ITALIA CHE CAMBIA

Forse, non è sfuggito a nessuno che l’Italia non è più quella degli inizi del Nuovo Millennio. In poco meno di nove anni, il Paese si è profondamente trasformato. Sia nelle abitudini di vita, sia sotto il profilo socio/economico. Il XXI Secolo è arrivato, mentre la nostra società già si stava evolvendo.Un’evoluzione che, per una serie di motivi anche imponderabili, non ci ha trovato tutti preparati. Non solo è cambiata la moneta e le prospettive di vita, ma anche i parametri di confronto con gli altri e con la realtà multietnica. Fuori e dentro i confini nazionali. Il Secondo Millennio è già così lontano ed il Terzo è ancora troppo giovane perché ci consenta raffronti meno generici. In questi ultimi anni, almeno una generazione d’uomini di partito è scomparsa. Da noi, a ben osservare, insieme ai simboli storici di tante formazioni politiche, sono spariti gli ideali, anche quelli più sacri. Lo stacco generazionale è così evidente da lasciarci esterrefatti. Eppure non sono venuti meno gli stimoli ad andare oltre. Magari ricercando altri valori per dare un significato a questa nostra frenesia che è insicurezza per il futuro. Non è più neppure razionale considerare la Patria come entità territoriale. L’Italia, da tempo, non lo è più. Non lo è più neppure l’Europa. Il Vecchio Continente vive una realtà tutta differente da quella di fine secolo. Certamente, non ci siamo resi ben conto che per essere vincenti non ci si dovrebbe adattare. Il futuro d’Italia non è mai stato così dipendente dalla nostra volontà. Solo alla fine degli anni ’90 sarebbe stato impossibile ipotizzare ciò che ora, invece, stiamo vivendo sulla nostra pelle. Mentre l’estate ci ha portato ad una sorta di “distrazione”programmata, le scelte per il bene del Paese sono già dietro l’angolo. La politica, se terrà veramente conto di questa nuova realtà, potrà giocare un ruolo decisivo. Il passaggio dei poteri, bene o male, c’è stato. Gli italiani hanno fatto la loro scelta. Del resto, non c’erano alternative. Così mentre la penisola, cuore della grand’Europa, resta nell’attesa d’indispensabili cambiamenti, gli uomini di partito, figli e nipoti di chi ha avuto potere in Prima Repubblica, cercano d’emergere. Tutti i mezzi sembrano leciti. Nessuno sicuro.

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