Nessuno è eterno. L’affermazione sembra scontata ma scontata non è. Tutti noi uomini, inconsciamente, crediamo di vivere in eterno. Non è così. Prima o poi il Dio, un dio, il caso o quello che sia, porrà fine alla nostra vita. I frati Trappisti si salutano in una maniera singolare: «fratello, ricordati che devi morire». In questo modo i Trappisti si sforzano di mettere all’ordine del giorno, tra piani e progetti programmatici, anche l’ineluttabile destino certo che accomuna tutti gli uomini della terra, ricchi e poveri, neri e bianchi ecc.
Quando Berlusconi non ci sarà più (che il signore lo conservi il più a lungo possibile), gli addetti alla socio-politica psicologica, più che all’analisi politica in sé, avranno materiale di cui discorrere.
Il materiale da analizzare sarà composto da tutti quei personaggi che hanno fatto parte del gruppo di lavoro di Berlusconi, il suo zoccolo duro, che ne ha difeso a spada tratta i “casi”, che ha con lui condiviso un periodo della nostra storia politica combattendo contro i nemici politici senza esitazioni.
Non è difficile prevedere che già dalla camera ardente cominceranno le prime dismissioni, i primi tradimenti e cambi ci camiciole. Berlusconi? – i miei rapporti con lui sono stati esclusivamente politici- oppure, solo un collega – ecc.
E così, molti dei quali avranno dovuto le loro fortune al de cuius appena scomparso, potrebbero aver nessuna difficoltà ad affermare, tra un singulto costernato ed un altro: «… Berlusconi? Ah sì, un buon amico ma nulla di più».