Non esiste un’”Altra” Italia, ma una sola e di tutti.

Tutti i cittadini italiani solo eguali davanti costituzionalmente e politicamente Noi del Progetto PIE, l’abbiamo capito e ci siamo fatti promotori del voto all’estero a tutte le tornate elettoralli inteso come diritto, rivolto all’unita’ e alleanza italica. IL concetto finora non e’ stato del tutto carpito sia a livello costituzionale che politico e sociale. Nel mondo esistono milioni d’italici con un poteziale reale di risanare tutto cio’ che decenni di malgoverni hanno prodotto ed riavviare un nuovo boom economico

Attuale situazione:

(1) Pil (prodotto interno lordo) stagnante da alcuni decenni (2) Un deficit che aumenta di anno in anno (3) Uno status sociale tra i piu’ bassi in Europa

Soluzioni:

Innasprire le politiche antifiscali, (2) una lotta continua, alle organizzazioni malavitose e (3) un investimento intelligente all’estero. L’evasione fiscale ammonta ogni anno a circa 150 miliardi, idem gli introiti delle mafie. Stranamente ammonterebbe alla stessa cifra le nostre rimesse dall’estero. A differenza noi Altri Italiani, siamo l’unici a contribuire al PIL, una domanda vi sorge spontanea: “ vale la pena da parte nostra dichiarci ancora italiani?“ Di questi nostri capitali ci siamo mai chiesti dove vanno a finire o come vengono investiti?. Mentre loro esportano noi importiamo, una realta’ innegabile. L’evasione fiscale fin’ora non e’ stata debellata, per il semplice fatto che in Italia non vi sono mai state leggi e certezze della pena. In altre parole si e’ chiuso sempre un occhio, grazie innanzi tutto ad un parlamento compiacente. Tutti sappiamo che e’ la poverta’ ad alimentare le mafie, ergo occorre un grosso investimento al Sud, altro che ponti sugli stretti, utilizare quei sei miliardi per la costruzione del “fantomatico” ponte, per le reali infrastrutture. Lavoro uguale a sicurezza esistenziale, uguale a piu’ entrate Questo dimezzerebbe l’esercito malavitoso. Gia’ a questo punto in cassa ci sarebbero alcuni miliardi in piu’ Ma come possiamo increnentare le rimesse degli italiani all’estero? Semplicemente con il voto a tutte le tornate elettorali ad incomoinciare dall’ammistrative.

Ricostruire quel ponte venuto meno, per decenni tra chi e’ stato costretto ad emigrare e coloro rimasti in Italia. Il voto che sia esso postale o elettronico, (credo di averlo gia’ mensionato in qualche altro mio intervento) dovrebbe essere gestito in toto dai comuni di provenienza del cittadino italiano all’estero. Molti comuni italiani non sanno nemmeno esattamente quanti loro concittadini vivono sparsi e sperduti per il mondo. La legge Tremaglia per quanto si voglia parlare bene e molti lo fanno, e’ stata la piu’ grossa beffa (per non dire altro) nei nostri confronti. Ha dimostrato semplicemente che all’estero vivono solo 4 milioni di italiani ed hanno il diritto di votare, i loro rappresentanti (12+6) alle solo elezioni politiche. E il resto? Signori il resto potrebbero, con il solo voto parificato, raddoppiare le rimesse. Chi dovrebbe investire all’estero? In primis i comuni e poi le province e le regioni. Ma questo puo’ avvenire solo se quest’ultimi sanno che i loro concittadini all’estero avranno voce in capitolo con la massima espessione democratica, cio’ il voto. Noi cittadini italiani all’estero dobbiamo smetterla di crearci dell’Oasi o riserve Indiane, discutere se un residente italiano in Madre Patria da il diritto al voto passivo ( e no attivo come qualcuno ha fatto notare in un alrticolo apparso su questo portale) anche nelle circoscrizioni estere. La Legge Tremaglia lo prevede, basta registrarsi al registro AIRE solo pochi giorni prima delle elzioni e abbiamo gabbato lo santo. Non e’ prevista nessuna pena morale o politica e il Senatore Di Giloramo ne e’ la prova. In tre anni non abbiamo fatto altro che accusare i 18 eletti all’estero (ed io sono stato tra i primi) di inefficienza e di troppo partitismo. Oggi io chiedo scusa a codesti! La colpa e’ della 459/2001 ( Legge Tremaglia) che non prevede nessuna voce in capitolo.Per questo all’estero occorre compattezza e allenza nel condannarla e porre fine a tanto speco di risorse all’estero.

Da Londra Carmine Gonnella

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