Torino processo Spatuzza

Loredana Biffo

E' alta la tensione a Torino nella maxi aula del palazzo di giustizia Bruno Caccia, grande affluenza sia di pubblico che di giornalisti, l'impressione che si ha, è di essere a Palermo anzchè a Torino, la presenza di Dell'utri in aula contribuisce ad alimentare un certo fermento. E' presente anche Massimo Ciancimino figlio dell' ex Sindaco di Palermo Vito Ciancimino. Il processo ha inizio a metà mattinata con gli interventi degli avvocati della difesa San Marco e Mormino, il primo sostiene che vi è un'anomalia da un punto di vista procedurale, perchè pare un processo di primo che grado si stia innestando in un processo di secondo grado, in sostanza questo processo non lo ritiene più un appello ma un processo di primo grado che si trasforma in appello, se vengono sostituiti i temi di prova, cambia il soggetto del diritto. Pertanto se la Corte non interpreta la disposizione 623, vi è una anomalia che porta ad incostituzionalità, in quanto si affronta un giudizio di primo grado, ma in appello, perdendo quindi la fase preliminare.
A tal proposito il pubblico Ministero domanda quale sarebbe la norma violata. La difesa risponde: violato art. 603 che si aggancia al 523 e 507, e ritenendo inesistenti i criteri di distinzione chiede revoca.
L'Avvocato della difesa Mormino, sostiene invece che i documenti depositati dal Procuratore generale sono irrilevanti ai fini di una prospettiva di indagine, perchè secondo lui i 12 interrogatori resi da Spatuzza alla Procura della Repubblica di Firenze vanno oltre le precedenti disposizioni. Sottolinea che il passaggio di tutte le attività deve passare attraverso le linee previste dalla norma. Cosa che ritiene non sia avvenuta. A suo avviso il materiale introdotto nel dibattito processuale, apre una questione: è necessario che la corte consideri lo spostamento radicale del soggetto dell'indagine, si parla di traccia contenuta già nell'interrogatorio ultimo a Palermo, introduceva un tema più vasto e giudiziariamente collocato all'interno di un'altra situazione giudiziale, si parla di più vaste vicende e fatti che coinvolgono il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, di collusione tra il sistema politico (iniziato nel 93 quando la situazione stragistica non coinvolgeva Dell'Utri), si parla di un mandato alle stragi di sostegno diretto che passa attraverso la consumazione di altri attentati. Si parla di una indagine già fatta altrove. Di sospetto fondato su Dell'Utri e Berslusconi. Si estenderà a tutto il contenuto delle sue affermazioni ma noi non entreremo nel merito dei fatti, nel materiale storico. Parliamo in prima battuta di Berlusconi e Dell'Utri coinvolti in stragismo mafioso.
Ma secondo noi c'è un'altro livello processuale che è quello mediatico, dove interviene la fonte anomala dell'informazione del magistrato che da l'informazione.
Sono indagati Berlusconi e Dell'Utri, le informazioni della stampa sono diventate atti processuali. Se ci muoviamo nella direzione di una indagine che colpisca Berlusconi, gli atti possano essere utilizzati dai magistrati che indagano sulle stragi. In base ai fascicoli della Procura Generale, stiamo parlando di una “non generica collusione mafiosa” di Berlusconi e Dell'Utri. Secondo noi questo costituisce un vero impedimento allo sviluppo delle indagini, il riferimento è a ciò che è il contenuto. Tutte le dichiarazioni di Spatuzza integrano ( 5 ottobre 2009) l'oggetto del contraddittorio dibattimentale, dobbiamo quindi porci due questioni: la ritualità e la tempestività delle dichiarazioni non solo sotto il profilo formale. Il verbale informativo di Spatuzza, serve a coprire le dichiarazioni rese a Palermo il 30 giugno 2009, le dichiearazioni di Firenze e Caltanisetta; quelle di Firenze poi si sono dilatate oltre un anno. Ma da un rapido esame ricaviamo una evidente inattendibilità del sigonor Spatuzza rispetto alle indagini per ott volte.

A questo punto il Pm chiede: ma se non abbiamo ancora sentito Spatuzza, come fa a sostenere questo?
L'Avvocato Mormino risponde: dico che rispetto alla conclusione che avete considerato la testimonianza di Spatuzza, c'è un atteggiamento negativo sui referenti politici, rapporti collusivi e tutto quello che non rende pertinente il quadro; lui esclude di aver sentito da Graviano i nomi di Berlusconi e Dell'Utri. Erano solo sue congetture, non lo ha saputo da Graviano. Per concludere vogliamo termini di chiarezza, se la corte volesse svolgere ancora oggi accertamenti, richiediamo di acquisire in modo formale tutte le dichiarazioni di Spatuzza, dove risulta evidente la manipolazione della verità, se tale acquisizione dovesse essere ritenuta esaustiva, non ci opporremo. Ci vuole chiarezza, poi che scoppi pure la bomba atomica.

Sia avvia quindi la deposizione di Gaspare Spatuzza, nato a Palermo nel 1964.
Dichiara di aver fatto parte dell'organizzazione Cosa Nostra dall' 80 al 2000, e la definisce “organizzazione terroristica – mafiosa”, in quanto faceva attentati su comando della famiglia di Giuseppe Taviano e Roccella, dopo l'arresto di Mangano viene nominato “uomo d'onore” e partecipa alle prime battute di guerre di mafia, sequestri di persona, riportando in seguito diverse condanne.

Procuratore Gatto: per questi reati ha potuto constatare rapporti con l'organizzazione mafiosa che abbiano connessione con la politica?
Nel Luglio 1993 mi viene ordinato di compiere un attentato a Roma, e mi vengono consegnate cinque lettere da imbucare la sera prima, e questa mi è sembrata una anomalia, mi ha fatto capire la connessione con la politica, erano lettere consegnatemi da Cannella, mi recai quindi a Roma. Alcune lettere erano indirizzate a testate giornalistiche, Il Messaggero e il Corriere della sera, le altre non ricordo. Le lettere datemi da Cannella arrivavano in realtà da Giuseppe Graviano. Poi nel 93 Graviano mi dice che dobbiamo uccidere un bel po' di carabinieri, “per questa storia ci portiamo un po' di morti che non ci appartengono, ed è un bene, cosi chi si deve muovere si darà una mossa”.
Procuratore Gatto: che vuol dire “portarci dietro morti che non ci appartengono”?
Quando avvenne attentato Borsellino e Falcone, vigliaccamente gioimmo, perchè erano il nostro “nemico principale”, il resto no. Graviano che per me era un padre, chiese a me e a Lonito se capivamo qualcosa di politica, dicendoci che ne avremmo avuto tutti dei benefici. Questo in merito all'attentato all'olimpico di Roma che poi fallì nonostante avessimo preparato un esplosivo potenziato con dei pezzi di ferro per aggravare i danni, un attentato che neanche i talebani hanno mai fatto. Oltre a questo attentato ai danni soprattutto dei carabinieri, ne progettammo anche altri attentati sempre contro le istituzioni, commissarito Brancaccio, autocivetta ecc.
Il sabato abbiamo fatto un furto delle targhe per usare una tecnica già usata in via D'Amelio. Il giorno prestabilito ci vedemmo al bar con Graviano che mi riferisce gioioso che aveva “chiuso tutto”, e ottenuto quello che volevamo grazie alla serietà delle persone a cui facevamo riferimento, che non erano come quei “quattro crasti di socialisti”, si riferiva alle elezioni 88-89, capolista era Martelli.
All'epoca non avevo ancora sentito nominare Dell'Utri, ma solo Berlusconi come “quello di canale 5”.
Nel 99 avevo preso le distanze da Cosa Nostra, Graviano era stato arrestato e no possiamo comunicare, inoltre io ero in isolamento, però quando finisce l'isolamento mi trovo con Giuseppe (Filippo verrà trasferito in altro istituto), che mi dice “a noi non interessano i magistrati, se tutto si riferisce alla politica”. Poi vengo trasferito e incontro Dottor Vigna, ma non faccio ancora il passo definitivo. Incontro Filippo Graviano, abbiamo parlato dei nostri figli che dicevamo voler strappare a quel contesto, lui disse: è bene far sapere a mio fratello Giuseppe che se non arriva niente “da dove deve arrivare”, noi iniziamo collaborazione con lo stato.
Procuratore: Da dove deve arrivare, lei lo sa, era già accaduto che Graviano la incontrasse prima di una attentato?
L'anomalia fu di “aspettare a lui”, che non aveva mai partecipato a nessun attentato e era anomalo anche aspettare un suo specifico ordine per fare l'attentato.
Procuratore: ha avuto occasione di dire a qualcuno che ha fatto i nomi di Berlusconi e Dell'Utri?
Giuliano mi fece tante domande e io gli dissi di stare tranquillo “siamo in buone mani”, e a quel punto gli dissi che c'era di mezzo Berlusconi. Non ho citato Dell'Utri
Procuratore: rispetto a Berlusconi e Dell'Utri lei è al corrente di interessi economici collegati a loro?
La Standa la gestiscono insieme
Procuratore: perchè lei ha deciso di collaborare con la giustizia?
Nel 2000 mi ero dissociato da Cosa nostra, ho iniziato un percorso diverso grazie a un cappellano Padre Pietro cappone al carcere di Ascoli Piceno, no, padre Capoccia.
Lo studio della teologia ha rafforzato ciò che avevo nel cuore, dovevo scegliere se amare Mammona o Dio, però avevo molta paura, anche solo di scrivere una lettera….il 17 marzo è avvenuto un colloquio con il Dott. Grasso, gli dissi che avevo paura, lui mi rassicurò, mi disse di avere fiducia nelle istituzioni, fu un colloquio breve, ma mi disse che se non mettevo nero su bianco non si poteva fare nulla. Dopo tre o quattro colloqui ho messo la prima firma, è cominciata per me una bellissima stagione per me, anche se molto dolorosa. Al carcere dell'Aquila ho deciso di stare isolato, volevo riflettere, sentivo il dovere di riscattare tutti quei morti.
Procuratore: perchè ha aspettato tanto prima di fare i nomi di Berlusconi e Dell'Utri?
Io vedevo in questo un uso della giustizia da parte di Berlusconi, e Dell'Utri come suo vice. Nel 93 sono stato candidato da Giuseppe Graviano per andare in P.zza Rivoluzione a Milano, a mettere ordine, dare un colpo a questi ragazzim farne scomparire qualcuno, c'era un ragazzo Giovanni, e Stefano, ma non li conoscevo, ne ho parlato con Giuseppe Battaglia di questi che facevano furti e rapine.
Procuratore: lei ha fatto delle deduzioni o ha saputo delle cose specifiche, era successo che altri o lei fossero andati a mettere ordine in un mandamento di altri?
Se non c'è l'avvallo di un “capo famiglia”, è un colpo di stato. Nel 93 da Giuseppe Graviano mi è stato detto che si dovevano installare tabelloni pubblicitari nel quartiere di Brancaccio, se vengono installati però u un terreno pubblico, non è semplice, e si va in proprietà privata, invece il problema non esiste.
Nel 94 io sono latitante vengo a sapere che bisogna togliere i tabelloni, ma io e ragazzi eravamo utili solo a fare omicidi, tutto ciò lo vengo a sapere da Pietro Taiapia. I tabelloni vengono levati e si chiude la cosa. Ma la questione della pubblicità la vedevo come un'altra anomalia. Se si dovevano togliere i tabelloni, perchè si levavano anche il fondamento di questi?
Procuratore : da quando ha iniziato a collaborare da quali uffici giudiziari è stato ascoltato?
Soprattutto negli istituti penitenziari alla presenza di magistrati, no so quante volt, parecchie, poi a Caltanisetta e a Firenze e in procura a Milano, sulla questione di via Palestro.
Procuratore: quando ha riferito per la prima volta a un magistrato la questione del bar Doney di Roma? Essendo stato sentito dalla Procura di firenze, sottoponevo il problema alla Dottoressa Maffei. Era venuto il momento di svelare alcuni omissis (qui la difesa obietta sul termine omiss) che mi ero riservato per quanto riguarda la storia di via D'Amelio. Ero convinto di avere una tutela per la mia vita, ma mi sembrava che la cosa andasse scemando, per questo feci omissis sulle stragi del 92, qualcuno usava soggetti della politica per essere accreditato.
Procuratore: è possibile che alla Procura di Caltanisetta abbia parlato precedentemente al 2009 di Dell'Utri?
Avevo disseminato qualcosa.
Procuratore: lei oggi ha ricordato di aver messo in relazione Dell'Utri con quella vicenda dei pali della pubblicità, ricorda di averlo fatto mettendolo in relazione con Berlussconi?
No, se non non sarebbe stato un omissis
Ricorda di averlo fatto prima del giugno 2009?
Io chiarisco, intendo far risultare che invece prima del giugno 2009 Spatuzza nel suo esamie del 17 novembre 2008 al Pubblico Ministero di Caltanisetta fa riferimento a questi fatti. Secondo la trascrizione dei verbali lo Spatuzza parla di dislocazione di Graviano a Milano: “ma come siamo combinati? Stai tranquillo che stiamo in mani buone perchè Berlusconi è quello che garantisce la situazione.
Altro passattio a pag 117 (la difesa contesta il passaggio) quando si parla del collegamento e il Procuratore Lavi chiede la conclusione, Spatuzza dice; Dell'Utri e Berlusconi.
Procuratore: le è mai stato chiesto se Graviano ha fatto il nome del politico di riferimento che doveva assicurare quello che doveva assicurare? Se c'era u collegamento tra Graviano e Dell'Utri e Berlusconi, precedentemente al 16 giugno 2009?
Non ricordo
Procuratore: Verbale 17 luglio 2008 il Procuratore Repubblica di Firenze riporta: non ebbi particolari indicazione dai Taviano su chi era l'interlocutore politico, è vero che lo ha detto?
Certo. A suo tempo Graviano non me lo aveva svelato.
Procuratore: Ha mai riferito di una trattativa criminale?
Dopo strage di via D'Amelio ho un incontro con Taviano gli dissi di mettere da parte il risentimento, per me la strage di Via D'Amelio e quello che seguirà fa parte di questo contesto. Nel 91 ci stavamo già muovendo per uccidere Falcone e nel 92 Borsellino.
Lei di questa trattativa ha mai riferito ad autorità dello Stato della sua conoscenza dei fatti?
A questo punto vi è una diatriba tra avvocati e Pubblico Ministero sulle dichiarazioni di Spatuzza, e gli avvocati della difesa dicono di voler verificare le dichiarazioni precedenti.
Procuratore: su cosa si impegnava il teste a riferire in vista di un programma di protezione?
Pubblico Ministero contesta la domanda.
Difesa: Signor Spatuzza per quanti crimini è stato condannato?
Per 6 stragi e 40 omicidi.
Difesa: certo, è questa la gente che chiamiamo a deporre! Non chiamiamo le persone per bene.
A questo punto la Corte si ritira, poi quando rientra dichiara che la prossima udienza si terrà a Palermo l' 11 dicembre 2009.
In aula i giornalisti intervistano Dell'Utri, qualcuno gli chiede: ma perchè secondo lei Spatuzza è inattendibile?
Dell'Utri furioso risponde: “ma che cazzo vuoi? Tu fai parte della Sicilia che fa schifo!

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