Intervento del Sen. Claudio Micheloni sull’ordine dei lavori tenuto venerdì 31 luglio 2009 nell’Aula del Senato

Presidente, Colleghe e Colleghi,
ho chiesto di poter intervenire per esprimere il mio profondo disagio. Disagio che è diventato veramente pesante, insopportabile nel corso della seduta pomeridiana del 29 luglio scorso.

Presidente, nel corso di quella seduta sono avvenuti due eventi, inconcepibili e di assoluta gravità per l’istituzione che rappresentiamo, senza che dalla Presidenza del Senato, né dai gruppi, né dall’aula ci sia stata una reazione.

Primo fatto: nel corso dell’intervento della collega Bugnano che rilevava semplicemente l’assenza del Min. Bondi, il Sottosegretario Giro ha avuto un comportamento scomposto e offensivo nei confronti del Senato della Repubblica.

Secondo fatto: conseguenza del primo, mentre il Senatore Russo richiamava con una certa foga il Sottosegretario ad un atteggiamento più rispettoso, il Senatore Massidda si è avventato contro il Senatore Russo fino ad alzare le mani e a colpirlo.

Questo momento di confusione in Aula ha indotto la Presidente Mauro a sospendere la seduta per 5 minuti.

Dopo la sospensione si è ripreso la seduta come se niente fosse accaduto, semplicemente perché i due Senatori in questione si sono dati la mano. Sono ben felice che l’incidente si sia concluso positivamente sul piano personale, ma il problema istituzionale rimane irrisolto.

Signor Presidente, Colleghe e Colleghi, come è possibile che il Senato della Repubblica italiana possa essere offeso dal Sottosegretario Giro senza che ci sia una reazione da parte della Presidenza del Senato e le scuse del Governo? Come è possibile che un Senatore possa alzare le mani su un collega senza che ci sia una reazione da parte della Presidenza del Senato?

Colleghe, colleghi, dove siamo arrivati? Cosa è diventato il Senato della Repubblica italiana? La Camera alta presieduta dalla seconda carica dello Stato.

Qui non c’entra un discorso di maggioranza o opposizione, qui è in gioco il rispetto, il prestigio, la dignità dell’istituzione, è in gioco la dignità di ciascun componente di questa Camera.

Come possiamo pretendere che le cittadine e i cittadini rispettano le istituzioni, lo Stato, le regole, la semplice educazione, se Senatori della Repubblica Italiana e membri del Governo, si comportano come appena descritto?

Presidente, credo che si sono superati tutti i limiti, dallo spettacolo indecoroso che diamo alle scolaresche e al pubblico che assistono ai lavori di quest’aula. Ad esempio nelle votazioni elettroniche, con i furbi che votano per gli assenti, dimenticando, a mio modo di vedere, che la furbizia è la negazione dell’intelligenza, della buona educazione e della semplice onestà. Presidente, questo mio intervento potrà anche essere deriso e apparire puerile, addirittura patetico.

Personalmente, però, mi sono sentito profondamente offeso nella mia funzione di Senatore e ritengo che si sentono offesi anche le decine di migliaia di cittadini italiani residenti all’estero che con il loro voto mi hanno affidato il compito di rappresentarli con dignità e onore.

Presidente, la prego di prendere i giusti provvedimenti affinché siano richiamati i responsabili di questi eventi che ho qui ricordato. Presidente, la prego inoltre di fare in modo che fatti del genere non si ripetono più e che l’Aula del Senato della Repubblica, sia veramente, nel comportamento, individuale e collettivo, la Camera Alta delle Istituzioni italiane.

Queste cose possono apparire banali, sono invece convinto che sono di fondamentale importanza e che il distacco dei cittadini dalla politica e dalle istituzioni, la maleducazione diffusa in luoghi pubblici che spesso sfocia nella violenza, siano incoraggiate e quasi “legittimate” dal comportamento di certi politici e di alcuni parlamentari in particolare.

Caro Presidente, non intendo dare lezioni a nessuno. Mi creda non ho questa pretesa. Certi comportamenti, tuttavia, troppo spesso presenti in quest’aula sono incompatibili e per me difficilmente sopportabili con la semplice ma sana educazione che mi hanno insegnato i miei nonni, contadini abruzzesi, e i miei genitori operai, emigrati in Svizzera.

Ci chiamano “Onorevoli Senatori”. Nel termine “Onorevole” c’è la parola “Onore”. Facciamo in modo di meritare questo titolo.

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