Laura Garavini interviene in aula sul pacchetto sicurezza

“La criminalità non ha colore né nazionalità. Va affrontata con serietà ed efficacia, senza alimentare xenofobia”

“La questione della sicurezza è una questione di tutti. È normale volersi sentire tranquilli, non disturbati dal timore di venire lesi nella propria vita e nella propria sicurezza. Eppure la maggioranza sta utilizzando ancora una volta la stessa propaganda sbandierata in campagna elettorale, aizzando odio contro gli stranieri e lasciando a bocca asciutta tutti quei cittadini che, giustamente, chiedono una sicurezza sobria ma reale”. Lo ha sostenuto l’on. Laura Garavini (PD) nel suo intervento sul pacchetto sicurezza in discussione alla Camera dei Deputati.

“Il Governo parla di sicurezza, di pugno duro. Ma invece di dare alle forze dell’ordine i mezzi di cui hanno bisogno, crea un immaginario collettivo distorto: immigrati uguale criminalità, è il messaggio”, ha criticato la deputata eletta nella circoscrizione estero. “Da italiana che vive da venti anni in Germania conosco bene questo concetto. Ciò che il centro-destra adesso dice nei confronti degli immigrati – poco affidabili, pericolosi, criminali – sono le stesse identiche cose che sono state dette contro i nostri padri e le nostre madri all’estero. È ora”, ha detto la Garavini rivolgendosi al Governo, “che si accetti che i problemi che ci sono con l’arrivo di altre culture non si risolvono con la demagogia, ma soprattutto con una politica di integrazione vera”.

“Purtroppo questa maggioranza è sorda a questo proposito, così come lo è sulla lotta alla criminalità organizzata”, ha denunciato la capogruppo del PD in Commissione Antimafia, “questo è grave per il nostro Paese e per l’Europa: le mafie, anche se non ammazzano, tolgono quotidianamente libertà e benessere e la possibilità di crescere. Un Governo che non mette la lotta alle mafie fra le sue priorità, non è un Governo che affronta il tema della sicurezza in modo serio”.

“È significativo”, ha asserito la Garavini, “che il Governo ricorra, ancora una volta, alla fiducia sulla questione sicurezza. Lo fa perché sa che senza di questa probabilmente otterrebbe di nuovo una sonora sconfitta in aula, come già è successo alcuni giorni fa con le norme sulle ronde”. La deputata del PD ha infine chiesto “una politica della sicurezza seria che faccia della lotta alla criminalità organizzata una priorità e non una politica che alimenti lo xenofobismo e i biechi interessi di bassa politica a fini elettorali”.

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