Il Popolo della Libertà  di BRUXELLES

Il Popolo della Libertà
BRUXELLES

*************BERLUSCONI: Le democrazie mondiali devono unirsi nel progetto di democraticizzazione dei paesi d'origine dei clandestini12 maggio 2009

“Le democrazie mondiali devono unirsi nel progetto di democraticizzazione dei paesi dÂ’origine da dove partono gli immigrati verso lÂ’Europa, percheÂ’ solo la concessione della libertaÂ’ puoÂ’ permettere alle persone di mettere a frutto i propri talenti e quindi uscire dallÂ’indigenza ed entrare nello stato del benessere”.

Lo ha affermato il presidente Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa con il presidente egiziano Hosni Mubarak che ha concluso il vertice intergovernativo di Sharm el Sheikh. Berlusconi ha spiegato che porteraÂ’ questo progetto comune italo-egiziano sul tavolo del prossimo Consiglio europeo percheÂ’, ha sottolineato, una prospettiva del genere non eÂ’ solo un imperativo “morale” ma un indirizzo “nel nostro stesso interesse”.

Il presidente del Consiglio italiano ha inoltre citato uno studio delle Nazioni Unite che prevede, nei prossimi decenni, un incremento della popolazione mondiale di 2 miliardi di persone, concentrato soprattutto in quei paesi che oggi sono “fuori dal benessere”.
Questo fenomeno, ha spiegato Berlusconi, “non potraÂ’ che portare a pressioni migratorie insostenibili se la situazione non cambieraÂ’ in quei paesi che ora sono ancora nellÂ’indigenza”. Il premier ha concluso auspicando che gli aiuti verso tali paesi non consistano solo in “elargizioni finanziarie” bensiÂ’ in “opere concrete infrastrutturali”, come scuole, strade e ospedali.

BERLUSCONI: Non siamo per l'Italia multietnica

Il video della conferenza stampa

sabato 9 maggio 2009 “Un anno positivo sono orgoglioso del mio governo”di Vincenzo La MannaBerlusconi: “Abbiamo lavorato bene e con spirito di squadra. Ho fatto i complimenti a tutti i miei ministri”. Poi annuncia lÂ’allargamento dellÂ’esecutivo e sui decreti precisa: “Erano necessari, smentita lÂ’opposizione”

Roma – È ancora un poÂ’ scosso, quando scende in sala stampa. Ha da poco commemorato, in Consiglio dei ministri, un amico di lunga data: don Gianni Baget Bozzo, «grande uomo e sacerdote» a cui, ripete, è «legatissimo» ancora oggi. Poi, pian piano, Silvio Berlusconi volta pagina. E spegne idealmente la prima candelina dellÂ’esecutivo che guida: «Abbiamo alle nostre spalle un anno positivo e ne sono orgoglioso», così come «della collaborazione interna». Ecco perché «ho fatto i miei complimenti ai ministri e li ho invitati a dare informazioni sulle tante cose prodotte, nellÂ’interesse del Paese».
Così, nel giorno in cui il Cdm avvia il percorso per ricostituire il ministero della Salute, nomina cinque viceministri e si appresta a fare posto a Michela Brambilla – da ieri sera alla guida del Turismo, pur senza portafoglio – il premier torna sullÂ’emergenza terremoto. E illustra, a palazzo Chigi, i tre emendamenti al decreto Abruzzo appena approvati. Il primo, informa, stabilisce che il limite dei 150.000 euro per la ricostruzione delle case potrà essere superato, mediante «presentazione di perizie giurate e firmate da parte dei tecnici». Il secondo, invece, che si rivolge a chi denuncia ingerenze governative sul futuro dellÂ’Aquila, assegna compiti specifici al suo sindaco, che «dÂ’intesa con la presidenza della Regione avrà la responsabilità della ricostruzione». Grazie al terzo emendamento, aggiunge il Cavaliere, «è stato chiarito il ruolo di Fintecna». Anche qui, per porre fine ad alcune polemiche. «Devo sempre lamentare – dichiara – che mi vengono attribuite frasi ed espressioni mai utilizzate: tutto questo è molto negativo. La mediazione della stampa molto spesso falsa la comunicazione del governo».
Già, il governo, che dopo lÂ’ok parlamentare al ddl allargherà di qualche unità la sua rosa. Nel provvedimento, che ha avuto ieri il via libera del Cdm, si prevede difatti che la Salute avrà, oltre al ministro, due sottosegretari. «Contestualmente – recita il comunicato finale – è stato deciso anche di prevedere un sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e altri due al Lavoro». Sul disegno di legge, chiarisce il presidente del Consiglio, «chiederemo una corsia preferenziale in Parlamento». E sul supporto da garantire a Elio Vito, seduto al suo fianco nellÂ’incontro con i giornalisti, spiega: «Riesce a essere ubiquo e a lui va il plauso di tutti noi. È encomiabile, ma i miracoli non accadono in eterno».
Sempre in tema di rapporti con le Camere, dopo il resoconto annuale fornito da Vito, Berlusconi sottolinea come alcuni decreti si siano resi «necessari», per via delle «situazioni cui abbiamo dovuto far fronte, come, tra le altre, lÂ’emergenza rifiuti e il terremoto». E che in generale «abbiamo smentito le critiche dellÂ’opposizione». In ogni caso, da parte del governo cÂ’è «una totale apertura alle proposte dellÂ’opposizione, se sono fondate».
Il Cavaliere, che ieri ha annullato la partecipazione alla festa della Polizia e una trasferta in Abruzzo, così come la visita in programma oggi a Marcianise, per il Salone del gioiello contemporaneo del Tarì, ricorda invece lÂ’appuntamento serale al Quirinale, per il giuramento della Brambilla. E giudica «necessario», nel complesso, il pacchetto delle nuove nomine. Ovvero, conferma le cinque promozioni da sottosegretari a viceministri: Giuseppe Vegas allÂ’Economia, Adolfo Urso al Commercio estero, Ferruccio Fazio alla Salute, Roberto Castelli alle Infrastrutture e Paolo Romani alle Comunicazioni.
A seguire, Berlusconi riferisce che «abbiamo dato il via libera allÂ’esame preliminare di un provvedimento per la meritocrazia nella pubblica amministrazione». Un testo che dovrà compiere adesso una serie di passaggi (tra cui quelli in conferenza Stato-Regioni, commissioni parlamentari e Cnel). A ogni cittadino, ribadisce, la pubblica amministrazione costa 4.500 euro. Come porvi rimedio? «Con unÂ’attività profonda di riorganizzazione e di totale digitalizzazione», che permetterà alle famiglie di «chiedere informazioni direttamente da casa». Si tratta, quindi, di misure che puntano a combattere «le inefficienze, a premiare il merito e a esigere rendicontazioni obbligatorie da parte dei dirigenti». I contratti collettivi, tra lÂ’altro, «devono restare nellÂ’ambito della legge, contro la prassi che si è instaurata con i governi della sinistra». Quindi, «stop alle deroghe». Infine, prima dei saluti, una risposta sibillina su Annozero e sulla puntata di giovedì scorso: «No, non lÂ’ho vista. Avevo da lavorare su cose serie…».

“ANNO POSITIVO, ORGOGLIOSO DEL MIO GOVERNO”domenica 10 maggio 2009 «La sinistra vuole unÂ’Italia multietnica. Noi no»di Vincenzo La MannaBerlusconi sul rimpatrio dei clandestini in Libia: «Azione in linea con le norme Ue. Per troppi anni porte aperte a tutti» Il bilancio di un anno di politica estera: «Già svolti 120 incontri internazionali. E presto Gheddafi sarà in visita in Italia»

Roma – No a unÂ’Italia multietnica. E nessuno scandalo sul recente rimpatrio a Tripoli di 227 migranti. Perché non vi è stata azione contraria alle regole europee, in materia di clandestini, portata avanti dal governo. Silvio Berlusconi intendere «fare chiarezza». E, dopo aver tracciato, di concerto con il titolare alla Farnesina, Franco Frattini, un bilancio «intenso» in politica estera, rivendicandone i successi («abbiamo lavorato bene nellÂ’interesse del nostro Paese»), respinge al mittente polemiche e critiche (Onu e Vaticano in primis) su quanto avvenuto al largo del Canale di Sicilia.
Bisogna dunque comprendere, è lÂ’invito del premier, che «vi sono due visioni riguardo i clandestini». La prima è quella «della sinistra, che con i suoi precedenti governi aveva aperto le porte» agli irregolari, visto che «la sua idea era, ed è, quella di unÂ’Italia multietnica». Ma «la nostra», di idea, «non è questa». Così come «previsto dagli accordi e dai trattati internazionali», spiega il Cavaliere, abbiamo lÂ’obbligo di «accogliere soltanto quei cittadini che sono nelle condizioni di poter chiedere asilo politico» e che «mettono piede sul nostro suolo». Intendendo come tale pure «lÂ’entrata nelle nostre acque territoriali». Ma per «chi invece viene individuato fuori, senza dunque essere entrato ancora nel nostro Paese», la situazione è differente. In questo caso, «vale il nostro diritto di respingerli nei luoghi da dove sono partiti». Quindi, «non vedo nessuno scandalo».
«È chiaro – specifica – che in mare prestiamo qualsiasi tipo di aiuto e assistenza, ma dobbiamo seguire quello che ha deciso lÂ’Europa». UnÂ’Europa che a volte critichiamo, per non aver «messo a punto» una «precisa» politica dÂ’immigrazione, verso cui «noi spingiamo». Insomma, rimarca, «siamo in linea» e «non vi è nulla che vìoli gli accordi o le norme di umanità, che abbiamo ben presenti». Evidentemente, fa notare, «non è stato bene inteso ciò che è avvenuto». DÂ’altronde, gli fa eco Frattini, ci siamo attenuti alla «doverosa applicazione del patto che i leader europei hanno siglato a dicembre».
A seguire, il presidente del Consiglio smentisce lÂ’ipotesi che si voglia revisionare la Bossi-Fini: «Non ne sono al corrente, non vi è nessuna tesi sul mio tavolo». E glissando sul commento alle posizioni del presidente della Camera – che punta lÂ’attenzione su unÂ’Italia multietnica, nel segno della «generazione Balotelli» – aggiunge: «Non cÂ’è progetto di cambiamento della legge che conosco».
Intanto, Berlusconi, convinto di aver reso un «buon servizio» al Paese, alla luce pure dei 120 incontri internazionali in un anno, annuncia che Muammar Gheddafi «farà presto una visita in Italia», evento «importante» che «non accadeva da moltissimi anni». In merito invece al suo viaggio negli Usa, il premier non si sbilancia sulla data. «La conosceremo prossimamente – afferma – perché le nostre due diplomazie stanno vedendo con le rispettive agende di trovarla. Però è certo che ci sarà, perché dobbiamo discutere i contenuti del G8».
A proposito del summit allÂ’Aquila, il Cavaliere riferisce che ieri vi è stata la visita di «una delegazione statunitense di cinquanta persone, che ha espresso un parere assolutamente favorevole» sulla sede prescelta. A luglio, aggiunge, «faremo il punto sullÂ’attuazione delle misure decise a Londra e adotteremo le misure strutturali necessarie per uscire dalla crisi», di cui «gran parte degli effetti sono dovuti al fattore psicologico. Sfortunatamente, da noi cÂ’è unÂ’opposizione che guarda soddisfatta alla sua esistenza». In ogni caso, ribadisce al mattino, via telefono, alla platea della «Festa dellÂ’Europa» di Torino, che la crisi «certamente non è finita, ma il peggio è alle nostre spalle». E proprio lÂ’Europa, a cui serve un «drizzone», dovrebbe avere un presidente «prestigioso», come Aznar o Blair, «che resti in carica per almeno tre anni».
DallÂ’Ue alle Europee il passo è breve. E Berlusconi riaffronta la questione «veline» con lÂ’ennesima battuta: «La prossima volta che vengo sul lago Maggiore, se insistete, posso portarle tutte». Poi, sulla sua presenza di lunedì scorso a Porta a porta, spiega: «Non sono andato volentieri, mi ci hanno costretto i giornali che hanno costruito un castello di accuse false e infondate per colpire me come leader della maggioranza».
In serata, dopo la conferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi, va a passeggio – con Frattini – per via dei Coronari, una delle sue storiche mete preferite per la presenza di antiquari. «Erano tanti mesi che non venivo qui…», commenta. Strette di mani, flash. Finché una ragazza chiede al premier di posare per una foto. «Quanti anni hai? Sei minorenne?», le chiede. «No, ne ho ventitré», gli risponde. «Allora va bene…», conclude il Cavaliere.

“LA SINISTRA VUOLE UN'ITALIA MULTIETNICA. NOI NO”

lunedì 11 maggio 2009«Rifiuti, con la sinistra Milano come Napoli»di Gianandrea ZagatoLÂ’allarme di Berlusconi: «Il diktat dei Verdi ha prodotto un deficit strutturale: in due anni eccesso di 600mila tonnellate» Pronostico su Penati: «In pensione come Prodi». Le Province? «Strumenti vecchi, saranno superate dalle città metropolitane»

Milano – Al pensionato del Pd aspettano un nuovo ospite. È Filippo Penati. Anche lui a breve trascorrerà i pomeriggi con Romano Prodi a vagheggiare sul passato. Penati è lÂ’attuale inquilino della Provincia di Milano e sa che «non può vincere» la sfida elettorale del 7 giugno: «La sua stagione politica è finita», garantisce Silvio Berlusconi.
Mentre al teatro Dal Verme applaudono lÂ’atteso finale, il leader del Pdl in collegamento telefonico (per via del mal di schiena non ha potuto partecipare di persona) dettaglia il «fallimento» della sinistra a Palazzo Isimbardi, sede dellÂ’amministrazione provinciale, proponendo lÂ’equazione con il «fallimento» di Romano Prodi: «Penati come Prodi ha provato a governare mettendo insieme lÂ’estrema sinistra e il centro per poi scoprire che non è possibile. E pure adesso che si è diviso dallÂ’estrema sinistra, Penati sa che senza un accordo con loro non può vincere e comunque non potrà governare». Insomma: «Dobbiamo portare alla Provincia di Milano la stessa coerenza e la cultura del fare che dimostriamo a Roma, al Comune di Milano e alla Regione Lombardia oltreché nelle tante realtà locali dove governiamo e che, dopo queste amministrative, sono sicuro saranno di più». Anche Letizia Moratti, sindaco di Milano, applaude e chiosa «Penati non ha fatto nulla, da lui abbiamo avuto solo battute mediatiche».
Fine vicina quindi degli anni difficili con i governi delle sinistre negli enti locali dopo che, ricorda il premier, lÂ’elettorato «ha affidato a noi il compito di guidare il Paese e affrontare e risolvere le molte emergenze ricevute in eredità». E con lo stesso «spirito» osserva Berlusconi «stiamo affrontando emergenze ben più gravi come la crisi economica e il terremoto dellÂ’Abruzzo». È questa la «direzione giusta» che il premier propone «dopo che la sinistra ha portato la Provincia di Milano alla paralisi».
Già, avverte, «non si tratta solo di una scelta di campo» bensì «di una scelta tra la cultura dei fatti e la cultura della politica parlata» che, «grazie a Penati e ai suoi pasdaran, rischia di far divenire Milano comÂ’era Napoli prima che si risolvesse lÂ’emergenza rifiuti». Sì, avete letto bene: «Se questa paralisi non sarà risolta potrebbe portare Milano e la sua provincia a trasformarsi a qualcosa di molto vicino a quello che abbiamo visto in Campania». Per Milano, rivela Berlusconi, si parla di un «deficit infrastrutturale che, nel 2011, riguarderà 600mila tonnellate di rifiuti allÂ’anno»: «La Provincia non è stata in grado di approvare un piano rifiuti fino a quando lo stesso Penati non è stato nominato commissario e sono proprio i veti e i diktat dei Verdi, oggi ancora suoi alleati, a produrre questa paralisi».
In compenso, racconta Berlusconi, mentre Penati tra «veti e diktat» non risolveva il problema rifiuti, i suoi assessori «volavano in business class ai social forum dei no global»: «A quello di Puerto Alegre i rappresentanti della Provincia di Milano sono volati in business class a spese dei contribuenti, un fatto significativo di come questi signori utilizzino i soldi pubblici». Ma lo spreco non finisce qui. «Penati ha creato addirittura un assessorato alla Pace: giuro, non ci credevo», ammette il leader del Pdl, che impietoso continua a declinare il governo made in Penati che tanto piace al Pd. «In 5 anni di governo di sinistra la macchina amministrativa è costata di più e ha prodotto di meno», annota Berlusconi tra la rabbia del popolo del Pdl che esplode in un boato quando Silvio, carta alla mano, tira fuori un altro, ennesimo spreco: «Penati ha speso 820mila euro per il catering. Ottocentoventimila euro in brioches. Io ragiono in vecchie lire e, sinceramente, un miliardo e 600 milioni in brioches mi sembrano eccessivi». Ma pure questa è la sinistra al governo, continua Berlusconi: «La Provincia governata da Guido Podestà eviterà gli sprechi e sosterrà lÂ’economia perché il dovere di chi sta al governo a qualsiasi livello è stare vicino ai cittadini quando ne hanno bisogno».
Insomma, assicura il premier, «ho visto i conti di Palazzo Isimbardi, in 5 anni la spesa corrente è cresciuta ed è arrivata a superare i 500 milioni di euro» e, last but not least, la sinistra «ha portato al massimo consentito per legge tutte le tasse provinciali, ha battuto tutti i record di pressione fiscale locale: lÂ’addizionale sullÂ’imposta di trascrizione è passata dal 3 al 30% e adesso cÂ’è pure quella sul consumo di energia elettrica che prima non cÂ’era». Cifre contestate dallÂ’amministrazione provinciale, che in una nota assicura che le spese per gli uffici pubblici, in particolare quelle «in gadget e manifestazioni», sarebbero in realtà diminuite. Ma in serata il presidente della commissione provinciale Bilancio ha confermato tutte le cifre citate dal premier.
Tra spese generose e autodifese, la struttura degli enti locali è comunque destinata a mutare radicalmente. Di più: «Le province sono una dimensione e uno strumento vecchio, abbiamo intenzione di superarle – ha annunciato il premier –. Nelle grandi aree urbane come quella di Milano intendiamo realizzare le città metropolitane». Intanto proprio nel Milanese, ha concluso il premier, «oggi parte una nuova stagione, che porta a grandi traguardi anche in vista di Expo 2015». Pronostico finale: «Podestà vincitore al primo turno».

********Corriere della SeraFRATTINI: LA UE CI HA LASCIATO SOLI. SUBITO UN VERTICEBERLUSCONI, “MISSIONE” IN EGITTO ********Il Sole 24 OreVENTI ACCORDI TRA ITALIA ED EGITTO********Il GiornaleFASSINO: “RESPINGERE I CLANDESTINI? MA QUALE RAZZISMO, E' LEGITTIMO”L'ONU? E' MEGLIO CHE TACCIA DOPO LA VERGOGNA DI DURBANECCO PERCHE' IL PD ADESSO HA PAURA SE CROLLANO ANCHE GLI ULTIMI FEUDI ROSSIIL RISPETTO DELLE REGOLE Intervista a Ignazio La Russa“L'ITALIA E' DEGLI ITALIANI. L'IDENTITA' VA SALVAGUARDATA” BERLUSCONI E MUBARAK: SFORZO UNICO PER RIDARE LA PACE AL MEDIORIENTE ********Quotidiano NazionaleIL GIORNO / il RESTO del CARLINO / LA NAZIONEIntervista a Marcello Pera“L'EUROPA CHIUDE GLI OCCHI E SCARICA SUI SINGOLI GOVERNI” ********LiberoALLA FINE MARONI HA AVUTO RAGIONEL'ERRORE DELLA CHIESA CON I CLANDESTINI ********

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