Stanno passando brutti momenti. L’invidia é una "Brutta bestia"

L'eco D'Italia risponde al Console Curcio per Diffamazione…

Tra persone intelligenti e dediti seriamente alla loro attivitá, non viene neppure in mente di rivolgere ingiurie agli avversari, proprio perché vengono intesi come tali e non come nemici.

Ma evidentemente non tutti si possono ritenere tali, soprattutto quando dimostrano un senso di invidia e di condizionamento represso, rivolto ad una stampa libera come “L’Eco d’Italia”.

É stato un caso, quello di ascoltare una trasmissione radio nella quale é intervenuto il console Giancarlo Maria Curcio, dove si è riferito al nostro giornale trattandolo di spazzatura, e dicendo che sono fotocopie che solo servono a impacchettare le uova nella frutteria (non so se Curcio ricorda che nelle ultime elezioni ha visitato la nostra tipografia per una trasmissione in diretta di RAI international, dove ha potuto vedere tutte le macchine dove si stampa il nostro settimanale. Forse le fotocopie che menziona Curcio sono quelle che fanno i suoi amici editori come Gustavo Velis e Franco Arena che ricevono anche i contributi ministeriale e nessun connazionale gli ha mai visti.

Anche ha inveito ed ha minacciato ulteriormente questo giornale per il solo fatto che espone la realtá dei fatti; come ad esempio il fatto di criticare il Festival della Canzone italiana, organizzato autonomamente e senza aiuti da parte di nessuno, al quale hanno partecipato circa 1.800 persone.

Il Console ed il suo figlio putativo Franco Arena, hanno ridicolizzato il numero, sostenendo invece la grandezza dello spettacolo che loro hanno organizzato nel Teatro Coliseo il 6 dicembre scorso.

Hanno ridicolizzato il numero: ma in realtá non ci vuole uno scienziato né occorre fare dei calcoli astronomici per stabilire il numero dei partecipanti al Festival della Canzone: il teatro puó ospitare 1.800 persone, era completamente pieno (basta chiederlo ad una qualsiasi persona che é intervenuta) e dunque?

Un teatro é un teatro, non un’arena…

Ridicolo é chi manifesta ingiuriose balordaggini che non dovrebbero neppure passare per la mente di persone intelligenti.

Eppure il Console é una persona intelligente, ma l’invidia é una brutta bestia che talvolta fa dire cose che in altri momenti non si pensano, soprattutto quando vi é qualcun’altro che provoca.

Dunque, “absit iniuria verbo” per dirla come Tito Livio (per chi non lo sapesse o non lo ricordasse é stato uno dei massimi autori latini): sia detto senza voler offendere nessuno e si passi sopra l’ingiuriosità delle parole dette.

Sono brutti momenti, ma cosa bisogna fare in questi casi? Valutare senza pregiudizi, assumere una posizione solo descrittiva e mostrare in seguito i fatti, senza prendere posizione di sorta, ma lasciando al lettore il compito di valutare e di farsi un’idea dell’accaduto.

E poi, quando certe parole provengono da un’arena ignorante, terra senza sentimenti, allora non c’é da meravigliarsi di nulla.

Infine, a questi personaggi che hanno parlato cosa penserebbe nostro padre dai nostri fatti, dobbiamo dirgli che quelle persone che hanno conosciuto bene a Gaetano Cario, sanno sicuramente che lui sarebbe orgoglioso che i suoi figli abbiano continuato la sua lotta, e se dovessimmo andare a lavorare “con picco e pala”, questo é forse un lavoro del quale bisogna vergognarsi? Quanti dei nostri padri che vennero dall’Italia hanno lavorato in questo settore per dare un futuro ai propri figli ed alla comunitá italiana?! Ben venga qualsiasi lavoro, degno di essere tale e non ingiurioso!

Alessandro Cario

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