Carta d’identita’ elettronica. La semplificazione e la beffa

E' noto che la carta d'identita' dura 10 anni rispetto ai 5 del passato e, per chi ha ancora il vecchio documento (la maggior parte), approssimandosi la scadenza, dovra' recarsi in Comune per farsi apporre un timbro di proroga. Lo fa sapere oggi il ministero dell'Interno con una circolare. Ma cosa succede con la carta d'identita' elettronica, quella grande come una carta di credito su cui c'e' scritto che vale cinque anni? Se stanno per trascorrere i cinque anni, il cittadino dovra' recarsi in Comune e gli sara' consegnato un certificato cartaceo, valido a tutti gli effetti di legge, che ne attesta la proroga e che dovra' essere conservato ed esibito contestualmente; se l'Autorita' straniera non dovesse riconoscere la validita' di tale certificazione -fa sapere sempre il Viminale- e' necessario contattare gli uffici diplomatici italiani del luogo.
E' proprio cosi'. Incredibile ma vero! La carta elettronica, non solo costa 25 euro rispetto ai 5 di quella cartacea (il 400% in piu'), ma se deve essere estesa la validita' bisognera' andare in giro portandosi un pezzo di carta dietro, col dubbio che all'estero l'accettino. Chissa' se esiste un qualche Franz Kafka in grado di romanzare questo splendido episodio della nostra burocrazia. A noi era stato insegnato che la tecnologia avrebbe dovuto semplificare la vita, tra cui i costi ridotti, ma probabilmente apparteniamo ad un mondo diverso in cui pero' il consumatore e' sempre al centro: solo che per noi lo e' per le priorita' delle scelte, mentre per il ministero dell'Interno e' per vesseggiarlo e spremerlo.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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