Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, inaugurando la mostra di Illegio, nella Carnia, dedicata agli angeli, ha detto: “Non posso fare a meno di considerare come un angelo, nella sua umanità limpida e delicata, il Santo Padre Benedetto XVI”; e ai giornalisti che gli chiedevano se anche i politici ed i governanti hanno ciascuno un proprio angelo custode, ha risposto: “Ognuno di noi ha un angelo”. L'ingenuità e la puerilità di quest'ultima affermazione, farebbe ritenere che anche la prima considerazione sia sincera e non una furba sviolinatura. Credere in Dio è cosa seria e rispettabile, così come credere in Cristo Figlio di Dio; ma credere nell'angelo che ognuno di noi avrebbe è piuttosto ridicolo. Che senso ha? A che cosa servirebbe il nostro angelo? A proteggerci? A custodirci? Ricordate, tante per fare un esempio, dei fratellini di Gravina? I loro angioletti erano distratti? E gli angioletti di Sara e Francesca a Ventotene, dov'erano? Voglio sperare che il buon Gianni Letta la sera non reciti la preghierina che recitavo anch'io: “Angelo di Dio che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato dalla Pietà Celeste. Amen”. Ma io ero bimbetta.
Miriam Della Croce