La festa di Cristo Re contro la peste del laicismo

Oggi 22 novembre, per la Chiesa è la festa di Cristo Re. Festa introdotta da Pio XI, con l'enciclica “Quas primas” dell’11 dicembre 1925, al fine di combattere il laicismo. Così scriveva nella lettera: “E perché più abbondanti siano i desiderati frutti e durino più stabilmente nella società umana, è necessario che venga divulgata la cognizione della regale dignità di nostro Signore quanto più è possibile. Al quale scopo Ci sembra che nessun'altra cosa possa maggiormente giovare quanto l'istituzione di una festa particolare e propria di Cristo Re”. E più avanti: “La peste della età nostra è il così detto laicismo coi suoi errori e i suoi empi incentivi; e voi sapete, o Venerabili Fratelli, che tale empietà non maturò in un solo giorno ma da gran tempo covava nelle viscere della società. Infatti si cominciò a negare l'impero di Cristo su tutte le genti; si negò alla Chiesa il diritto — che scaturisce dal diritto di Gesù Cristo — di ammaestrare, cioè, le genti, di far leggi, di governare i popoli per condurli alla eterna felicità…I pessimi frutti, che questo allontanamento da Cristo da parte degli individui e delle nazioni produsse tanto frequentemente e tanto a lungo, Noi lamentammo nella Enciclica Ubi arcano Dei e anche oggi lamentiamo: i semi cioè della discordia sparsi dappertutto; accesi quegli odii e quelle rivalità tra i popoli, che tanto indugio ancora frappongono al ristabilimento della pace…”.

Altri tempi. Anche se non molto lontani. Oggi la Chiesa non ha, almeno ufficialmente, questa posizione nei riguardi del laicismo, però non ha abbandonato l'idea che “chi esclude Dio dal suo orizzonte, falsifica il concetto di 'realtà' e, in conseguenza, può finire solo in strade sbagliate e con ricette distruttive”, e che “nei sistemi che mettono Dio tra parentesi c'è solo il fallimento”. Così ebbe ad affermare nel maggio del 2007, Benedetto XVI durante il viaggio in Brasile. Ed è un concetto che si ripete come un ritornello nel suo libro Gesù di Nazaret : il mondo va in rovina là dove non c'è fede in Dio, e va invece bene dove c'è la fede. Le cose però non stanno così. Moltissime bravissime persone, pur non avendo fede, si adoperano per il bene della società, per la giustizia, per la libertà. In qualche modo sono con Dio. Per contro, esistono persone che credono in Dio, e fanno ciò che gli pare, e mandano il mondo in rovina. Non sono con Dio. Un esempio recente è stato il presidente degli Stati Uniti, George Bush. Nella sostanza l'avvertimento della Chiesa non è mutato: state attenti, ché se vi allontanate da Dio (e dalla Chiesa), il mondo va in rovina; se state con Dio (e con la Chiesa) avrete pace e serenità. Monito analogo a quello della maggior parte delle sette.

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