Fede e scienza

Luigi Cancrini, persona che stimo moltissimo, su L'Unità del 29 novembre, rispondendo ad un lettore, scrive: “Non ho mai capito perché si ostina tanto, la Chiesa, a difendersi dai progressi della scienza…Immaginare che l'atto creativo originario sia stato quello legato alla produzione della vita e che le potenzialità del genoma si siano espresse nel corso dei millenni è molto più credibile del racconto di una creazione, per tappe, in sette giorni”. Per amor del vero, l'ostinazione da parte della Chiesa c'era una volta, ma non oggi. Giovanni Paolo II in un discorso a un simposio su “Fede cristiana e teoria dell'evoluzione”, nel 1985, affermava: “Una fede rettamente compresa nella creazione e un insegnamento rettamente inteso della evoluzione non creano ostacoli”. Al n. 302 del Catechismo della Chiesa Cattolica, si legge: “La creazione ha la sua propria bontà e perfezione, ma non è uscita dalle mani del creatore interamente compiuta”. Però la Chiesa è anche persuasa che il mondo “non è il prodotto di una qualsivoglia necessità, di un destino cieco o del caso” (n. 295 del Catechismo). Riguardo poi al racconto della creazione in sei giorni (il settimo si sarebbe riposato!), la Chiesa non ritiene che l'autore delle Genesi abbia inteso narrare una cronaca. Oggi è d'accordo con Galileo: “Le Scritture spiegano come si vada in cielo e non come va il cielo”.

Miriam Della Croce

P.S. La celebre frase è del cardinale Cesare Baronio

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