In futuro i bambini nasceranno senza uomo e donna

Recentemente scienziati americani sono riusciti per la prima volta a creare in laboratorio spermatozoi e ovuli entrambi ricavati da cellule staminali.
Entro cinque anni,i ricercatori auspicano che sperma e ovociti così prodotti possano essere in grado di creare embrioni umani.
Lo studio,pubblicato sulla rivista scientifica inglese “Nature”, è stato giudicato una novità molto importante dalla comunità scientifica internazionale, mentre è stato accolto con allarme e timore da parte del mondo cattolico.
Non si tratta, in prospettiva, di un futuro bambino artificiale a creare allarme perché di artificiale in questi nuovi embrioni e in questi ovuli non c’è nulla in quanto provengono da cellule umane di donatori in carne ed ossa.
L’idea che in un prossimo futuro un bambino possa nascere dalla pelle di un donatore, dalla quale vengono fatti crescere sperma e ovuli, è una rivoluzione non solo scientifica, ma anche con profonde implicazioni etiche e sociali.
Occorre precisare che i ricercatori della Stanford University, autori di questo studio, hanno come obiettivo quello di comprendere come crescano spermatozoi ed ovociti al fine di migliorare le tecniche per curare l’infertilità.
Va detto che il 10-15% delle coppie non sono fertili e che circa la metà di questa percentuale è determinata dalla incapacità di creare ovuli o sperma.
Individuare la ricetta genetica necessaria a sviluppare sperma e ovociti da cellule staminali fornirà agli scienziati gli strumenti per comprendere cosa non vada a livello riproduttivo.
Questa scoperta apre il campo ad una prospettiva allettante per chi non può avere figli in modo naturale e nemmeno con la fecondazione artificiale: avere dei bambini che sono geneticamente propri, poiché provengono dalle proprie cellule, anche in mancanza di sperma o ovuli.
Ma come si è giunti a questo risultato? Mettendo a punto un mix di sostanze chimiche e vitamine che riesce a interagire con le cellule staminali embrionali, per trasformarle in ovociti e spermatozoi.
Questi ultimi così ottenuti hanno la testa e la coda più piccola di quelli normali, ma sembrano in grado di poter fertilizzare un ovulo.
Gli ovociti appaiono in uno stadio non avanzato, ma sono comunque più sviluppati di quanto sia avvenuto finora in altre ricerche simili.
E così anche fare l’amore per procreare finisce purtroppo in soffitta, in questo periodo storico dominato dalle ipertecnologie.

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