Prima dell’avvento di internet se malauguratamente ci ammalavamo due erano i possibili percorsi terapeutici:in caso di malattia lieve si andava all’ambulatorio del nostro medico di famiglia;nei casi più gravi venivamo ricoverati in ospedale.
A questi due tradizionali iter curativi,oggi nell’era di internet,se ne aggiunge un terzo rappresentato dalla telemedicina innegabilmente una rivoluzione in campo sanitario.
Così oggi la vecchia visita medica può avvenire anche a distanza attraverso immagini inviate dal cellulare o con esami comunicati via posta elettronica.
La telemedicina in sintesi è fare spostare le informazioni invece dei pazienti che ci guadagnano su tutti i fronti,dall’economicità alla qualità della vita.
Poco tempo fa una delle principali erogatrici di prestazioni sanitarie americane Kaiser Permanente,ha pubblicato i risultati dell’ impegno economico colossale(4 miliardi di dollari)per digitalizzare i servizi prestati ai suoi 8 milioni di assicurati.
Convertendo i camici bianchi ad internet le visite per paziente hanno subito una flessione del 26%,con un conseguente incremento di telefonate ed e-mail.
Un altro studio statunitense ha invece messo a confronto la performance di due gruppi di nosocomi del Texas. Ebbene chi ha informatizzato maggiormente il servizio ha ridotto del 15% i decessi e del 16% le complicazioni migliorando anche la salute delle casse pubbliche.
Stando a un rapporto di Rand,se il 90% degli ospedali e dei medici statunitensi adotterà le tecnologie dell’informazione entro il 2020 si risparmieranno 77 miliardi di dollari all’anno.
Contabilizzando anche i benefici indotti da una migliore salute pubblica i vantaggi raddoppierebbero,arrivando al 6% della spesa sanitaria corrente,che ammonta a 2,6 trilioni di dollari come afferma l’Economist.
Sul fronte dei risparmi in Italia si è mosso il ministero della Innovazione sostenendo che se l’elettronica entrasse fino in fondo nel servizio sanitario si potrebbe risparmiare il 30% che tradotto in cifre fa 30 miliardi di euro,ben 60.000 miliardi di vecchie lire,vale a dire l’importo di una manovra finanziaria.
Forse una stima ottimistica ma certamente l’informatizzazione sanitaria potrebbe tagliare di molto i costi della nostra sanità.
Se consideriamo che nel nostro paese si fanno 550 milioni di ricette all’anno a una media di 1 euro l’una,digitalizzandole si risparmierebbero 550 milioni di euro.
Il piano eGov 2012,nel capitolo salute,registra la situazione odierna(con l’80% dei medici di base dotato di un computer e,tra loro,una metà connessa a internet)e pianifica il futuro quando ogni cittadino avrà il suo fascicolo sanitario elettronico,una biografia per malattie consultabile da ogni medico.
Per alcune regioni il futuro è già realtà come per i 400.000 fortunati assistiti della asl 9 di Treviso;ogni loro referto,esame di laboratorio o radiologico,è custodito in un sito al quale il medico che li ha in cura può accedere.
L’idea è piaciuta così tanto che altre regioni hanno già chiesto di copiarla. La verità è che in Italia non esiste più un sistema sanitario nazionale ma 20 sistemi sanitari diversi(tanti quanti sono le regioni italiane)perché in sostanza ogni regione fa quello che vuole come dimostra il caso della asl 9 di Treviso citato precedentemente.
Per concludere ben venga la telemedicina che vuol dire sanità di alto livello diffusa e per tutti, dimezzando costi e tempi, consentendo esami sofisticati fatti senza doversi spostare, poter avere luminari a disposizione anche per chi abita in piccoli centri e, diagnosi immediate nonostante il medico specialista lavori a centinaia di chilometri rispetto a dove si è fatto il prelievo. E poi meno code,attese dimezzate e costi ridotti per la nostra sanità pubblica.
Attendiamo fiduciosi l’avvento di questa nuova era sanitaria che elimini le ombre che molto spesso si addensano oggi in questo importante servizio di cura della collettività dalle patologie.