Un Papa sulla via del tramonto

di Giovanni Sarubbi

Un eterno incompreso in lotta con il mondo. E’ questa l’immagine che viene fuori da una lettura attenta della lettera che Papa Benedetto XVI ha inviato a tutti i vescovi cattolici del mondo sulla vicenda della revoca della scomunica ai 4 vescovi lefebvriani della Fraternità san Pio X.
Un eterno incompreso che ha però l’arroganza di sentirsi più importante di quel Dio dietro cui si nasconde e in cui ha evidentemente ben poca fiducia se giunge a paventarne la scomparsa. “Il vero problema in questo nostro momento della storia – scrive Benedetto XVI – è che Dio sparisce dall’orizzonte degli uomini e che con lo spegnersi della luce proveniente da Dio l’umanità viene colta dalla mancanza di orientamento”. Quanta superbia in queste parole, quanta mancanza di fede in quel Dio di cui si dice di essere Vicario. Può scomparire Dio per chi in esso crede? O a scomparire è il dio costruito ad immagine e somiglianza dei Papi e della struttura sacerdotale attorno ad essi edificata? Che Dio è quello che rischia di sparire, se non il Dio che si ciba dei peccati degli uomini e che con essi si ingrassa? E ancora, si può credere ad un Dio di tale fatta?
Ma questa lettera di Benedetto XVI è anche una dichiarazione di incapacità a ricoprire il ruolo di Papa che è certo molto diverso da quello di “professore di teologia” o di castiga-eretici. E' la lettera di un Papa sulla via del tramonto che nessuno rimpiangerà.
E’ poco credibile un Papa fine teologo che è costretto più e più volte a spiegare le proprie posizioni, a correggere e ricorreggere cose dette, a chiedere scusa, prima ai musulmani, poi agli ebrei, ora ai Vescovi. E’ poco credibile un Papa che non capisce e guarda con terrore alla discussione veemente scatenata nella chiesa dalla remissione della scomunica ai Vescovi ordinati da Lefebvre. E’ poco credibile un papa alla disperata ricerca di obbedienza, di una obbedienza assoluta derivante dal suo essere “successore di Pietro”, investito quindi di un ruolo sacrale che i papi stessi si sono cuciti addosso.
Noi non crediamo sia credibile che un Papa ricorra al ruolo dell’eterno incompreso per governare la Chiesa. E’ un ruolo che per essere recitato ha la necessità, fra l’altro, di alte capacità sceniche di cui Benedetto XVI non è dotato. Il suo sguardo glaciale e la sua fama di fine teologo rendono non credibile questo suo vero e proprio piagnucolare che si legge distintamente in questa lettera.
Così come sono veramente ridicole le sue preoccupazioni per la riconciliazione nella chiesa che è stata però esercitata solo con la Fraternità san Pio X. E con tutti quelli che lui ha buttato fuori dalla chiesa cosa si fa? Cosa si fa nei confronti dei divorziati risposati, dei gay, dei centomila preti sposati, dei tanti teologi della liberazione buttati fuori senza tanti complimenti?
La riconciliazione che Ratzinger ha praticato è a senso unico. E’ una riconciliazione che vuole riportare nella chiesa cattolica chi ha idee naziste e antisemite, chi vuole le crociate contro l’islam e i roghi per gli ebrei. E’ una riconciliazione che vuole trasformare la Chiesa Cattolica in una setta come è quella della Fraternità san Pio X. Altro che riconciliazione.
Se Ratzinger volesse veramente la riconciliazione si adopererebbe per la convocazione di un vero concilio ecumenico a cui dovrebbe invitare tutti i cristiani; ridarebbe la voce al popolo di Dio, rimetterebbe al centro della vita della Chiesa i poveri e si libererebbe di qualsiasi ruolo sacrale e dei suoi presunti primati che con il Vangelo di Gesù non hanno nulla a che vedere.
Sponsorizzare una setta antisemita ha poco a che vedere con l’ecumenismo, con il dialogo interreligioso, con la pace e i destini dell’umanità. Ma ha molto a che fare con la guerra, l’odio e la violenza.
A tutto questo non si può che dire No grazie! (ildialogo.org)
Giovanni Sarubbi

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