Riportiamo di seguito l'intervista a Giulia Rodano, assessore alla Cultura della Regione Lazio e candidata dell'Italia dei Valori alle prossime elezioni regionali del 28-29 marzo.
Testo dell'intervista
Giulia Rodano: Io credo che tutti sappiano che io vengo da sinistra. Vengo dal Pci, dai Ds e non sono mai entrata nel Partito Democratico.
Oggi ho deciso di fare questa scelta (entrare nell'Italia dei Valori ndr) perché, devo dire la verità, il recente congresso dell'Italia dei Valori ha messo in luce la possibilità nuova, di questa forza politica, di fare ciò che di più rilevante oggi si può fare: cambiare il centro-sinistra per determinare un'alternativa vincente contro Berlusconi.
La seconda ragione è che io sento che i temi della legalità, come grande questione politica è oggi un tema importantissimo nel paese. Non è solo un problema, tra virgolette, di “giustizia”, ma – diciamo – la mancanza di legalità rischia di mettere in discussione diritti, possibilità di futuro per i nostri figli, la possibilità di competere lealmente nella “corsa della vita” e questo penso che sia un tema particolarmente importante per le imprese, per i cittadini. Io vengo dalla Cultura. Mi sono occupata di cultura, prima mi sono occupata di sanità. La possibilità di garantire un'opportunità al merito e di garantire i diritti anche contro i poteri forti, contro le grandi concentrazioni monopolistiche è un punto rilevante che rischia di soffocare il futuro della nostra Regione, ma anche del Paese. E rischia anche di soffocare energie. Noi abbiamo un'intera generazione di giovani, per esempio intellettuali, ricercatori che rischiano di essere senza futuro.
Allora io credo che ci sia insieme una grande questione di legaità, politica e sociale che richiede la costruzione di un'alternativa netta.
Mi sembra che l'Italia dei Valori possa rappresentare questa alternativa netta.
L'essere donna della Polverini fa crescere le sue contraddizioni. La Polverini è un candidato contraddittorio per il suo schieramento. Basta pensare a quello che ha detto sulla famiglia e sulle famiglie o quello che ha detto sulla sanità e sugli ospedali.
Lei è un candidato contraddittorio. Lei ha, dell'essere donna, l'elemento di maggiore autonomia però lei deve sapere che poi è nella coalizione che pensa di fare Fazzone (Senatore di Fondi) assessore alla sanità.
E' il (candidato) Presidente che ha in lista tutti quelli che si sono dimessi per evitare lo scioglimento (del comune per infiltrazioni mafiose dr) a Fondi.
Ha nel suo schieramento, e addirittura come suoi supporter nella campagna elettorale, persone come Storace o come Augello che sono quelli che hanno combinato il disastro in cui noi ci dibattiamo.
Intervistatore: Il deficit della sanità e il rischio di dovere aumentare l'imposizione fiscale a carico dei cittadini…
Giulia Rodano: Il debito della sanità è stato costruito in grande parte negli anni in cui Storace era Presidente della Regione e Augello era Assessore al Bilancio. Questa è una questione che, prima o poi, Storace ed Augello ed anche la Polverini ci devono spiegare.
Noi oggi siamo in una condizione in cui doppie fatturazioni non si possono più fare in cui c'è una trasparenza nel pagamento dei fornitori, in cui, insomma, abbiamo – di fatto – anche grazie ai cittadini del Lazio perché pagano tante tasse perché servono a coprire il debito della sanità provocato da Storace ed Augello.
Però questo debito è stato sistemato, messo a posto. E' coperto.
Noi prima eravamo in mano allo strozzino adesso siamo in una condizione in cui siamo in grado di pagare i nostri debiti: i debiti che i nostri predecessori ci hanno lasciato. E questo è un grande fatto perché questo significa poter cominciare a cambiare il sistema sanitario.
Intervistatore: Energie. C'è chi vuole puntare sulle energie rinnovabili e c'è chi tira fuori centrali a carbone e centrali nucleari. In campagna elettorale è difficile dire che si è favorevoli al nucleare perché la gente ha già capito qual è il pericolo. Lei crede che la Polverini possa garantire ai propri elettori che manterrà l'impegno, in caso di vittoria, a non installare centrali nucleare nel territorio del Lazio?
Giulia Rodano: No. La Polverini non lo può garantire. E non lo può garantire per due ragioni. Primo perché, insisto, la sua coalizione è la stessa che sostiene Berlusconi. Gli stessi uomini che sostengono Berlusconi, che siedono in Parlamento che hanno votato un decreto che impone le centrali nucleari e che esclude i territori dalla possibilità di dire la loro. Quindi la Polverini non lo può garantire. Lo potrebbe garantire soltanto se imponessi ai Senatori e Deputati della sua coalizione di cambiare quel decreto.
A parte che io trovo un po' ridicola questa storia che la centrale nucleare va bene, sì, ma non nel Lazio. Oppure va bene, sì, ma non in Veneto.
Le centrali nucleari vanno male in tutta Italia. E non si devono fare in tutta Italia. La scelta che si deve fare è un'altra ed è quella delle energie alternative. Cosa che Emma Bonino già dice: “Non sono contro il nucleare nel Lazio, sono contro il nucleare in generale”. Che è la posizione ragionevole. E giusta. E non ideologica. Quello che io credo è che il punto, in campagna elettorale, non è tanto dire se si è contro il nucleare, cosa che è bene dire. Intanto la Polverini ci dovrebbe dire se la sua regione farebbe ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto del Governo come noi abbiamo fatto, oppure no. Perché l'arma che hanno le Regioni è portare quel decreto davanti alla Corte Costituzionale. Allora ce lo dice la Polverini, se lo fa? Prima questione.
La seconda questione è dire cosa si vuol fare. E noi, il centro-sinistra, il candidato Presidente,l'Italia dei Valori, tutti noi, abbiamo lavorato in questi anni per promuovere l'alternativa. Che è quella delle energie rinnovabili, compatibili, e così via.
Intervistatore: Politiche sociali. C'è una grande, sembra, verso le tematiche molto care al centro-sinistra da parte della Polverini. Promette più diritti per le coppie di fatto, come a rivendicare un lavoro che non si è svolto…
Giulia Rodano: Ma, sa, io sono stata la prima firmataria della prima legge che nel 1999 ha riconosciuto le coppie di fatto nel Lazio. Il primo atto della Giunta Storace è stato abrogare quella legge. Allora io voglio sapere dalla Polverini se le sue parole hanno un effetto sulla sua coalizione oppure no. Mi pare di no. Perché dopo che lei ha detto questa cosa c'è stato un ampio schieramento di personaggi, praticamente unanime, che fanno capo al suo schieramento che ha detto che “delle coppie di fatto non si può parlare!”.
Intervistatore: Cosa si aspetta da questa campagna elettorale?
Giulia Rodano: E' una bella domanda. Io mi aspetto che si discuta sul futuro di questa regione, perché noi siamo in un momento di grande difficoltà. C'è un grande malessere. C'è un grande malessere tra i lavoratori tra i quali cresce la disoccupazione e la CIG e andare in cassa integrazione vuol dire a volte dimezzare il proprio reddito. C'è un grande malessere tra i giovani. Io faccio l'assessore alla Cultura e nel mondo della cultura, dello spettacolo, del cinema c'è un grandissimo malessere. Questo mondo ha migliaia e migliaia di addetti che oggi sono a rischio.
C'è un malessere nella piccola e media impresa. Che ha problemi di credito, che ha problemi nei rapporti con le banche, che ha problemi di crescita, di innovazione tecnologica. C'è un grande problema di governo di questo territorio: perché c'è il problema dell'acqua, degli aeroporti, della tutela dell'ambiente e del suolo, la gestione dei rifiuti.
Quindi mi aspetto che ci sia un grande dibattito perché la Regione è uno strumento potente ed è bene che sia in mano a gente che risponde agli elettori, alla generalità dei cittadini. E che non risponda solo a pochi interessi. Si deve discutere dei problemi della sanità. Io mi aspetto questo.
Vedo che l'Italia dei Valori tende a concentrarsi su queste questioni e penso che sia giusto.