetto di minacce, di attentati. E’ capitato già a Lari, al giudice Tona, al giudice Ingroia, è capitato a me, a Peppe Lumia.

Cosa Nostra ha le idee chiare sullo scontro in atto. Capita adesso ancora una volta al giudice Lari e adesso anche ad Antonello Montante, ad Ivan Lo Bello.

Si attacca la magistratura e si attaccano quanti hanno avviato in questi anni un percorso virtuoso in collaborazione con le istituzioni”. Lo dichiara Rosario Crocetta, eurodeputato del Partito Democratico, commentando la notizia delle minacce mafiose che hanno colpito Sergio Lari, Ivan Lo Bello e Antonello Montante.

“Cosa Nostra ha molto chiari i termini veri dello scontro che si è avviato in Sicilia, della rivolta che insieme a Confindustria abbiamo iniziato quando, con coraggio, abbiamo denunciato le infiltrazioni mafiose che esistevano in passato nel mondo confindustriale e contribuito ad affermare un gruppo di imprenditori siciliani che hanno prodotto una svolta di cambiamento radicale in Confindustria nazionale.

Cosa Nostra – continua Crocetta – ha chiaro che in diverse procure come Caltanissetta, Palermo ed altre, non solo sono state avviate indagini che hanno prodotto migliaia di arresti, ma sono in corso inchieste e operazioni che possono mettere in ginocchio definitivamente la mafia siciliana, contribuendo a svelare i legami malati tra la criminalità organizzata, una parte del mondo degli affari e una parte della politica.

La mafia sa che si sta facendo sul serio e che è in atto un processo di smantellamento del sistema mafioso siciliano, che non riguarda solo le attività tradizionali delle cosche, ma anche i nuovi affari, i nuovi business, a volte apparentemente legali, ma gestiti con sistemi illegali: cemento depotenziato, termovalorizzatori, appalti truccati, confisca di patrimoni -il bottino di cosa nostra! – un’azione nuova, intelligente di lotta alla mafia che vede coinvolti non solo la magistratura e le forze dell’ordine, ma una parte consistente di società, dalle associazioni antiracket, da Tano Grasso ai giovani di Addio pizzo alla Confindustria di Montante e Lo Bello, a settori importanti di una parte anche della politica siciliana che vogliono rompere il patto scellerato che per anni si è consumato contro i siciliani, che ha visto complicità e silenzi.

Io credo non sia neppure necessario dire che non solo che Lari, Lo Bello e Montante non si faranno assolutamente condizionare né intimidire da queste nuove minacce, ma voglio dire loro che la parte migliore della società siciliana è in questa battaglia e per quel che mi riguarda – aggiunge l’eurodeputato del PD – continuerò a stare a fianco a loro senza temere che quei proiettili ci arrivino direttamente al cuore. Non abbiamo paura. Perché come diceva Falcone, chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola. E noi vogliamo invece vivere con coraggio e dignità, convinti che il bene sia più forte del male e che la giustizia saprà affermarsi in una società come quella siciliana dove per troppo lungo tempo il sistema di connivenze ha reso forti, spregevoli criminali. Lo Stato però deve fare anche la sua parte, le ultime notizie sul sistema delle intercettazioni sicuramente non facilitano la situazione delle forze dell’ordine e della magistratura, che vanno sostenute e potenziate.

Lo Stato non può lanciare messaggi di abbandono, di delegittimazione nei confronti di quanti, in prima fila, mettono ogni giorno la propria vita a servizio della libertà di tutti.

Mi auguro che da questi episodi – conclude Crocetta – non solo si rafforzi la solidarietà nei confronti di coloro che combattono le mafie, ma si rafforzi un grande movimento popolare di rivolta contro la criminalità, il malaffare , la malapolitica”.

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