ITALIA-LIBIA: PER I RIMPATRIATI PACE O VENDETTA?

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ITALIA-LIBIA: PER I RIMPATRIATI PACE O VENDETTA?

“Frecce Tricolori nei cieli di Libia sì o no?”. Se lo chiedono con una punta di amarezza in più anche i rimpatriati dalla Libia che nel 1970, quando dovettero abbandonare quel Paese – dopo aver subito la confisca di tutti i beni –, furono esposti a vessazioni di ogni genere senza che l’Italia decidesse di mandare navi o aerei militari per facilitare il loro rimpatrio.

“Il tempo è una grande medicina – dice Giovanna Ortu, Presidente dell’Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia – e noi siamo sempre rimasti molto vicini al popolo libico, rispettosi dei loro rappresentanti, soddisfatti di aver avuto successo sia nella lunga, altalenante battaglia condotta per porre fine alla discriminazione subita in tema di visti turistici per gli italiani nati in Libia, sia nell’opera di restauro del cimitero di Tripoli, rimasto per decenni in condizioni di inaccettabile degrado.

Certo non avremmo immaginato, dopo l’ingiustizia subita tanti anni fa (la confisca avvenne in violazione di un trattato bilaterale del 1956) di vedere rinnovato tante volte il nostro dolore: dai missili lanciati su Lampedusa, al Mig libico caduto sulla Sila negli anni ‘80, fino all’offensivo atteggiamento in occasione della liberazione del terrorista condannato per Lockerbie, passando per le provocazioni della recente visita di Gheddafi in Italia e le drammatiche e inarrestabili vicende dei clandestini che partono dai porti libici.

La decisione del presidente Berlusconi di partecipare, nonostante tutto, ai festeggiamenti per il primo anniversario del cosiddetto “Trattato storico” bilaterale e di far esibire la nostra straordinaria pattuglia acrobatica per il 40° anniversario della rivoluzione libica dimostra che il nostro Governo intende perseguire ad ogni costo una politica basata esclusivamente sulla convenienza economica, senza peraltro ricordarsi dell’antico debito verso chi ha perso tutto, non solo beni materiali.

Per questo attendiamo fiduciosamente che il Consiglio dei Ministri accolga la proposta del Ministro La Russa, tesa ad ottenere un risarcimento per i beni perduti che sia meno umiliante di quello concesso nel gennaio scorso, solo dopo manifestazioni dei rimpatriati e ripetute pressione dell’intero Parlamento.

Anche noi – conclude Giovanna Ortu – abbiamo un importante anniversario da celebrare: il 7 ottobre 2010 ricorre il quarantennale della nostra cacciata, fino all’anno passato ricordato dalla Libia come “giorno della vendetta”. Noi invece dobbiamo poterlo celebrare come il completamento del nostro riscatto in Patria.”

Contatti:
Giovanna Ortu – Presidente AIRL

ufficio.stampa@airl.itpresidenza@airl.it

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