"Mafia negli enti pubblici grave il divario Nord-Sud"

L'allarme di Draghi: “Resta immutato lo scarto del Pil negli ultimi 30 anni”. Il governatore della Banca d'Italia boccia le politiche di sussidio alle imprese. “Bisogna premiare l'efficienza dell'amministrazione pubblica”

ROMA – “Grava su ampie parti del nostro Sud il peso della criminalità organizzata. Essa infiltra le pubbliche amministrazioni, inquina la fiducia fra i cittadini, ostacola il funzionamento del libero mercato concorrenziale, accresce i costi della vita economica e civile”. È il nuovo richiamo sulla questione meridionale che il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, ha lanciato nel corso di un convegno sul Mezzogiorno a palazzo Koch, davanti al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

“Via Nazionale ha messo risorse di analisi a disposizione della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, per una indagine sul costo economico della criminalità”.

Il divario tra il Sud e il Centro-nord nei servizi essenziali per i cittadini e le imprese – ha detto Draghi – rimane ampio. Le analisi che presentiamo oggi rivelano scarti allarmanti di qualità fra Centro-nord e Mezzogiorno nell'istruzione, nella giustizia civile, nella sanità, negli asili, nell'assistenza sociale, nel trasporto locale, nella gestione dei rifiuti, nella distribuzione idrica”.

“In più casi, emblematico è quello della sanità – ha aggiunto il governatore – il divario deriva chiaramente dalla minore efficienza del servizio reso, non da una carenza di spesa. Svolgere un'attività produttiva in Italia è spesso più difficile che altrove, anche per la minore efficacia della Pubblica amministrazione; nel Mezzogiorno queste difficoltà si accentuano”.

“Il divario di Pil pro-capite rispetto al Centro Nord – ha spiegato Draghi – è rimasto sostanzialmente immutato per 30 anni: nel 2008 era pari a circa 40 punti percentuali. Il Sud, in cui vive un terzo degli italiani, produce un quarto del prodotto nazionale lordo rimane il territorio arretrato più esteso e più popoloso dell'area dell'euro”. Draghi ha sottolineato che “un sentiero di crescita più elevato di quello dello scorso decennio è essenziale per la stabilità finanziaria; per abbattere il debito pubblico; per potenziare le nostre infrastrutture e per ridurre il prelievo fiscale”

Il governatore boccia le politiche di sussidio alle imprese nel Sud, perché si sono rivelate “inefficaci” e distorsive per il mercato. “Le nostre analisi mostrano che i sussidi alle imprese sono stati generalmente inefficaci: si incentivano spesso investimenti che sarebbero stati effettuati comunque; si introducono distorsioni di varia natura penalizzando frequentemente imprenditori più capaci. Non è pertanto dai sussidi che può venire uno sviluppo durevole delle attività produttive”.

Il federalismo fiscale potrà essere una occasione per rendere l'azione pubblica più efficace al Sud.”Con il federalismo fiscale la maggiore autonomia si coniuga con una maggiore responsabilità: sarà un'occasione -spiega- per rendere più efficace l'azione pubblica solo se l'imposizione e la spesa a livello decentrato premieranno l'efficienza, solo se gli amministratori locali saranno capaci di indirizzare le risorse verso gli usi più produttivi e le priorità più urgenti”.

Nel Sud, afferma ancora il governatore, “questi obiettivi sono più difficili da raggiungere, ma se raggiunti i benefici saranno grandi, probabilmente maggiori che nel resto del paese. Altrimenti -ammonisce- i divari si aggraveranno”. Al Sud come al nord, conclude Draghi, “lo scopo del nostro agire deve essere garantire la funzione pubblica per eccellenza, quella che definisce una cornice, un clima uniforme nel paese: scuole, ospedali, uffici pubblici che assicurino standard comuni di servizio da un capo all'altro d'Italia”.

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