Il Pdl è un grande partito (il più grande partito italiano), reduce de grandi affermazioni elettorali e con importanti responsabilità  di governo

E' fisiologico che al suo interno ci siano divergenze di vedute. Compito della leadership è quello di conciliare le divergenze di vedute, in modo che arricchiscano il dibattito e l'attività del partito, senza scadere in minacce di scissioni e sterili litigi.

Silvio Berlusconi ha sempre assicurato, dal 1994 ad oggi, l'unità del suo partito e delle coalizioni che si sono via via formate attorno ad esso (Forza Italia prima e ora il Popolo della Libertà). Questo è merito della sua leadership, che ha permesso, con il sostegno degli elettori, di dare all'Italia stabilità di governo, condizione imprescindibile per lo sviluppo del Paese.
Berlusconi ha guidato con successo il suo partito, la sua coalizione e il suo Paese per molti anni. Siamo convinti che, anche ora, la sua leadership avrà successo.

Non crediamo che all'interno del Pdl ci possa essere qualcuno che, ragionevolmente, possa puntare alle elezioni anticipate.

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75 EX PARLAMENTARI DI AN: Il PdL è una scelta giusta e irreversibile

“Il progetto del Pdl e’ una scelta irreversibile, decisiva per costruire la democrazia bipolare nella quale le istanze e i valori del centrodestra hanno raccolto la maggioranza dei consensi degli italiani.”

E’ quanto si legge in un documento, articolato in otto punti, firmato da 75 ex parlamentari di An ora nel PdL, tra i quali il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente dei senatori Maurizio Gasparri, il coordinatore del PdL Ignazio La Russa, i ministri Altero Matteoli e Giorgia Meloni oltre ai parlamentari Filippo Berselli, Viviana Beccalossi, Egidio Digilio, Domenico Benedetti Valentini, Tommaso Foti, Achille Totaro, Giuseppe Valentino, Marco Zacchera, Domenico Gramazio, Mario Landolfi, Manlio Contento. Alfredo Mantica, Alfredo Mantovano, Cristiano de Eccher, Filippo Ascierto, Riccardo De Corato, Barbara e Filippo Saltamartini, Riccardo Migliori, Andrea Fluttero, Vincenzo Piso, Vincenzo Nespoli, Domenico Nania, Fabio Rampelli, Maurizio Leo, Antonio Paravia, Luigi Ramponi, Stefano Saglia.
Il documento sottolinea le “nette affermazioni elettorali” del PdL alle politiche del 2008 e nelle successive tornate elettorali, con risultati che rappresentano “un chiaro giudizio positivo sul governo guidato da Silvio Berlusconi. Pertanto, in ogni caso – siamo fermamente convinti che il PdL rappresenti una scelta giusta ed irreversibile. Vogliamo contribuire ulteriormente a rafforzare il PdL restando all’interno del partito”.

Questi riconoscimenti non impediscono ai firmatari del documento di riconoscere l’esistenza di problemi politici e organizzativi che il PdL deve affrontare “e le stesse osservazioni avanzate dal presidente della Camera Gianfranco Fini, che devono ovviamente essere oggetto di corretta valutazione”. Rafforzare il PdL significa, dunque, dare luogo “a un costante, libero, proficuo confronto di idee, che si basi sul regolare e sempre piu’ frequente incontro degli organi statutari del partito e dei gruppi parlamentari. Li’ le idee e i progetti si devono confrontare per attuare, integrare e aggiornare il programma elettorale e le decisioni politiche scaturite dal congresso di fondazione”. Garantire percio’ “il massimo della democrazia interna e il rispetto di tutte le posizioni” affidando le decisioni finali agli organi di volta in volta competenti. Il documento chiede poi la valorizzazione delle rappresentanze elettive a tutti i livelli, centrale e periferico, con la piena funzionalita’ degli organi di partito nei Comuni, nelle Province e nelle Regioni, anche attraverso i congressi previsti dallo Statuto “affinche’ una scelta democratica prenda il posto delle prime designazioni avvenute tenendo conto delle ’quote di provenienza’. Quote da superare defin itivamente attraverso un nuovo congresso nazionale”.

I firmatari si schierano per il sistema bipolare e le riforme istituzionali “per il rafforzamento della democrazia diretta che consente ai cittadini di scegliere i massimi vertici del governo e delle istituzioni”. Il documento chiede poi al PdL “un’azione forte e ricca di contenuti” su tutto il territorio nazionale, in particolare sulle questioni dell’economia e del lavoro, dello sviluppo del Sud . “Centrale” viene inoltre considerata la vocazione del PdL a tutela dell’unita’ nazionale “nel rispetto delle specificita’ locali e delle diversita’ territoriali”. Per questa ragione i firmatari vedono con favore il matrimonio fra federalismo fiscale e presidenzialismo, oltre a “un forte snellimento del sistema burocratico per ridare slancio all’economia dei territori, in particolare quelli del Nord, da sempre locomotiva dello sviluppo”. Netto il giudizio dei “75” contro l’immigrazione clandestina. “Non deve essere trascurato, o peggio ancora accresciuto con messaggi equivoci, il disagio dei cittadini a fronte dei guasti provocati dall’immigrazione clandestina”.

“Non e’ un documento anti-finiano. E’ un documento di un’ampia maggioranza di rappresentanti provenienti dalla ex An che credono nel progetto Pdl e che al suo interno, nel rispetto di ogni posizione, vogliono far vivere contenuti e valori tipici della destra. E’ un contributo positivo all’unita’, irreversibilita’, identita’ del Popolo della liberta’”.

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