Lo scandalo biblico riguarda la fede. I bambini non c’entrano

Caro direttore, ogni tanto qualcuno riguardo agli episodi di abusi sui minori da parte dei preti, cita a sproposito il seguente versetto 18, 6 di Matteo: “Ma se uno sarà di scandalo a uno di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli sia legata al collo una mola asinaria…”. Per rendersi conto dell'errore è sufficiente dare uno sguardo a qualsiasi vangelo commentato. Ne riporto alcuni. Angelo Lancellotti (Nuovissima versione della Bibbia – ed. Paoline): “Questi piccoli: sono, anche qui, gli autentici seguaci di Cristo”. Alleanza Biblica Universale (Elle Di Ci) traduce: “Ma se qualcuno farà perdere la fede a una di queste persone semplici che credono in me…”. F. Pasquero (La Bibbia – Ed. Paoline): “I piccoli sono i seguaci di Cristo”. Su internet invece troviamo il commento dell'Ordine Carmelitano: “Scandalizzare i piccoli significa: essere per loro motivo della perdita di fede in Dio e dell’abbandono della comunità. L’eccessiva insistenza nelle norme e nelle osservanze, come facevano alcuni farisei, allontanava i piccoli, perché non incontravano più la libertà che Gesù aveva portato”. Ricordo che il Vangelo di Matteo in greco dovrebbe risalire al 70 – 80, quando già si era formata una comunità cristiana. E, sempre su internet, Don Antonio Schena: “Nel linguaggio biblico lo scandalo si colloca sul piano della fede e non tanto sul piano della morale. Scandalo è tutto ciò che disorienta la fede…Piccoli non sono più i bambini di cui abbiamo parlato prima, ma i fedeli semplici”.

Renato Pierri
Scrittore ed ex docente di religione cattolica

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