Giovanna Canzano intervista ANGELO MELLONE

“Non ritengo che la libertà di opinione non sia garantita,
è che ogni tanto l'etica giornalistica zoppica. Sta al singolo farla lavorare a dovere quando hai la notizia, anche se dovesse andar contro – dico per esempio – le tue idee politiche”… (Angelo Mellone)

CANZANO 1- La libertà di opinione non sempre garantita crea dei ‘buchi neri’ nell’informazione limitando chi fa della libera circolazione di idee la propria professione e modello di vita. Come si regola un giornalista come lei?

MELLONE – Non ritengo che la libertà di opinione non sia garantita, è che ogni tanto l'etica giornalistica zoppica. Sta al singolo farla lavorare a dovere quando hai la notizia, anche se dovesse andar contro – dico per esempio – le tue idee politiche. Io, poi, sono un giornalista che non fa mistero della sua collocazione politica, per cui, nel mio caso che è molto differente da quello di un normale cronista, l'opinione (spero sempre libera) è il sale
del mio mestiere.

CANZANO 2- Secondo lei un governo ha il diritto di garantire le libertà individuali?

MELLONE – Chiedo scusa ma la domanda mi sembra mal posto: è il contrario. Il governo ha il dovere di garantire le libertà individuali? Ci mancherebbe, in caso contrario
cancelleremmo due millenni di storia europea…

CANZANO 3- Il pacchetto sulla sicurezza prevede che il ministero dell'Interno potrà ordinare l'oscuramento dei siti Internet sui quali si commette il reato di apologia o si istiga a delinquere. E poi?

MELLONE – E poi aspettiamo le prime applicazioni del pacchetto in questo particolare contesto…

CANZANO 4- Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC), ha inserito l’emendamento che prende ispirazione dalle recentissime polemiche sui gruppi di Facebook a favore degli stupri o della mafia. E’ solo una ‘guerra’ a facebook?

MELLONE – Non conosco il contenuto dell'emendamento. Certo è che pensare che la libertà in Rete, specialmente in un social network, sia totale, mi sembra poco sostenibile.

CANZANO 5- Il negazionismo, parola che sembra non promettere niente di ‘buono’, in effetti tende a scoprire e divulgare verità documentate che la storiografia ufficiale non sembra prendere in considerazione semmai osteggia, cosa ne pensa?

MELLONE – Penso che esistano la buona e la cattiva storiografia, la buona e la cattiva inchiesta. Il “negazionismo” mi pare pessima storiografia: negare l'Olocausto è un'aberrazione.

CANZANO 6- Senza retrodatare troppo la ricerca sull’informazione politica italiana (Pansa si rifà alla resistenza) ci sono nel nostro ‘passato prossimo’ pagine da riscrivere?

MELLONE – Il ruolo degli apparati dello Stato negli anni Settanta è tutto da riscrivere.

BIOGRAFIA
Editorialista de Il Messaggero e di E-Polis. Ha conseguito il dottorato in sociologia della comunicazione all’Università di Firenze, e svolge attività di ricerca in scienza politica presso la Luiss “Guido Carli” di Roma. Ha pubblicato diversi saggi di analisi dei partiti e di comunicazione politica su riviste italiane e internazionali. Autore dei libri L'Apparenza e l'Appartenenza. Teorie del marketing politico (con Bruce I. Newman dell'Università di Chicago) e Dopo la Propaganda (2008). Convinto di possedere una vena narrativa repressa, va per questo fiero del racconto su Rino Gaetano apparso nell’antologia Vite Ribelli (2007). Ha scritto anche Dì Qualcosa di Destra. Da “Caterina va in città” a Paolo Di Canio (2006), considerato una piccola bibbia dell’immaginario della nuova destra, e Cara Bombo… Berlusconi spiegato a mia figlia (2008).

giovanna.canzano@email.it

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