La Casa del Giovane è una palestra di slanci in avanti e sfide al cambiamento, servire, accogliere, accompagnare, tappe cruciali di questa comunità di persone in marcia, alla ricerca della propria dignità, nella gioia, dolore, amore, emozioni che strutturano, edificano, fanno fortezza, emozioni che non danno scampo alla disattenzione, alla indifferenza, emozioni che ci consegnano al reale che dobbiamo costruire intorno per poter vivere una buona vita.
Persino nel momento della scomparsa del giovane Franci, sbalzato via nel fragore di un botto, di una moto frantumata, ricordo bene le tue grida di gioia nel piazzale della comunità, i calci al pallone, le tue difficoltà e le tue speranze, il tuo coraggio e la tua onestà, quella tua integrità morale che molto ha da insegnare ai grandi.
Caro Franci, ancora adesso non ci credo che sei andato a Gesù così di buon passo, stento a capacitarmi di questa tua lena a voler volare alto.
Rammento la tua curiosità, la tua calma veloce, disegnata nello sguardo chiaro che ti porti appresso, sì, perché quei tuoi occhi belli non verranno mai meno.
Se penso alla tua caparbietà intelligente, una volta di più, mi rendo conto che nel tragitto che ci ha visti camminare insieme, sei stato tu a insegnarmi che si cresce insieme, si migliora insieme, si diventa uomini insieme.
Come si fa a impedire questo nuovo viaggio che divide e recide i sogni, come si fa a non sentire le gambe tremare e il cuore fermarsi, nel pensarti con gli occhi reclinati, come si fa a non rileggere la tua storia.
E’ difficile ricucire lo strappo causato da questo maledetto incidente, questo male al cuore che imprigiona la pietà, ma nuovamente ritorna in aiuto la tua amicizia, la tua presenza in questi anni di reciprocità, per non avere a che fare con i tanti scempi che ci vengono addosso, per non tralasciare di rimarcare il valore degli esempi come il tuo, che danno speranza ed energie a tanti educatori, a tante famiglie, a tanti tuoi coetanei in attesa di una chiamata, di un ascolto, di un po’ di tempo per esserci DENTRO fino alle ginocchia alla tua storia, confermandoci la possibilità di rialzarci, di ben camminare e raro cadere.
La tua storia non va relegata dove la memoria fa cilecca, deve diventare una sorta di cartello della coerenza e della generosità sufficienti a non avere paura di parlarne, soprattutto a non avere timore a intraprendere la salita che attende, a non avere paura come hai fatto tu, affidandoti con fiducia agli altri, a coloro che ti hanno voluto bene e te ne vorranno sempre alla Casa del Giovane.
Giovane amico, nello strazio di tante persone a cercarti disperatamente, alla funzione le parole lette in un sussurro si sono messe a ballare, come a voler interdire il dolore, esorcizzare ciò che è accaduto improvvisamente, una danza e una poesia del silenzio, una pausa di amore infinito che non smetterà mai di alzare la mano in un saluto.
Caro Franci, sei parte di quel passato che è solamente il prologo per tante vite che bussano in questi laboratori e in queste case, in questo stile di vita diventato anche il tuo, nell’impegno e nella fatica quotidiana.