Il popolo della libertà BruxellesG8

Il popolo della libertà BruxellesG8. L'Aquila, capitale del mondo

Sarà un G8 ricco di temi, di argomenti. Un G8 che spazierà dall'economia allo sviluppo, dalle questioni più attuali di politica internazionale (Iran, Corea del Nord, Medio Oriente) a quelle più strutturali che riguardano la non proliferazione (o, addirittura, il disarmo) e il contrasto al terrorismo, fino alle emergenze umanitarie e ambientali, dalla crisi alimentare alla lotta contro i cambiamenti climatici, dalla nuova filosofia degli aiuti allo sviluppo fino a un sostanziale progresso sul clima per arrivare a un'intesa fra le grandi economie (emerse e/o emergenti) nella conferenza ad hoc di fine anno a Copenaghen.
Nessun aspetto rilevante di politica economica e internazionale sarà trascurato, sottovalutato, lasciato senza risposte.
Per discutere di tutti questi temi vi saranno – all'Aquila – tutti gli attori, tutti i protagonisti, in formati diversi che gradualmente dialogheranno tra loro e produrranno “dichiarazioni” conclusive. In qualche caso, si tratterà di passaggi decisivi sulla strada di un accordo che dovrà concretizzarsi altrove (il G20 di Pittsburgh per i temi economici, la conferenza di Copenaghen per il clima), ma in altri casi si tratterà di risultati concreti subito operativi. Potrebbe essere il caso del rilancio dei negoziati sul commercio mondiale, che avranno effetti anche sullo sviluppo dei Paesi più poveri, o sulla sicurezza alimentare con l'annuncio di una cifra consistente messa a disposizione dal G8 e, soprattutto, un vero e proprio ribaltamento della politica di aiuti allo sviluppo con la persona finalmente al centro della solidarietà che verrà non solo dai governi, ma dai privati.
I giotto affronteranno il tema della propria stessa legittimità a rappresentare il Pianeta, e la presidenza italiana consapevole del problema ha proposto e ottenuto un'associazione più stabile anche di quei Paesi (Cina, India, Brasile, Messico e Sudafrica) senza i quali sarebbe incomprensibile, e di fatto impossibile, immaginare un'intesa efficace soprattutto sui temi economici. Il G8, quindi, all'Aquila si apre, dialoga, diventa qualcos'altro. Si confronta e prende decisioni, che condivide poi con i G5, e poi con i Paesi del Mef (Major Economies Forum) e poi con i Paesi africani, e infine con le organizzazioni internazionali. In tutto, 40 soggetti internazionali e 29 leader-Paese.
Al di là della struttura della governance mondiale, che di per sé è un tema sufficiente per qualificare l'importanza di questo G8, si parlerà di regole dei mercati finanziari internazionali (è l'argomento affrontato a Londra e che giungerà a una prima conclusione a Pittsburgh, ma sulla strada da Londra a Pittsburgh la tappa dell'Aquila potrà rivelarsi decisiva).
  • Si parlerà di uscita dalla crisi. I Grandi della Terra (e i meno grandi a confronto) riconosceranno che si è entrati nella fase di uscita da una crisi che in questo momento, più di prima, è gravata dal peso della sfiducia.
  • Si riconoscerà la fiducia come uno strumento essenziale per riprendere il cammino e ritrovare la direzione della crescita.
  • Si parlerà di sviluppo, ossia delle conseguenze che la crisi ha avuto sui Paesi più poveri, e dell'attualità degli Obiettivi del Millennio (in particolare la salute globale e il dimezzamento della fame entro il 2015) come strategici per la stabilità del Pianeta, oltre che per la vita di tanti esseri umani, specie in Africa, e per il futuro del mercato mondiale.
  • Si parlerà di accesso all'acqua, di energia, e – appunto – di Africa. E si parlerà, infine, delle emergenze politiche e dei conflitti regionali.
  • Si confronteranno Stati Uniti, Russia e Cina, ma poi tutto il G8, e “gli altri”, sulle prospettive di pace (o guerra) in Medio Oriente, sul rapporto della comunità mondiale con Paesi come la Corea del Nord e L'Iran, sulle speranze rilanciate da russi e americani circa il disarmo. Senza limitarsi alla “non proliferazione”, ma proprio in vista di un disarmo globale, di “un mondo senza armi nucleari”, come quello delineato da Obama a Praga.

Silvio Berlusconi sarà il leader che condurrà i dibattiti, tutti, che ospiterà il G8 e si spenderà per raggiungere il massimo risultato (concreto) possibile su tutti i singoli argomenti. In più, condurrà una serie di bilaterali con i leader dei Paesi più importanti e potrà focalizzare nuovamente l'attenzione e la solidarietà del mondo sul futuro dell'Abruzzo, colpito dal terremoto e ansioso di rinascere.

Italia sempre più protagonista nel mondoSilvio Berlusconi è il leader che ha la responsabilità di presiedere nel 2009 a L’Aquila il Vertice G8 più rappresentativo della storia (con ben 29 capi di Stato e di governo e 11 responsabili di organismi internazionali). Lo ha già presieduto due volte, questa è la terza. Un primato ineguagliato, prima di lui hanno presieduto due G8 solo Kohl e Mitterrand. E di esperienza ce ne vuole, per condurre i dibattiti sui temi più disparati con formati sempre diversi e interlocutori diversissimi tra loro. Tuttavia, Berlusconi è in una condizione ideale per questo “lavoro”, avendo nei quindici anni di attività politica e di governo instaurato e sviluppato rapporti politici importanti e positivi con molti leader e molti Paesi.

Berlusconi e Obama
Il Presidente del Consiglio è reduce da un incontro alla Casa Bianca col Presidente degli Stati Uniti che è durato il doppio del previsto (quasi due ore) e si è concluso con una lunghissima conferenza stampa nello Studio ovale, nella quale i due leader hanno riconosciuto la perfetta coincidenza di vedute su tutti i temi principali sul tappeto. Obama ha ringraziato Berlusconi per i “consigli su come trattare coi vertici russi”, e Berlusconi ha elogiato Obama dicendo che “finora non ha sbagliato una mossa”.
Berlusconi e Sarkozy
È recente il vertice Italo-Francese nel quale i due leader hanno rinsaldato a Villa Madama il rapporto personale, forse il più “simpatetico” e proficuo che vi sia stato negli ultimi lustri fra un premier italiano e un presidente francese. Con reciproci, pubblici elogi. Fra l’altro, tra i due c’è sintonia politica. Questa concordanza di visioni e ideali si è fatta sentire soprattutto nel semestre di presidenza francese del Consiglio europeo, a fine 2008, quando Berlusconi ha contribuito in modo decisivo alla soluzione della crisi georgiana e a definire il pacchetto sul clima.
Berlusconi e Merkel
E sintonia politica, per la comune appartenenza alla grande famiglia dei Popolari europei, corre tra Berlusconi e il cancelliere tedesco. Anche in questo caso, si è svolto di recente il vertice bilaterale, a Trieste, e in altre occasioni multilaterali (a Strasburgo per il Summit della Nato e ai Consigli Europei) il Presidente del Consiglio italiano e la Merkel hanno consolidato il rapporto strategico tra i due Paesi. Basti dire che l’economia italiana corre se corre quella tedesca, e viceversa.
Berlusconi e Brown
Forte e per nulla scontata è stata la collaborazione tra il premier britannico e Berlusconi per via delle rispettive presidenze del G20 e G8. Alcuni mesi fa, un op-ed congiunto pubblicato da Il Sole24Ore ha fotografato lo stato dell’arte nella cooperazione tra le due presidenze sul tema cruciale dell’uscita dalla crisi e della regolamentazione dei mercati finanziari.

Berlusconi e Medvedev
Ben conosciuto è il credito di Berlusconi nei confronti della Russia, non solo di Putin, il premier ed ex presidente, ma di Medvedev, che il Presidente del Consiglio ha di recente incontrato in più occasioni, anche nella residenza ufficiale alle porte di Mosca. In quella circostanza, il Presidente Medvedev ha elogiato il ruolo di Berlusconi nei rapporti della Russia con l’Europa e con la Nato. Soprattutto, eccellente è la collaborazione economica Italia-Russia lanciata ormai da anni e in continua crescita, nonostante la crisi.

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