Usare la logica per diminuire le spese può aiutare a ridurre i tagli: la svolta e l’esempio del Consolato Generale di Toronto

Si parla tanto, e a ragione, di rendere più funzionali i Consolati, ma, nello stesso tempo, e in palese contraddizione, si tagliano i finanziamenti ad essi destinati.
I tagli sono stati effettuati, si badi bene, ancora prima che il mondo si accorgesse di essere precipitato (o di essersi autoprecipitato?) in una crisi di dimensioni storiche. Comunque sia, la logica è sempre la medicina più adatta, e questo vale specialmente in periodi di crisi.
Usare la logica è quanto sta facendo il Consolato Generale di Toronto, in uno sforzo teso a razionalizzare le proprie operazioni, a partire dalla bonifica dell’anagrafe consolare e dall’anagrafe unica.
Si tratta di un problema sentito e, soprattutto, sperimentato nel corso di due elezioni a distanza ravvicinata.
Come ha fatto presente il Console Generale Gianni Bardini nel corso di una mia visita, la bonifica dell’anagrafe consolare rappresenta “un lavoro fondamentale e poderoso che richiede tempi lunghi e risorse dedicate”, quindi adeguati finanziamenti a valere sul capitolo 3031.
Bardini – che, seppur fresco di mandato, ha già messo la sua impronta positiva nella comunità, grazie a una carica inesauribile di energia – afferma che il lavoro è stato già impostato in modo efficace; tuttavia, senza interventi adeguati, l’investimento è inevitabilmente destinato a essere vanificato, con il risultato che, alla prossima tornata, ci ritroveremo in condizioni simili al passato.
La medicina? Ovviamente l’intervento ministeriale, su questo non ci sono dubbi.
Ma altre economie possono essere realizzate migliorando, nel contempo, altri servizi.
Primo, l’attivazione dell’anagrafe unica che, afferma Bardini, “a quanto mi risulta, è a uno stadio avanzato sul piano tecnico, visto che i Comuni sono già intercollegati”. Si tratta di mettere in rete tutti i Comuni con la rete consolare, per cui le registrazioni verrebbero effettuate in tempo reale risparmiando carta, comunicazioni e tempo (quindi, denaro), evitando poi le attuali differenze fra un’anagrafe e l’altra, differenze talora minime (come il semplice scambio fra una “J” e una “Y” in un indirizzo o un codice di avviamento postale) ma tali da ritardare o impedire la consegna di un plico.
Altra fonte di risparmio: la digitalizzazione degli archivi, cosa che eviterebbe la custodia di montagne di originali e copie di documenti. Il progetto, da tempo allo studio del Ministero degli Affari Esteri, sembra essersi arenato. Eppure, i costi sarebbero riassorbiti in tempi molto brevi, in termini di ore-lavoro e, dopo tale fase, i risparmi diventerebbero notevoli. In proposito Bardini offre delle cifre: “Nel caso nostro il costo di una digitalizzazione completa e del suo mantenimento sarebbe di circa 11.000 euro. Considerando che essa permetterebbe di recuperare altre mansioni o risparmiare il lavoro di almeno due impiegati di ruolo, il riassorbimento della spesa avverrebbe in meno di sei mesi”. Ovviamente, dopo tale fase si avrebbero considerevoli risparmi di fondi con parallelo aumento dell’efficienza.
Ed è proprio sull’efficienza che il Consolato Generale di Toronto sta facendo affidamento, con il contributo importante del Console Aggiunto Veronica Ferrucci che – in tutta sincerità – vorremmo tenerci per sempre a Toronto ma che, purtroppo, dovremo un giorno veder partire. Sull’esempio degli uffici pubblici di impianto anglosassone, la sede diplomatica – con l’apporto, che pure è doveroso menzionare, del responsabile dell’organizzazione interna Marco Graziosi, che si avvale dell’esperienza maturata in Australia – ha istituito una serie di sportelli per il pubblico dietro i quali siedono altrettanti impiegati in grado di fornire immediatamente le informazioni, esaminare la documentazione e prenderla in consegna, puntualizzare subito eventuali carenze, al punto che tante pratiche che non richiedono esami o accertamenti successivi, possono essere sbrigate di presenza; in qualsiasi caso, visto che l’utente viene informato subito di ciò che deve fare, il numero delle visite viene ridotto al minimo.
Sono finiti, in pratica, i tempi delle lunghe file di persone in attesa davanti a un solo impiegato addetto alla reception. E sono finiti, finalmente!, i tempi in cui quando un concittadino decideva di recarsi per una qualsiasi questione in Consolato doveva scoprire quasi subito che in quel giorno aveva sbagliato tutto oltre che a sentirsi apostrofare dall’impiegato di turno un poco cortese “ma lei cosa vuole”? “L’ufficio e’ chiuso, torni domani!”
Oggi invece, oltre ad una piacevole cortesia degli impiegati, i nostri concittadini si trovano anche a che fare un computer dotato di “schermo di tocco” sistemato all’ingresso e collegato a una stampante che consente al cittadino di attingere informazioni e stamparsi i moduli. Dopo le titubanze iniziali, specie da parte degli assistiti più anziani o poco versati in materia di computer, l’iniziativa sta prendendo piede. “Per tante persone è stato un po’ come imparare a usare il Bancomat – ha osservato Bardini – con tutte le titubanze iniziali che, piano piano, stanno gradualmente sparendo”.
Insomma, come dicevamo nel titolo: finalmente un Consolato che funziona ed un esempio da seguire.
La bella favola però non è destinata a durare nel tempo. Ci sta pensando il Governo Berlusconi e il Ministero degli Esteri con i tagli scellerati apportati a tutti i capitoli degli italiani all’estero. Tagli che mettono in serio pericolo la sopravvivenza stessa dei Consolati. Un solo esempio per capire. Quest’anno il Ministero ha ridotto da 200mila a soli 130mila Euro i fondi incomprimibili per il funzionamento del Consolato di Toronto (spese di telefono, riscaldamento, ecc). Paradossalmente queste spese “incomprimibili” potrebbero in realtà essere ridotte (come la voce “riscaldamento”). Ma per ottenere questo sarebbe necessario dedicare un po’ di attenzione alle strutture fatiscenti del Consolato, spendendo un po’ di soldi che non ci sono. Peccato. Il clima canadese non è certo di tipo “mediterraneo”. Cosicché c’è la quasi certezza che il prossimo inverno il Consolato di Toronto dovrà chiudere. Altra occasione persa per l’Italia per mettersi al passo degli altri Paesi più avanzati del nostro in termini di una più moderna ed efficiente presenza delle nostre rappresentanze all’estero.

Gino Bucchino
Deputato della circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America

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