Fermiamo i razzisti!

Giovanni Pollice
Direttore del Dipartimento Politiche Migratorie
presso la Segreteria Nazionale del Sindacato Tedesco dei
settori industriali Minerario, Chimico ed Energetico (IG BCE), Hannover

Dopo la legge razzista approvata dal Parlamento italiano in questi giorni, ritengo che non sia ammissibile che uno dei Paesi fondatori dell’Europa regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. Ritengo inoltre doveroso denunciare fermamente l’imperante ondata di xenofobia nei confronti degli immigrati. Doveroso è anche andare controcorrente rispetto al dilagare del razzismo camuffato da presunta “sicurezza“.
Si dice che l’Italia sia un Paese a maggioranza cattolica, o comunque di radici culturali cristiane, ma sembra che l’onda montante nel Paese abbia ben diversa matrice. E non mancano, ormai, forze politiche come la Lega, che squallidamente cavalcano questa pericolosa onda dell’intolleranza, esclusivamente per fini elettorali. In questi giorni il Parlamento del Paese dove sono nato, che si dichiara a maggioranza cristiana, ha deciso di cacciare via, di respingere gli immigrati dall’Italia. Mi sono interrogato su quale sia il ruolo del Parlamento: accettare il ricatto interessato di fascisti e leghisti a recepire e ratificare gli umori del Paese, oppure – nel rispetto dello spirito della Costituzione – attraverso le leggi, aiutare questo Paese a crescere. Mi permetto di ricordare ai parlamentari del Paese dove sono nato, che una legge per regolamentare l’ingresso degli immigrati e che costituisca la Carta fondamentale per una convivenza multietnica, non può fondarsi sulla repressione, sui respingimenti indiscriminati e sullo stato di polizia, ma deve avere come presupposto l’accoglienza e l’integrazione.

Non è vero che gli immigrati sono delinquenti, come non lo siamo noi italiani che viviamo fuori, non è vero che vanno in Italia a rubare il posto di lavoro agli indigeni, come non lo abbiamo rubato noi, non è vero che sono troppi, come non lo siamo noi, tanto da non poter essere integrati nel tessuto sociale italiano. Essi hanno in ogni caso qualcosa da regalare agli italiani, come noi che viviamo fuori dall’Italia abbiamo regalato ai Paesi che oggi ci ospitano. Essi potranno aiutare l’Italia a cambiare, come noi italiani abbiamo contribuito a cambiare i Paesi in cui oggi viviamo. E poi non è vero che in Italia ci sono soltanto quelli che non vogliono gli immigrati. Ci sono tanti che sono contenti di averli tra loro, esempio tanti lavoratori e lavoratrici che svolgono le mansioni più umili e dure, per le quali non si trovano italiani disposti a svolgere. A chi ha la memoria corta, vengo a rammentare che anche i primi nostri connazionali emigrati hanno sofferto una situazione simile; solo chi l’ha vissuta sulla propria pelle può capire cosa significa.

So benissimo che il processo di integrazione non è facile, come non lo è stato e non lo è tuttora nei paesi che ospitano tra l’altro anche gli italiani emigrati. Ciò non toglie comunque che un Paese civile abbia il dovere di favorire l’integrazione e non l’emarginazione di queste persone. Quello che ci vuole è la volontà politica che attualmente in Italia non vedo. I governanti italiani non capiscono che l’immigrazione è ricchezza culturale, potenzialmente è anche ricchezza economica. Deve essere controllata in modo rigoroso, ma i problemi si risolvono soprattutto favorendo l’integrazione e la tolleranza verso le altre culture

I confini territoriali, l’idea di patria e di nazione fanno parte del passato. Oggi le società moderne che hanno dei governanti lungimiranti e non ottusi, sono società multiculturali.
Le norme varate in Italia a proposito di immigrazione, non tutelano i più elementari diritti umani, e sono indegne di un popolo libero come quello italiano.

La mia speranza è quella che la stragrande maggioranza del popolo italiano, il quale non è razzista, sia pronto a protestare contro questa legge appena approvata dal Parlamento italiano, una legge ingiusta, razzista e disumana.

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