L'Italia non é uscita sfigurata dalla elezioni europee.
Contrariamente alla Francia che ha visto il suo campo politico sconvolto dai verdi, che hanno ridato colore ad una campagna ben grigia.
Solamente tre giorni prima dello scrutinio Bayrou, Presidente del Modem (Centristi) e Cohon-Bendit (Capolista dei Verdi Europei) bisticciavano alla televisione, dando un pessimo spettacolo : il primo trattando il secondo da presunto pedofilo e il secondo trattando Bayrou con un termine dispregiativo”minable” che vuol dire piccolo incapace.
Questo avvenimento é stato il solo fatto eclatante della Campagna, il quale fa capire quanto il dibattito politico europeo sia stato sorvolato, con la più bassa partecipazione al voto di tutti gli scrutini della storia francese !
L'Italia invece, sembra aver dato diverse lezioni agli stati Europei, dopo aver attraversato una burrasca mediatica nazionale e internazionale che ha profondamente attaccato le istituzioni italiane e segnatamento il Presidente del Cosiglio Silvio Berlusconi.
Il sottoscritto, invitato a diverse trasmissioni radiotelevisive prima del voto del 7 giugno, ha dovuto rispodendere a diversi attacchi spregevoli, all'ironia giornalistica , nonché alla certezza che l'affare Noemi Letizia fosse l'atto finale della caduta del “Cavaliere”.
Ho risposto sempre in maniera chiara e forte che secondo me, doveva scorrere ancora molta acqua sotto i ponti italiani prima di vedere la caduta di Berlusconi.
Ho comunque precisato che gli ultimi fatti che toccavano principi come quelli della famiglia potevano essere pericolosi per il Premier.
Ebbene le elezioni Europee hanno dato una risposta chiara all'Europa, ai giornalisti italiani, internazionali e segnatamente alla Francia.
Quali sono le lezioni che umilmente possiamo tirare dallo scrutinio Europeo.
Prima di tutto, il mondo si aspettava o una caduta pesante del Premier o una vittoria schiacciante da plebiscito, il risultato ci sembra neutro, un pareggio, che non significa risultato negativo, ma garanzia di stabilità.
Infatti gli italiani, come i Francesi non hanno votato per dare una sanzione a Berlusconi o a Sarkozy, hanno attraverso questo voto senza isteria, rigettato il voto sanzione, per un voto costruttivo legato allo scrutinio europeo.
Se il risultato fosse stato schiacciante da una parte o dall'altra non avrebbe risposto alle esigenze di democrazia e del voto per eleggere i deputati europei.
Quindi questo primo punto ci sembra rivelatore di una maturità del popolo, superiore a quella dei politici in generale, che hanno ricercato, prima delle elezioni, l'effetto speciale dell'emozione del popolo, che non é caduto nel tranello.
Una seconda lezione sembra risiedere nel rapporto tra la vita privata e la competenza poilitica.
Nelle nostre società bigotte e pudiche come quella francese o italiana si poteva pensare, come negli Stati Uniti, che la gente misurasse il politico nell'insieme delle sue caratteristiche, segnatamente l'esigenza di una vita privata impeccabile.
La Francia da Mitterand aveva già rivelato che i Francesi non hanno misurato la competenza del Presidente sulla complessità della sua vita privata, che fu comunque in parte nascosta.
Ma con Sarkozy la vita privata é apparasa ben complessa e di dubbia moralità, tuttavia non ha condizionato la sua popalarità e nemmeno rimesso in causa la sua competenza politica.
In Italia, questo scrutinio sembra comunicare ai Politici che il gossip sono i giornalisti a farlo e forse il popolo italiano é meno cretino di quanto si possa pensare.
Con il voto del 7 giugno il popolo ha voluto comunicare che misura i politici per la loro competenza e non per la loro vita privata e la loro sessualità.
E questo forse un passo in avanti che rivela forse un ulteriore distacco dalla morale cattolica che inficia il nostro Paese.
Un ulteriore insegnamento appare dalla partecipazione al voto in Italia, che pur essendo scesa, si rivela la più alta d'Europa.
Quindi come contestare il senso civico dell'Italia di fronte ad un tale rispetto e senso della responsabilità per la democrazia e il voto ?
Quando invece in Francia paese di grande tradizione democratica il 70 % dei francesi non hanno votato !
Dal voto scaturisce un altro insegnamento che solamente il 7 % degli italiani all'estero hanno votato per questo scrutinio.
Appare quindi evidente come lo dissi e lo ripeto, che il sistema del voto all'estero e segnatamente del voto per corrispondenza non risponde efficacemente al problema, che potrebbe essere risolto con l'uso di Internent. Ma questo é un altro tema.
Un ultimo insegnamento e mi sembra il più importante é il bisogno di stabilità politica che scaturisce da questo voto.
Gli italiani sembrano stufi dei perpetui cambiamenti di Governo, il voto espresso a sostegno della coalizione della popolo della libertà é una richista di impegno nelle riforme, di volontà costante di un Governo stabile per affrontare la crisi e proseguire con le riforme profonde della Costituzione e della società Italiana, che appare sempre come il paese dell'improvvisazione.
Cantieri per rendere l'Italia moderna e efficiente ce ne sono ancora tanti e toccano in profondità la vita degli italiani : la giustizia, la sanità, i trasporti, l'urbanismo, gli ammortizzatori sociali per ricordarne qualcuno.
Infine esce una sola nota stonata dal voto, che ci macchia e vizia in maniera ostensibile il nostro Paese : il risultato della Lega che appare come un voto di reazione alla mancanza di una politica sull'emigrazione fondata sui diritti dell'uomo e non sull'impressionismo emotivo.
Questo é un cantiere essenziale per un Paese come l'Italia che ha mandato nel mondo milioni di emigrati che hanno fatto la prosperità di tutte le nazioni che ci hanno accettato, ed una di queste é la Francia.
Non dimentichiamolo….
Carlo Alberto Brusa
Avvocato al foro di Parigi
ed ex candidato alle elezioni del 2006