Italiani nel mondo: A CHI SPETTA?

Gli italiani, ovunque residenti, dovrebbero avere nei confronti della Patria gli stessi diritti e gli stessi doveri. Invece, ancora no. Tra i tanti problemi in campo, spicca soprattutto quello dell’imposizione fiscale. Che le tasse e le imposte si debbano pagare siamo perfettamente d’accordo; ma è anche indispensabile informare tutti i potenziali contribuenti all’estero su “come” e su “quando”. Dato la difficoltà informativa, non di rado i Connazionali oltre frontiera sono, per il fisco italiano, “evasori” fiscali. E, dato che la legge non ammette ignoranza, le sanzioni possono anche essere “pesanti”. Dunque, se è palese che si deve dare a Cesare ciò che spetta a Cesare, è anche evidente che ci debba essere qualcuno, ufficialmente preposto, in grado d’offrire assistenza ed informazione fiscale. L’Italia è rappresentata all’estero dai nostri consolati. Però, tra i loro numerosi compiti, non è prevista alcuna pertinenza fiscale. Stessa situazione, in linea generale, per i Patronati. Ma, allora, a chi spetta il dovere dell’informazione? Un interrogativo che, pur con tutta la buona volontà, non ha ancora trovato una risposta definitiva. Spesso non rimane che rivolgersi ad amici o parenti nella penisola che, a loro volta, s’indirizzano presso gli studi dei commercialisti. Ovviamente, l’operazione ha un costo. Se è giusto fare il proprio dovere fiscale, lo è assai meno essere costretti a rivolgersi a terzi per evitare successivi problemi. Ora, anche se i nostri consolati saranno “ridimensionati” e anche chiusi, il compito informativo dovrebbe spettare a loro. Il tutto tramite un aggiornamento dei compiti già previsti per le nostre autorità diplomatiche. Anche questo problema potrebbe essere risolto tramite uno specifico intervento dei Parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero. Ma è inutile coltivare speranze: gli onorevoli venuti da lontano sono rigidamente inquadrati nella politica dei partiti nazionali dei quali, gioco forza, fanno parte. L’interrogativo, pur con tutta la nostra perplessità, rimane.

Giorgio Brignola

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