Roma, 4 maggio 2010 – “Alla vigilia del XVI Congresso della Cgil ritengo sia opportuno avviare una riflessione condivisa circa le cadute di stile, di forma e di sostanza che il più grande sindacato italiano ha potuto sperimentare in questi anni, in merito alla gestione “in nero” di quegli stessi lavoratori incatenati fuori al Palacongressi di Rimini”. Lo ha dichiarato Aldo Di Biagio, deputato del PdL membro della Commissione lavoro, e primo firmatario di una interrogazione al ministro Sacconi sulla situazione del lavoro in nero nella Cgil commentando la protesta messa su da un gruppo di ex lavoratori in nero del sindacato. “Prima ci fu l’inchiesta del Giornale, – spiega Di Biagio – poi il servizio delle Iene che intervistando Simona Miceli, una collaboratrice della Cgil di Cosenza hanno aperto il vaso di Pandora su l’illecito e l’omertà che a livello occupazionale contraddistinguono l’organizzazione sindacale da anni. E’arrivato il momento di chiamare la Segreteria generale del sindacato ad assumersi le proprie responsabilità e a dare giusto ed adeguato riscontro ai lavoratori in ombra nelle sue strutture e ai tanti iscritti alla sigla che meritano un po’ di chiarezza e soprattutto coerenza”. “Ho scritto una nota al Ministro Sacconi e sto predisponendo un atto da discutere in Commissione Lavoro – conclude il deputato – al fine di richiamare l’attenzione del Governo e del Parlamento sulla situazione vergognosa in cui versano i 40 lavoratori bistrattati dal sindacato, presso il quale pur lavorando con assiduità ed abnegazione non hanno avuto – nella maggior parte dei casi – un vero contratto. Urge avviare un monitoraggio sulla regolarità contrattuale dei lavoratori delle strutture sindacali e di garantire la piena tutela dei diritti e della sicurezza dei lavoratori, consentendo l'emersione del lavoro nero anche in quelle strutture che paradossalmente sono deputate alla salvaguardia ed al rispetto dei lavoratori”.
