"Senza salute non c’è sviluppo"

“Senza salute non c'è sviluppo”

in edicola con Internazionale oggi 26 febbraio

Se mancano i contraccettivi… le donne continuano a morire

per cause legate alla gravidanza e al parto

La rivista Internazionale in edicola il 26 febbraio esce con in allegato una pubblicazione dal titolo Non c'è sviluppo senza salute, curata da AIDOS – Associazione italiana donne per lo sviluppo e realizzata dall'associazione indipendente di giornalisti Lettera 22, per rilanciare l'impegno italiano nell'ambito degli Obiettivi di sviluppo del Millennio (MDG) in vista del Summit delle Nazioni Unite di settembre 2010.

Tre degli 8 Obiettivi che 191 governi si sono impegnati a raggiungere entro il 2015 riguardano la salute, proprio perché senza salute non può esserci sviluppo, e li impegnano a investire risorse finanziarie adeguate a: (4) ridurre di due terzi la mortalità infantile al di sotto dei 5 anni; (5) migliorare la salute materna, riducendo di tre quarti la mortalità materna e rendendo universale l'accesso ai servizi per la salute riproduttiva; (6) combattere l'HIV/AIDS, la malaria ed altre malattie.

La crisi economica mondiale però sta rallentando drasticamente l'impegno internazionale, e sono le donne nei paesi in via di sviluppo, le meno colpevoli in assoluto della crisi, che ne pagheranno le maggiori conseguenze.

È proprio l'Obiettivo 5, quello relativo alla salute materna, che rischia di non essere raggiunto entro il 2015.

Una donna al minuto continua a morire per cause legate alla gravidanza e al parto, soprattutto nel Sud del mondo. I finanziamenti per la pianificazione familiare si sono ridotti del 50% dal 1997 al 2007. Per espandere l'accesso ai servizi per la salute riproduttiva entro il 2015, i finanziamenti dovrebbero triplicare nei prossimi 4 anni. Secondo l'UNFPA, il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, servono 24,6 milioni di dollari per l'assistenza materna e neonatale e la pianificazione familiare, più del doppio dei 12 miliardi di dollari stanziati attualmente.

L'Europa resta il più grande donatore mondiale poiché fornisce il 67% dell'aiuto pubblico allo sviluppo globale, anche se la percentuale è “gonfiata” dalla cancellazione del debito dei Paesi poveri. L'Italia però, insieme a Portogallo e Austria, è agli ultimi posti tra i donatori europei.

Oltre ad un'intervista con la fondatrice della Campagna del Millennio Evelin Herfkens, l'allegato Non c'è sviluppo senza salute offre spazio a testimonianze di donne da varie parti del mondo: dal Venezuela dove a Caracas ogni 12 giorni una donna viene uccisa dal proprio compagno, alla Giordania, dove il Centro per la Salute delle donne sta cambiando la vita (in meglio) a tante famiglie, dallo Zambia, dove Annie, pastora protestante e sieropositiva ha trasformato la propria esperienza in un'arma contro lo stigma, al Nepal, che fino al 2002, anno in cui una legge ha depenalizzato l'aborto, era uno dei paesi asiatici con il più alto tasso di mortalità materna.

Per concludere con ottimismo e speranza, due pagine dell'opuscolo sono dedicate alle strisce a fumetti di sbadituf dal titolo inequivocabile: “condomISSION”. Protagonisti delle strisce a fumetti sono 2 preservativi animati (in tutti i sensi) da spirito di forte impegno umanitario che ci regalano un sorriso ricordando che la prevenzione è il primo passo per assicurare salute… e sviluppo.

Non c'è sviluppo senza salute, allegato al n. 835 di “Internazionale”, il settimanale con “il meglio dai giornali di tutto il mondo” in edicola dal 26 febbraio al 4 marzo 2010, è realizzato nell'ambito del progetto TDTH – True development through health, coordinato da AIDOS in collaborazione con Action Aid Italia, CESTAS – Centro di educazione sanitaria e tecnologie appropriate sanitarie, DSW – Fondazione tedesca per la popolazione mondiale e FWFP – Federazione polacca per la pianificazione familiare, co-finanziato dall'Unione Europea.

AIDOS – Associazione italiana donne per lo sviluppo

Ufficio stampa: Michela Mari

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