Tirrenia: una nuova Alitalia?

di Dringa Milito Pagliara

Da tempo sto inutilmente incalzando Matteoli, via agenzie, per avere sue risposte ed impegni precisi sulla privatizzazione di Tirrenia di Navigazione.

Riassumo le vicenda. Il Governo avvia il processo di privatizzazione della società Tirrenia, motivando la decisione con un obbligo in tal senso imposto da Bruxelles e, di fronte a qualsivoglia critica o richiesta, si rifugia sempre dietro tale obbligo. Chiariamo allora, da subito, che la Comunità Europea non ha mai imposto, né potrebbe imporre, la privatizzazione di una società, perché a Bruxelles non interessa se la proprietà è pubblica o privata. Alla Comunità Europea interessa, invece, che l’operazione di riassetto, qualunque essa sia, avvenga nel rispetto dei principi di trasparenza, di non discriminazione e di parità di trattamento previsti dalle norme comunitarie. Ed interessa che sia salvaguardato il fondamentale principio di continuità territoriale e che, quindi, non siano tagliati quei collegamenti con le Isole maggiori e minori che consentono ai cittadini ivi residenti di spostarsi liberamente nel territorio.

Capiamoci: Tirrenia cosi come è non funziona e ben venga privatizzarla, se lo scopo è quello di offrire un miglior servizio, reso in regime di concorrenza, ai passeggeri. E’ un problema di metodo, non di principio.

Punto primo: non è chiaro quali servizi essenziali di continuità con le isole saranno garantiti, né quali siano i centri di costo che devono farvi fronte; punto secondo: il Ministro dichiara genericamente che i livelli occupazionali, che si attestano a circa 3.800 unità, saranno salvaguardati, ma non risulta alcun accordo sindacale in tal senso. Terzo e ultimo punto: considerando che Tirrenia ha chiuso il 2008 con debiti per 725,1 milioni di Euro, bisognerebbe che il Ministro ci facesse sapere come intende impostare i bandi di gara che saranno emanati entro il 31 dicembre di quest’anno. Vi è, infatti, il rischio concreto che sia riproposto il modello Alitalia, con quella privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite che tanto piace a questo Governo. Per dirla con chiarezza, non vorremmo che Matteoli avesse in mente di creare una bad company a carico dei contribuenti italiani e una good company in mano al privato.

E siccome sulla vicenda Tirrenia la confusione regna sovrana, stiamo cercando di fare chiarezza (anche) con una interrogazione parlamentare al Ministro.

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