Testo integrale del discorso del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, pronunciato mercoledì 3 febbraio davanti alla Knesset

Signor Presidente dello Stato di Israele,
Signor Presidente della Knesset,
Signor Primo Ministro,
Signori deputati,
Autorità e invitati,
è per me un grande onore, è un grande onore per l’Italia, parlare in questa nobile assemblea che è il simbolo stesso dei valori democratici su cui si fonda il vostro Paese.

Questo Parlamento rappresenta la più straordinaria vicenda del Novecento. Questo Parlamento testimonia la nascita nel 1948 di uno Stato Ebraico, libero e democratico che raccolse finalmente, dopo l’orrenda esperienza della Shoah, cittadini del mondo che parlavano tutte le lingue e che accorsero da ogni angolo del mondo. Voi rappresentate ideali che sono universali, siete il più grande esempio di democrazia e di libertà nel Medio Oriente, un esempio che ha radici profonde nella Bibbia e nell’ideale sionista.
Per noi, come hanno detto sia il Papa Giovanni Paolo II che il Rabbino Elio Toaff, il popolo ebraico è un “fratello maggiore”.
Le origini della nostra amicizia, della nostra fratellanza, sono in una comunanza di civiltà e di destino, in un comune amore per la comprensione e la convivenza pacifica tra i popoli della terra.
Purtroppo nel 1938, lo voglio ricordare, l’Italia si macchiò dell’infamia delle leggi razziali, che contraddissero secoli di civiltà cosmopolìta e di rispetto umanistico della persona e della sua dignità; ma il popolo italiano trovò la forza di riscattarsi attraverso la lotta di liberazione dal nazi-fascismo e trovò anche il coraggio di molti eroi civili, tra cui Giorgio Perlasca, che agì da Giusto fra le nazioni mettendo in salvo numerosissimi ebrei.
E nel recente incontro tra il Papa Benedetto XVI e la Comunità ebraica di Roma il presidente della Comunità ha ricordato il convento di Santa Marta, a Firenze, dove le suore cattoliche accolsero e salvarono decine di ebrei dalla persecuzione nazista.

Oggi, la sicurezza di Israele nei suoi confini e il suo diritto di esistere come Stato ebraico sono per noi una scelta etica e un imperativo morale contro ogni ritorno dell’antisemitismo e del negazionismo e contro la perdita di memoria dell’Occidente.
La nostra amicizia per Israele è franca, aperta e reciproca, non è solo vicinanza verbale, non è solo diplomazia, è un moto dell’anima e viene dal cuore.
I rapporti bilaterali fra Italia ed Israele sono eccellenti.
Su ogni questione vige la regola della sincerità e della ricerca di un accordo completo, utile e produttivo.
La nostra cooperazione è un vanto del mio governo e un fattore di orgoglio e soddisfazione per l’opinione pubblica italiana.
Sono fiero di ricordare in questa solenne occasione che l’Italia seppe reagire con un grande “Israel Day” di solidarietà e di amore quando le bombe umane seminavano morte ad Haifa, a Tel Aviv, a Gerusalemme sui vostri autobus, nei vostri luoghi di ritrovo, nelle vostre feste nuziali, nelle vostre cerimonie religiose.

L’Italia è orgogliosa di molti gesti di solidarietà verso il vostro paese, come ad esempio il rifiuto del nostro governo a partecipare alla Conferenza “Durban II” di Ginevra, che voleva sanzionare Israele con intollerabili accuse di razzismo e di violenza. Come il nostro voto contrario al rapporto Goldstone, che intendeva criminalizzare Israele per la reazione ai missili di Hamas lanciati da Gaza.
Noi combattiamo insieme a voi ogni possibile rigurgito di antisemitismo in Europa e nel mondo, e insieme a voi ci preoccupiamo di rendere inseparabili la battaglia per l’esistenza e la sicurezza dello Stato d’Israele e quella per la pace. L’estensione della democrazia a tutti i popoli della terra, nelle forme possibili e la difesa della libertà come bisogno insopprimibile di ogni uomo, sono un imperativo che ci accomuna e che deriva dalla nostra fede, dalla nostra cultura giudaico-cristiana, dalla nostra comune concezione dell’uomo e della storia.

Noi siamo uniti nella difesa della democrazia libera dal fanatismo, dal pregiudizio, dalla superstizione, dall’uso della violenza strumentalizzando il nome di Dio.
A questa battaglia ci spinge la consapevolezza che ogni uomo e ogni donna nel mondo, quale che sia il loro credo, il loro colore, la loro etnia, ambiscono alla libertà.
Israele, il vostro Stato è davvero il simbolo di questa possibilità di essere liberi e di far vivere la democrazia anche al di fuori dei confini dell’Occidente, ed è proprio per questo che risulta una presenza intollerabile per i fanatici di tutto il mondo.
Per queste ragioni i liberali di ogni parte del globo vedono nel vostro Paese il simbolo positivo, doloroso e orgoglioso di una grande storia che parla di amore, di libertà, di giustizia, di ribellione al male. E noi, liberali di tutto il mondo, vi ringraziamo per il fatto stesso di esistere.

Cari amici,
dopo l’11 settembre abbiamo capito il carattere ultimativo e globale della sfida al nostro modo di vivere e alla nostra pratica della libertà, alla nostra pratica dell’eguaglianza tra i sessi, del diritto universale alla vita, alla libertà e alla sicurezza.
Dieci anni prima era stata Tel Aviv ad essere colpita dai missili Scud di Saddam Hussein e dal 2000 è stata l’ondata terroristica della Seconda Intifada a mettere a dura prova il grande spirito di resistenza del vostro popolo.
Noi italiani siamo stati consapevoli fin dal primo momento che la sfida del terrorismo era rivolta non soltanto contro gli Stati Uniti e contro Israele, ma contro tutti i Paesi democratici dell’Occidente e contro gli stessi Paesi arabi moderati.
Da allora abbiamo fatto la nostra parte, dall’Irak all’Afganistan, dalla Bosnia al Libano, per combattere il terrorismo e favorire la pace.
Con i nostri soldati e le nostre missioni di pace, abbiamo contribuito a rendere il mondo più sicuro e più giusto, pagando un alto tributo di vite umane.

Anche di fronte alle minacce contro Israele e contro la sicurezza del suo popolo, l’Italia non è indifferente. L’efferatezza antisemita, a differenza di quanto è avvenuto alla vigilia e durante la Seconda guerra mondiale, non potrà e non dovrà più nutrirsi della complice indifferenza dei governi.

In una situazione che può aprirsi alla prospettiva di nuove catastrofi, l’intera comunità internazionale deve decidersi a stabilire con parole chiare, univoche e unanimi, che non è accettabile l’armamento atomico a disposizione di uno Stato i cui leaders hanno proclamato “apertamente” la volontà di distruggere Israele ed hanno negato insieme la Shoah e la legittimità dello Stato Ebraico.
Su questo punto non si possono ammettere cedimenti: occorre ricercare la più ampia intesa a livello internazionale per impedire e sconfiggere i disegni pericolosi del regime iraniano.
La via da percorrere è quella del controllo multilaterale sugli sviluppi militari del programma nucleare iraniano, quella del negoziato risoluto, quella delle sanzioni efficaci: bisogna esigere garanzie ferree dal governo di Teheran, impegnando in modo determinato l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica al controllo ispettivo ed alla verifica continua dei progressi del negoziato.
Certo non si deve respingere alcun segnale di buona volontà da parte iraniana, ma occorre dire apertamente che gli sforzi di dialogo non possono essere frustrati dalla logica dell’inganno e della perdita di tempo.

Signori deputati, autorità, cari amici,
venendo alla questione medio-orientale, la nostra azione, come sapete bene, è stata sempre indirizzata verso la soluzione che prevede due Stati, quello ebraico di Israele e quello palestinese, che vivano in pace e in sicurezza l’uno accanto all’altro.
Oggi, questa soluzione – due Stati, due popoli – appare condivisa, oltre che da voi e dalla leadership palestinese, anche dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti e dai più importanti partner del mondo arabo e devo dare atto al Primo Ministro Netanyahu del coraggio con cui ha deciso di seguire, spiegandone le ragioni al suo popolo, tale strada.

Sin dal 1994, come capo del Governo italiano, ebbi a proporre un “Piano Marshall” per lo sviluppo economico dei territori palestinesi: vedo, oggi, il mio Paese sempre più impegnato nell’aiuto umanitario ai palestinesi, nella cooperazione in materia sanitaria, culturale, infrastrutturale, turistica, e continuo ad essere convinto che la pace economica sia un elemento chiave per offrire speranza e futuro al popolo palestinese che ha sofferto e aspira ad una pace duratura e globale. La strategia della pace nel benessere è uno strumento prezioso per lo smantellamento delle premesse psicologiche e ideologiche di ogni forma di violenza. Mi rendo conto delle mille difficoltà sulla strada del processo di pace che tutto il mondo auspica.

Ma noi speriamo in una svolta che metta da parte per sempre la cultura della violenza, che induca il popolo palestinese a guardare con fiducia al suo futuro e al rapporto con lo Stato ebraico come a un’opportunità per il proprio sviluppo e non come a un impedimento da superare.
Oggi mi rivolgerò, con un appello che viene dal cuore, al Presidente Abbas affinché torni al tavolo del negoziato e consegni alla storia un accordo per la pace e lo sviluppo economico del suo popolo, della sua terra, dando vita così a quello Stato Palestinese che la comunità internazionale attende.
E mi rivolgo al caro amico Primo Ministro Netanyahu, per chiedergli di confermare, con coraggio, le sue proposte e le sue offerte per far ripartire il dialogo, tenendo conto degli auspici e degli incoraggiamenti dei paesi amici di Israele, come l’Italia, o gli Stati Uniti, e di tutti i partner europei.
Noi preghiamo e pregheremo affinché questa speranza possa realizzarsi.

Cari amici,
vi ringrazio per la splendida accoglienza e per l’affetto che mi avete riservato.
Considerateci accanto a voi per costruire e difendere i valori che ci accomunano e che fanno di Israele un avamposto della cultura europea e occidentale.
Quella cultura che si basa sul primato della persona umana e sulla grandezza dell’uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio.
Quella cultura e quei valori che fanno del vostro Paese una vera democrazia, una società libera e orgogliosa della sua libertà, uno Stato libero e democratico in tutto eguale alle democrazie europee.
Questo sentimento, che avverto profondamente, mi fa dire da anni, e non da oggi, che il vostro posto, il posto di Israele deve essere tra le Nazioni dell’Europa, come membro a pieno titolo dell’Unione Europea.
Questo è il mio sogno, questo è il mio augurio.

Vi ringrazio ancora e di cuore per la vostra accoglienza e per la vostra amicizia.
In nome del Popolo Italiano auguro pace, serenità e benessere a voi e a tutto il popolo di Israele.
Viva Israele
Viva l’Italia
Viva la pace e la libertà

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“Il mio Paese è onorato di essere qui”

''Sono onorato, il mio Paese e' onorato di essere qui e di parlare in questo parlamento, che e' il simbolo stesso della democrazia. Commosso ringrazio''.

E' la frase che il Presidente Berlusconi ha scritto sul libro delle firme della Knesset, il parlamento israeliano dove questa mattina ha tenuto un discorso durante una seduta speciale. Un onore che non ha avuto fino ad ora nessun presidente del Consiglio italiano. Il premier e' stato accolto dal presidente della Camera israeliana, Rivlin.

Netanyahu: Berlusconi leader coraggioso

“Tutta la Knesset vi accoglie con calore e come vero amico del popolo di Israele”. “Tutta la Knesset”, nel senso di tutte le varie posizioni rappresentate. Una “unita' rara” tra le varie forze politiche israeliane. Cosi' il premier israeliano Benjamin Netanyahu, definendolo “leader coraggioso al fianco di Israele”, ha accolto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi poco prima che prendesse la parola al Parlamento israeliano.

Netanyahu ha ricordato il legame “molto forte” tra Roma e Gerusalemme, fin dall'antichita' ma anche in epoca moderna, dall'indipendenza dell'Italia. “L'eredita' giudaico-cristiana alle base della cultura occidentale”. Il premier israeliano ha poi apprezzato le posizioni “tenaci” di Berlusconi in difesa di Israele.

“Tu sei un grande leader coraggioso, sempre al fianco di Israele, e i cittadini di Israele devono sapere quanto sei vicino a Israele. Sotto la tua guida l'Italia e' diventato un Paese leader morale contro negazionismo e antisemitismo” e tu “avvicini Israele all'Europa”. “Israele sa che ha un grande amico in Europa in Silvio Berlusconi”. Netanyahu ha anche citato le parole di Berlusconi contro la minaccia nucleare iraniana.

Nell’intervento del premier israeliano c’è stato un passaggio particolarmente significativo: quando è stato ricordato che la madre di Silvio Berlusconi nella seconda guerra mondiale ha salvato una ragazza ebrea da un poliziotto tedesco.

Durante l’ultimo conflitto mondiale, in un treno, ha detto Netanyahu, ''un poliziotto tedesco ha fermato una ragazza ebrea. Una signora italiana che era incinta di otto mesi si e' messa fra il poliziotto tedesco e la ragazza ebrea. Ha fermato il poliziotto tedesco e gli ha detto di guardare i visi delle persone che erano sul treno e gli ha detto 'ti prometto che non ti lasceranno uscire qui in vita''.

''Con questa esternazione decisa – ha detto ancora il premier israeliano – ha salvato questa ragazza ebrea ed ha acceso forse per un solo attimo una luce nelle tenebre che coprivano l'Europa. Questa signora coraggiosa si chiamava Rosa e uno dei suoi figli si chiama Silvio Berlusconi''. Il ricordo dell’episodio ha suscitato un commosso applauso dei presenti.

Netanyahu: Berlusconi ha conquistato i nostri cuori

“Hai conquistato i nostri cuori”. Cosi' Benjamin Netanyahu ha voluto ringraziare il premier Silvio Berlusconi per le parole pronunciate alla Knesset sulla vicinanza dell'Italia al popolo di Israele.

Livni: Berlusconi un vero amico

''Berlusconi e' benvenuto nel nostro Paese'' lo ha detto Tzipi Livni, leader del partito israeliano Kadima, definendo il presidente del Consiglio italiano ''un vero amico dello Stato d'Israele''.

''Mentre altri leader tentennano – ha aggiunto – Berlusconi ha sempre il coraggio di dire quello che pensa. Al di la' della politica e' una questione di valori. Lui sa distinguere fra cio' che e' giusto e cio' che e' sbagliato, sia che si tratti di antisemitismo, della minaccia iraniana o della lotta al terrorismo''.

Barak: stupendo il discorso di Berlusconi

''Un discorso stupendo, emozionante e vero'': così il ministro della difesa israeliano e leader laburista, Ehud Barak, ha commentato l'intervento alla Knesset del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Berlusconi alla Knesset riceve 12 applausi

Per 12 volte i parlamentari della Knesset applaudono il premier italiano Silvio Berlusconi, che ha l'onore di parlare nell'emiciclo, primo fra i presidenti del Consiglio italiani.

Dopo il caloroso applauso che sottolinea l'ingresso in aula del premier italiano, vengono sottolineati i passaggi nei quali Berlusconi ricorda che la vicinanza degli italiani ad Israele ''non e' diplomazia, ma un moto dell'anima'', quello che segue l'annuncio degli accordi firmati durante la bilaterale, quello in cui il presidente del Consiglio ringrazia gli israeliani di esistere e di esser ''simbolo della democrazia''. Applauditissimo l'impegno di Berlusconi di lavorare quotidianamente contro l'Iran che vuole l'atomica per distruggere Israele, quello che invita i governi del mondo a non essere piu' complici di crimini come la shoah, quello dopo l'auspicio di Berlusconi che Israele entri nell'Unione europea.

Standing ovation per Berlusconi alla Knesset

Una standing ovation dei deputati e delle autorità ha salutato la conclusione del discorso svolto dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla Knesset. Nella standig ovation finale il presidente Shimon Peres, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, la leader dell'opposizione Tzipi Livni hanno applaudito in piedi Berlusconi che ha ringraziato, prima “sull'attenti”, poi a mani giunte.

Peres a Berlusconi: non contano i giornali, ma il voto degli italiani

Scambio di cortesie tra il presidente israeliano, Shimon Peres, e il premier Silvio Berlusconi. Prima di un pranzo a Gerusalemme, infatti, Peres ha elogiato il Cavaliere definendolo “il leader più solare mai conosciuto” nella sua carriera. “Non è importante – ha aggiunto – quello che i giornali scrivono, ma quello che gli italiani votano. E votandola, gli italiani hanno dimostrato di avere buon gusto”. Berlusconi non è stato da meno. “Grazie per le parole alate – ha detto – piene di sentimenti e di poesia. Ma siccome io sono un uomo pragmatico, manderò a Peres un disco con le mie cento canzoni dove di poesia e sentimento ce n'è tanto”.

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Con Berlusconi l’Italia
protagonista anche in Medio Oriente

Le malelingue sono servite, ancora una volta il Presidente Berlusconi è riuscito in una impresa eccezionale. Il trionfo di Gerusalemme è di quelli destinati a passare alla storia nella politica mediorientale del nostro Paese. E’ stata una vera e propria svolta, quasi un possente cambio di marcia. La ciliegia finale su una torta di una visita riuscita in ogni minimo dettaglio è venuta al discorso della Knesset, il Parlamento israeliano che finora aveva riservato questo onore soltanto ai presidenti di Stati Uniti, Germania e Francia.

Per la prima volta il Presidente Berlusconi è riuscito nell’impresa di mettere in piedi un incontro tra un folto gruppo di ministri italiani e i loro colleghi israeliani. Ha fatto firmare una decina di accordi, tutti concreti e di alto rilievo. Ha incontrato il primo ministro e il presidente della Repubblica di Israele. Ha preso posizione in maniera precisa, netta e chiara nei confronti dell’Iran e del pericolo delle armi nucleari.

Dopo avere rassicurato così Israele sul fondamentale problema della sicurezza, Berlusconi è in grado di delineare quasi un asse tra l’Italia e Israele. Un vero e proprio ponte di pace nei confronti dei Paesi arabi moderati della regione. Al pomeriggio, con la visita al presidente palestinese Abbas, la politica estera italiana coglie un ulteriore successo e pone il Presidente Berlusconi nel ruolo di mediatore.

Incontrando anche l’ex premier britannico Tony Blair, inviato del Quartetto dei grandi in Medio Oriente, il progetto del leader italiano si amplia fino alla offerta di riprendere i negoziati tra israeliani e palestinesi direttamente nel nostro Paese nella sede offerta di Erice, in Sicilia.

Berlusconi può vantare, come nessuno al mondo, la sua vecchia ma sempre robusta idea di un piano Marshall per i palestinesi. Dovrebbe essere il grande piano di sviluppo economico per il rilancio dei Territori quale sostegno per una politica di pace non solo basata sugli accordi ma sulla stabilità economica e finanziaria di tutta l’area.

Da qui viene il disegno preciso della politica italiana di inserirsi ancora più profondamente in un’area mediorientale che troppo a lungo è stata a trascurata. L’impegno preciso e coraggioso del Presidente Berlusconi nei confronti dell’Iran si accompagna al sogno di far entrare Israele all’interno della Unione Europea perché così “nessuno potrebbe più arrecarle offesa”.

In questo modo, si chiude il cerchio di una politica azzeccata, che mira a riportare la pace in Medio Oriente con un più forte e più deciso ruolo del nostro Paese nel quadro internazionale. In contrasto con tutte le chiacchiere della sinistra, ancona una volta sono i fatti ad avere la meglio.

Bondi: al premier riconoscimenti da tutto il mondo

''Mentre tutti gli esponenti della sinistra, senza nessuna esclusione, sono totalmente assorbiti nell'impegno preferito di impedire una seria riforma della giustizia, il nostro Paese sta ricevendo, nel corso della visita di Stato in Israele del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, riconoscimenti importanti e niente affatto scontati per l'influenza che esercita sulla scena politica internazionale''.

Lo afferma il ministro Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, aggiungendo che ''del ruolo che l'Italia svolge nel mondo nello sforzo di superare i conflitti e di favorire la pace e la cooperazione, un'opposizione seria dovrebbe essere compartecipe, formulando la propria valutazione e offrendo il proprio contributo. E invece niente''.

Valducci: Berlusconi alla Knesset parla da leader mondiale

''Silvio Berlusconi e' il primo statista italiano a parlare alla Knesset, il parlamento israeliano, nella storia della repubblica italiana. Le parole di solidarieta', franchezza e grande forza evocativa contenute nel coraggioso intervento del Premier lo confermano come leader sulla scena politica internazionale. E' un atto politicamente molto significativo che segna la centralita' dell'Italia nel processo di pace che dovra' coinvolgere il Medio Oriente. Dopo queste parole c'e' un prima e un dopo''. Lo ha dichiarato Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti e Tlc della Camera e Responsabile Vicario Pdl Enti Locali

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