ETERNIT, VIA AL PROCESSO. OLTRE 4.000 PARTI CIVILI

di Davide Mazzocco (Torino) da Terra

Amianto A Torino, gli imputati Schmidhneiny e De Marchienne assenti alla prima udienza e dichiarati contumaci. La fibra killer ha ucciso migliaia di
volte in tutta Europa

Davanti al palazzo di Giustizia di Torino sono arrivati in centinaia. Dall'Italia, ma anche da Francia, Svizzera, Belgio, Olanda, Inghilterra e
Germania. Una vera e propria “multinazionale delle vittime” che guarda al processo torinese come a un vero e proprio faro giuridico con il quale
orientare le proprie strategie nelle richieste risarcitorie alla Eternit.
La citazione in giudizio dello svizzero Stephan Schmidheiny e del belga Jean Louis Marie Ghislain De Cartier De Marchienne – responsabili di Eternit
Italia dal 1966 al 1987 – per «omissione delle misure di sicurezza sul posto di lavoro» e per «disastro doloso» ha ispirato un'azione simile
Oltralpe: fra due settimane Joseph Cuvelier, direttore generale di Eternit France dal 1971 al 1994, verrà giudicato per «lesioni e omicidi
volontari».
Il processo italiano è dunque destinato a diventare una pietra miliare del diritto internazionale del lavoro, come conferma il collegio
internazionale di 8 avvocati provenienti da 5 diversi Paesi europei a sostegno delle parti civili.
Fuori dal Palagiustizia l'happening è iniziato di prima mattina. Lo svizzero François Iselin di Caova, l'associazione elvetica che riunisce le
vittime dell'amianto, si batte contro il muro di gomma delle istituzioni e dei mass media elvetici che minimizzano il problema: «Nelle fabbriche
Eternit di Payerne e Niederurnen oltre 6.500 lavoratori sono stati esposti in maniera diretta all'amianto eppure nel nostro paese l'unica forma di
risarcimento è avvenuta a livello individuale.Sono gli stessi sindacati a ostacolare la nostra azione, inoltre, non esistono, come in Italia,
registri nazionali dei mesoteliomi. Il silenzio dei media è paradossale visto che è dalla Svizzera che la piaga dell'amianto si è diffusa in tutto
il mondo».
La Francia è il paese che ha pagato il più alto tributo di vittime: ogni anno 3.000 persone muoiono dopo essere state esposte all'asbesto. L'Andeva,
l'associazione nazionale delle vittime, conta ben 22.000 aderenti. Anche grazie alle sue lotte il Governo francese ha stan- ziato un fondo specifico
per il risarcimento di chi muore e di chi perde un familiare per colpa dell'amianto. Lo scorso anno 950 milioni di euro sono andati a tutti coloro che
hanno dimostrato una relazione diretta con la fibra killer.
Odette Alloin regge un funereo manichino su cui campeggia la foto del marito Henri: «Ha lavorato 25 anni nello stabilimento di Vitry en Charollais ma
non ha potuto godersi la pensione. I problemi di salute sono cominciati già in fabbrica, senza alcuna cautela da parte dell'azienda». Le fa eco
Gilles Janiaud che ha lavorato all'Eternit dai 14 ai 17 anni, scoprendo di avere l'asbestosi tre mesi dopo la pensione: «Quando i medici del lavoro
sono andati all'Eternit per cercare il mio dossier non l'hanno trovato. Sparito». Un solo respiro sbagliato è una condanna. Anche per chi non è mai
stato in fabbrica. Lo sa bene Arcangelo Paladino di Casale Monferrato che ha perso la moglie Antonia e la suocera Rita entrate in contatto con le
fibre invisibili portate in casa dal capofamiglia Salvatore, anche lui deceduto.
Francesco Perracino di Occimano, paese a 10 km da Casale, ha pianto la scomparsa del fratello Giovanni: «Ha lavorato all'Eternit dal '60 all'86 ed è
morto un anno dopo la pensione, tre mesi prima della chiusura della fabbrica. La polvere che gli rimaneva sui vestiti si è portata via anche mia
cognata, dieci anni dopo».
La prima lunghissima giornata di dibattimento si è aperta alle 10 e 20 in una maxiaula gremita di avvocati. Assenti, invece, i due imputati che sono
stati dichiarati contumaci dal presidente del collegio giudicante Giuseppe Casalbore.
Nel corso della giornata sono state registrate le parti civili che dovrebbero superare le 4.000 unità.
La Presidenza del Consiglio dei ministri ed Eternit Schweiz hanno chiesto l'esclusione dalle richieste di risarcimento. Per la prossima udienza,
quella nella quale si passerà dalla burocrazia al dibattimento vero e proprio, bisognerà attendere il 2010.

Davide Mazzocco (Torino) da Terra

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