ITALIANI ALL’ESTERO: SERVIRE NON SERVIRSENE

Quando si parla, o si scrive, d’italiani all’estero, il termine “emigrazione” e tecnicamente bandito. I Connazionali oltre confine non fanno più, da troppo tempo, “notizia”. In Patria sono considerati parti integrate nella Comunità ospite ed il ricordo d’Italia s’ipotizza che sia svanito. Non è così. Gli italiani all’estero, soprattutto quelli di seconda e terza generazione, hanno precisi riferimenti sulla realtà della penisola. Sono informati, interessati e, assai spesso, anche coinvolti. Insomma, i milioni d’italiani nel mondo sono una realtà, una tangibile risorsa anche per il nostro tribolato tessuto sociale. Non tutti hanno fatto fortuna all’estero; ma ben pochi hanno dimenticato, nonostante tutto, l’Italia. Pur quelli che sono nati lontano e della nostra lingua non hanno una perfetta padronanza. Noi l’Emigrazione l’abbiamo vissuta sul fronte dell’informazione dal lontano 1959, in piena guerra fredda e quando le Germanie erano due. La nostra è stata un’esperienza diretta ed imprescindibile. Si lasciava lo stivale per cercare altrove pane, dignità e lavoro. Dopo le lontane Americhe, il flusso più nutrito si è avuto nel Vecchio Continente. Migliaia d’italiani si sono recati in tutte le contrade d’Europa; fieri delle loro origini e ben motivati nel voler ritornare. Non è sempre stato possibile. All’estero li attendevano altri sacrifici, altre umiliazioni. Però tutti, pur se in maniera diversa, sono andati avanti rispettando il Paese ospite e divenendo fonte di valuta pregiata per l’Italia della ricostruzione prima e del “boom” economico, poi. Se la prima generazione si è dissolta nell’oblio dell’età, i suoi figli ed i suoi nipoti hanno continuato per quella strada d’italianità che non è venuta mai a mancare. Pur contando sempre meno in Patria, non si sono dimenticati delle loro radici. Oltre gli eventi, anche i più luttuosi, oltre la storia. Politicamente, nonostante il sofferto diritto di voto, politico e referendario, il loro “peso” resta assai condizionato dagli accordi di “cordata” degli Onorevoli eletti nella Circoscrizione Estero. La tutela dei loro, pochi, diritti è tutta da focalizzare ed i programmi dei loro rappresentanti in Parlamento sono, troppo spesso, ancora da definire. I Connazionali nel mondo non vogliono più vivere d’illusioni e di disattese promesse. Intendono contare di più nel futuro d’Italia. Lo abbiamo capito.Così, prima di tutto, si è fatto strada, prepotente, un progetto che intendiamo concretizzare con l’aiuto di tutti e senza privilegiare nessuno: “Servire gli italiani all’estero e non servirsene”.

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