Il Codice di Diritto Canonico afferma che l’atto che costituisce il matrimonio è il consenso (can. 1057 § 1). Secondo la Chiesa il sacramento del matrimonio è una realtà che già esiste. Al n. 48 della Gaudium et spes: “L'intima comunione di vita e di amore coniugale, fondata dal Creatore…è stabilita dal patto coniugale…Dio stesso è l'autore del matrimono”. E al n. 50: “Il matrimonio, tuttavia, non è stato istituito soltanto per la procreazione…E perciò anche se la prole…non c'è, il matrimonio…conserva il suo valore”. Il sacramento del matrimonio, dunque, è una realtà che esiste anche nel caso in cui gli sposi non possono procreare. Infatti, possono sposarsi in Chiesa anche coppie in età non più fertile. Alla luce di quanto esposto, anche il matrimonio di coppie omosessuali, “intima comunione di vita e di amore”, dovrebbe essere costituito dal consenso, ed essere sacramento già esistente. Obiezione: quello degli omosessuali non è un matrimonio naturale. E in base a quale criterio si stabilisce ciò? Quello della possibilità di procreare? Allora non dovrebbe essere naturale neppure quello delle coppie non fertili. Non si può escludere quindi che Dio sia autore anche delle unioni omosessuali. A ben rifettere però, riesce un po' difficile attribuire a Dio qualsiasi unione, se si considera l'alto numero di quelle che falliscono.
Miriam Della Croce