Permesso di soggiorno a punti

Il responsabile per l'Immigrazione dell'Italia dei Diritti: “Provvedimento discriminatorio ed inadeguato alla realtà italiana”

“Il permesso di soggiorno a punti è discriminatorio e va contro il processo di integrazione degli immigrati”. Così il responsabile per l'Immigrazione dell'Italia dei Diritti, Emmanuel Zagbla, commenta l'accordo tra i ministri dell'Interno Roberto Maroni e del Welfare Maurizio Sacconi.
Il progetto, che a breve sarà presentato in Consiglio dei ministri, prevede una serie di obblighi per il cittadino extracomunitario da adempiere entro due anni. La conoscenza della lingua italiana e della Costituzione, l'iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e quella dei propri figli alla scuola dell'obbligo, garantiranno all'immigrato dei punti, necessari per il conseguimento al termine del biennio, del regolare permesso di soggiorno.
“Una spada di Damocle pendente sulla testa degli immigrati – così Zagbla definisce il permesso di soggiorno a punti – che darà possibilità al cittadino italiano, di sfruttare e ricattare l'immigrato alle proprie dipendenze. Lo Stato deve prendere una drastica posizione anche nei confronti dei cittadini italiani che offendono i diritti dell'extracomunitario”.
Secondo il responsabile per l'Immigrazione del movimento presieduto da Antonello De Pierro, la norma “è inadeguata alla realtà italiana, azzererebbe la legislazione precedente creando solo confusione nell'ordinamento giuridico. Occorre una legge organica sull'immigrazione, conforme alla situazione italiana e che – conclude Zagbla – in omaggio agli articoli 2 e 3 della Costituzione, senza distinzioni di razza, tuteli i diritti dei cittadini e punisca chi delinque”.

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