DECRETO SICUREZZA

La Camera ha approvato giovedì nel suo nuovo testo il decreto sulla sicurezza e sono rimasto molto stupito per i commenti che l’opposizione, la CEI e perfino l’ONU hanno voluto esprimere su di una legge che – tra l’altro molto diversa da quella proposta all’inizio del percorso legislativo – credo invece assolutamente corretta. Ci possono essere singoli elementi da valutare poi nella loro applicazione pratica, ma temo che chi la critica non l’abbia neppure letta. A proposito delle “ronde” – per esempio – ho visto commenti ridicoli rispetto alla realtà, mentre punto fondamentale è chel’immigrazione clandestina diventa un reato, esattamente come nei maggiori paesi europei (Francia, Inghilterra e Germania), anche se non sarà punita con il carcere per non aggravare la già difficile situazione dei nostri istituti di pena. Sarà però un’aggravante in caso di altri reati penali, il che mi sembra corretto. Chi chiede la cittadinanza italiana dovrà pagare un’imposta di 200 euro, mentre per il permesso di soggiorno occorrerà pagare una tassa da 80 a 200 euro il cui gettito andrà ai comuni nei quali andranno a risiedere gli stranieri. E' opportuno ricordare che la tassa esiste in quasi tutti i paesi europei, e che in Olanda è di 800 euro. Pensiamo a quanto costa una pratica alla amministrazione pubblica tra ricerche, documenti e personale: perché deve essere gratis? Gli immigrati regolari avranno gli stessi diritti e doveri dei cittadini italiani, a cominciare dall’istruzione, dalla sanità e dalla tutela dei bambini. L’Italia è già un Paese aperto agli stranieri e agli extracomunitari in regola con la legge: i lavoratori non italiani sono 3,6 milioni, più degli impiegati pubblici (3,3 milioni). Le sole badanti sono oltre 700 mila rispetto ai 682 mila addetti italiani di tutto il comparto sanità! La durata dei soggiorni nei centro di identificazione sale a sei mesi: è indispensabile per le procedure di controllo. Stiamo parlando di persone che RIFIUTANO di comunicare nome e nazionalità, che sovente sono già state arrestate molte volte sempre dando nomi falsi e soprattutto che l’Unione europea riconosce fino a 18 mesi il diritto agli stati membri di disporre queste misure. Non dobbiamo essere dei senza cuore, vediamo la disperazione di queste persone, ma solo mettendo delle regole si può aiutare anche loro. Il caso dell’Albania dimostra come bloccando i flussi clandestini poi si possono avere tante immigrazioni regolari. Ok quindi ai visti di vero asilo politico, ma è evidente che chi ha motivi e diritti di chiedere asilo politico in Italia non ha alcuna ragione di tenere nascosta la propria identità. Le polemiche sul respingimento in Libia di chi arriva via mare sollevate dalla sinistra in modo rumoroso non possono smentire la realtà: da tre anni l’UE ha già respinto oltre le frontiere comunitarie più di 150 mila irregolari, spesso attraverso operazioni militari congiunte tra Spagna, Francia, Grecia e Italia. Esiste una apposita agenzia dell’Unione europea, la Frontex, che controlla operativamente il contrasto ai clandestini. Ho letto poi cose strabilianti, tipo che se una immigrata clandestina partorisce in Italia le verrebbe strappato il figlio per farlo adottare, dimenticando che la legge “Bossi Fini” prevede 9 mesi di permesso di soggiorno (3+6 mesi dopo il parto) a chiunque partorisca in Italia ed a qualunque titolo ci sia entrato. Ci tengo anche a precisare che il decreto-sicurezza prevede finalmente norme molto più severe per gli scafisti, rimessi TUTTI in libertà dall’ineffabile indulto del 2007. Lo stesso decreto prevede poi molte altri aspetti (di cui non ha parlato nessuno) per aiutare le forze dell’ordine, punire più severamente i reati di mafia, chi imbratta i monumenti e le carrozze ferroviarie. Forse un po’ più di informazione e meno ipocrisia sarebbero utili. Infine resta l’accusa che il governo faccia queste leggi solo come spot elettorale. Se fosse vero significherebbe che la maggioranza degli italiani è d’accordo e che male c’è allora, in democrazia, a seguire il volere della maggioranza dei cittadini? .

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