Arriva la frana, fuga da San Fratello

Dopo un nubifragio durato 48 ore, la terra, da contrada Riana, ha cominciato a travolgere le case. Oltre 1.500 persone hanno dovuto lasciare la propria abitazione. Il sindaco: “Situazione drammatica, il paese sta sparendo”

SAN FRATELLO (MESSINA) – A poter raccontare cosa accadde l'8 gennaio di 88 anni fa, quando la collina venne giù travolgendo e spazzando via l'intero paese, sono rimasti in pochi.

I più, a San Fratello, paese di 5000 anime nel parco dei Nebrodi, dove nacque il nonno di Bettino Craxi e noto per una razza equina antichissima, della catastrofe che rase al suolo il centro hanno sentito solo il racconto. Ma quando, dopo un nubifragio durato 48 ore, la terra, da contrada Riana, oggi ha cominciato ancora una volta a franare, la gente ha abbandonato le case ed è fuggita via lasciando un paese fantasma.

Il piano degli sgomberi è partito fin dalla mattina, quando i tecnici del Comune hanno capito che la situazione era grave. Oltre 1.500 persone hanno dovuto lasciare la propria abitazione anche per l'ordinanza del sindaco Salvatore Sidoti Pinto che dice: “La situazione è drammatica”.

“Stiamo vedendo il paese sparire – aggiunge il sindaco – la frana ha coinvolto tutto il versante nord-est di San Fratello, coinvolgendo la parte relativamente più nuova, comprese le scuole elementari e medie. Stiamo qui che guardiamo quello che accade senza potere intervenire per fare qualcosa”. “I miei concittadini – prosegue – si stanno comportando con un alto senso civico e di responsabilità. Si stanno trasferendo da amici o parenti che abitano che nella zona non interessata dalla frana o in altri paesi. Siamo nelle mani di Dio…”.

Anche chi non ha avuto l'ordine di lasciare la propria abitazione, ha preferito fare i bagagli e rifugiarsi da amici e parenti nei centri vicini. Il ricordo della disastrosa frana che ad ottobre si è abbattuta su Messina facendo 37 morti è ancora vivo.

San Fratello ora è un paese mezzo vuoto. Con la statua del santo protettore, San Nicola, e il Crocifisso portati via dalla chiesa madre, in cui si è aperta una profonda crepa, e lasciati nella piazza in una sorta di muta invocazione di protezione degli abitanti in fuga. I muri di decine di case sono segnati da profonde spaccature. La collina viene giù poco a poco a valle e alle abitazioni viene a mancare il sostengo del terreno. Il fronte della frana è raddoppiato in poche ore raggiungendo i due chilometri.

“La situazione è molto allarmante”, spiega il responsabile della Protezione Civile provinciale Bruno Manfrè che coordina le operazioni di soccorso. In Municipio è stato organizzato un centro di pronto intervento. Il sindaco ha chiamato a raccolta le associazioni di volontariato e fatto arrivare in paese diverse ambulanze.

I sindaci dei comuni dei Nebrodi in un telegramma inviato, tra gli altri, alla presidenze del Consiglio dei ministri e della Regione Siciliana, scrivono che “l'emergenza idrogeologica nel territorio dei Nebrodi in Provincia di Messina continua ad aggravarsi” e “l'incolumità dei cittadini è gravemente minacciata”. “Movimenti franosi, chiusura strade, crolli e smottamenti vari – si legge nel documento – necessitano interventi d'imperiosa urgenza, ben coordinati, delle strutture regionali e Nazionali all'uopo deputate. Richiedesi altresì presenza sul territorio vertici autorità competenti”.

Rosario Cambiano

(fonte S.w.)

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