Il 23 luglio 2008 il Governo Berlusconi accolse l’Ordine del giorno degli onorevoli Bucchino, Farina, Fedi, Garavini, Narducci e Porta n. 9/1386/24 riguardante iniziative volte a sanare la situazione degli indebiti pensionistici a carico di pensionati Inps residenti all’estero in assenza di dolo e in presenza di determinati limiti reddituali. Nell’ordine del giorno Bucchino e i suoi colleghi parlamentari impegnavano il Governo a valutare l’opportunità di adottare i provvedimenti necessari per un’attesa e doverosa sanatoria legislativa. Si evidenziava il fatto che gli indebiti si erano costituiti a causa della sporadicità delle rilevazioni reddituali all’estero effettuate dall’Inps e dai ritardi e dalla farraginosità del sistema adottato dall’Istituto previdenziale italiano per la gestione e il recupero di tali indebiti. Si evidenziava inoltre che gli indebiti gravavano (e gravano ancora) in genere su pensionati emigrati titolari di prestazioni legate al reddito e quindi in situazione di grave disagio economico.
Il 5 maggio 2010 il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha finalmente risposto con una nota che definire imbarazzante è assolutamente eufemistico.
Questo il testo della nota del Ministero del Lavoro pervenuta all’On. Bucchino “Con riferimento all’ordine del giorno in oggetto, si rappresenta che la materia relativa alle modalità di accertamento delle prestazioni collegate al reddito è stata di recente ridisciplinata dall’articolo 35, commi da 8 a 13, del decreto legge 30.12.2008, n. 207, convertito, con modificazioni, in legge 27.02.2009, n. 14”.
La risposta del Ministero è altresì incompetente e fantasiosa perché non ha nulla a che fare con l’argomento trattato, e cioè con gli indebiti pensionistici e la richiesta di sanatoria. Infatti la legge citata dal Ministero del Lavoro introduce semplicemente nuove regole che disciplinato il periodo temporale per la presa in considerazione del reddito di riferimento ai fini della liquidazione o della ricostituzione delle prestazioni previdenziali e assistenziali collegate al reddito e stabilisce che la comunicazione dei dati reddituali da parte dei pensionati deve essere effettuata entro il 30 giugno di ciascun anno, pena la sospensione della prestazione.
Con l’Ordine del giorno accolto dal Governo noi abbiamo chiesto la sanatoria degli indebiti: tuttavia il Governo invece di passare dalle parole ai fatti si “distrae” e confonde fischi per fiaschi. Una situazione che si può inquadrare nel classico “Dove vai? Porto pesci”.
La risposta del Ministero del Lavoro (o meglio la non risposta) dimostra nuovamente l’indifferenza e l’insensibilità di questo Governo per tutte le questioni che attengono a diritti, problemi e richieste del mondo dell’emigrazione.
Consapevole di tutto ciò, ricordo di aver presentato recentemente in Parlamento una proposta di legge bipartisan volta a sanare una volta per tutte il grave problema degli indebiti pensionistici che è stata assegnata il 4 marzo scorso alla XI Commissione Lavoro in sede referente.