Precisa la volontà di creare nuovi standard che meglio si confacciano alle loro realtà produttive, così da superare gli ostacoli imposti dal Coi
di T N
Australia e Stati Uniti, divisi su molte questioni, si sono invece ritrovati per ridefinire nuovi standard internazionali sull’olio d’oliva.
Questi due Stati, in particolare, mettono in stato d’accusa il Consiglio oleicolo internazionale e l’Europa, rei di voler ostacolare le esportazioni di tali produzioni locali che non rispettano i limiti regolamentari, giudicati “troppo restrittivi”.
Rodney Mailer, dell’Oil Research Laboratory, in particolare non nasconde la propria rabbia per come gli oli australiani vengono considerati.
L'australiano è l'olio d'oliva collaborando con gli Stati Uniti di sviluppare una nuova serie di standard internazionali di olio d'oliva.
Egli afferma che i produttori australiani non dovrebbero essere svantaggiati, perché il loro olio di oliva è diverso da oli europeo.
“Uno degli steroli dell’olio di oliva, il campesterolo, è un po' più elevato in Australia rispetto ai valori europei – afferma- questo non implica che ci sia qualcosa che non va nei nostri oli”
“Il fatto che le varietà che qui utilizziamo abbiamo un contenuto di campesterolo più elevato degli standard – aggiunge Mailer – in realtà sarebbe un fatto positivo, che presenta vantaggi nutrizionali, ma abbiamo qualche problema a esportare in Europa a causa delle norme attuali.”
Ciò che Mr. Mailer ha dimenticato però di ricordare è che le cultivar utilizzate in Australia sono, in larga misura, quelle presenti in Europa.
Ma si sa, “business is business”.
di T N
30 Maggio 2009 TN 21 Anno 7