QUANTE PAROLE!

Da anni tentiamo, ma non sempre ci riusciamo, di fare il punto sulle cose nazionali che interessano gli italiani all’estero. Ed anche oggi, con un sistema informativo ricevibile in tempo reale in tutto il mondo, non sempre siamo in grado di fornire a questa fitta umanità gli aggiornamenti di coloro che da noi fanno politica. Per questa volta non prenderemo posizione sui militanti di partito; perché il fare politica dovrebbe significare interessarsi ai problemi degli altri; nessuno escluso. Soprattutto perché abbiamo rilevato che quelli che interessano i nostri Emigrati si sono rivelati, nonostante gli impegni di facciata, prevalentemente formali. Le problematiche correlare agli italiani all’estero non fanno notizia; quindi ogni loro trattazione risulta marginale. Insomma, senza temere d’ innescare la suscettibilità di qualcuno, siamo convinti che il poliedrico mondo dell’emigrazione non faccia più “gola” a nessuno. Il passato non torna ed i Connazionali oltre confine non sono più una realtà nazionale. Secondo noi, è l’impostazione del problema che non regge. Resta che si sente sempre meno la voce di chi vorrebbe dire, ma non è messo nelle condizioni di poterlo fare. Ciò che conta, in quest’enigmatico 2009, sono i problemi interni. Il resto è storia già vissuta. Ad una manciata di mesi dalla fine d’anno, ci chiediamo, con la coerenza di chi non vuol mollare, quanto veramente contino gli italiani nel mondo nei confronti della madre Patria. La risposta già l’abbiamo fornita in apertura. Col diritto di voto politico e referendario, le coscienze dei nostri politici sono serene. Pretendere di più sembrerebbe, anche per gli addetti ai lavori, anacronistico. Ma non è così. A nostro avviso, le Istituzioni sono ancora troppo lontane dai milioni di connazionali nel mondo. Il loro impegno politico, in ogni modo sia indirizzato, si è rivelato scarso proprio perché volutamente inserito in quelle problematiche nazionali che nulla hanno da spartire con chi vive all’estero. Le realtà parallele non ci hanno mai convinto, ma i politici nazionali, insieme con quelli eletti nella Circoscrizione Estero, ci fanno conto. Le opinioni degli addetti ai lavori non riescono ad emergere. Sono frenate dal peso delle tematiche nazionali che non sono formulate per ospitare anche i pochi “desiderata” di chi, italiano a tutti gli effetti, vive lontano dal Bel Paese. Molto spesso, almeno nel linguaggio corrente, qui da noi si dice che gli italiani all’estero hanno altro a cui pensare. I loro diritti non sono più nella penisola e, di conseguenza, per loro le strategie parlamentari sarebbero, in ogni caso, inefficaci. I nostri politici non sembrano interessati a cambiare rotta. Tutti assai più portati agli apparentamenti ora indispensabili per la sopravvivenza dei partiti che rappresentano. Ai nostri Emigrati, che pure potrebbero essere una forza elettorale più che rispettabile, non resta che l’amarezza delle promesse disattese e delle tante prospettive sempre ininfluenti. Ora cambiare si può e si deve.

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