Il web e la Casa Bianca

Il miglior omaggio all'Internet, vero motore primo e protagonista di tutto il lunghissimo periodo delle votazioni primarie, prima, ed ora della presidenza Obama, viene da Barack Obama stesso, che nel suo libro The audacity of Hope si sofferma a narrare la sua visita alla sede centrale di Google, in California.
“…Larry mi condusse in una stanza dove un' immagine tridimesionale della terra rotava su un largo schermo piatto. Larry chiese ad un giovane ingegnere indiano-americano che lavorava lì vicino di spiegare cosa stavamo guardando. “Queste luci rappresentano tutte la ricerche in atto in questo momento,” disse l' ingegnere. “Ogni colore è un lingua diversa. Se muoviamo l' interruttore in questo modo,” fece in modo che lo schermo si muovesse, “si possono vedere i tipi di traffico dell' intero sistema Internet”. L ' immagine era affascinante, più organica che meccanica, era come se brillassero le prime fasi di un qualche processo evolutivo in accelerazione, in cui tutti i confini fra uomini, nazionalità, razza, religione e ricchezza diventassero invisibili ed irrilevanti, cosicché il fisico di Cambridge e l'operatore di borsa di Tokio, lo studente di un remoto villaggio indiano, ed il direttore di un grande magazzino di Mexico City fossero immessi in una singola, costante, ininterrotta conversazione, e tempo e spazio facessero posto ad un mondo intessuto interamente di luce…” .
Scienza e tecnologia cambiano il mondo e le relazioni umane dunque, ed innanzi tutto, ora cambiano il modo di far politica, per quanto riguarda la comunicazione con i cittadini elettori, che sono in definitiva quelli che decidono chi deve governare.
Passano in seconda linea stampa e televisione, che sono la manifestazione di emittenti che, secondo le leggi del libero mercato, si rivolgono a fasce di pubblico residenti in zone definite, e non consentono la immediata, diretta partecipazione alla evoluzione del pensiero in discussione. Il web ha creato dei modi di comunicazione cui chiunque può partecipare in modo personale e diretto in tempo reale. Una delle tante manifestazioni di questo fenomeno è la fioritura dei giornali online, che hanno un pubblico in crescita costante.Un canale come You Tube, inoltre, funziona da archivio di tanti video e pubblicazioni, a disposizione di tutti, a qualunque ora del giorno, superando tutte le differenze di fuso orario del globo.
Ed ecco che il Presidente B. Obama, che per età ed esperienza di vita sa molto bene tutto questo, introduce alla Casa Bianca una squadra di esperti della comunicazione web.
Come riportato in un articolo di La Repubblica online, è stata annunciata ufficialmente la nascita di un gruppo Internet con il compito di supervisionare e rinnovare la comunicazione ufficiale della presidenza USA tramite web. Il capo del gruppo è Macon Phillips, che aveva già firmato il sito internet del futuro Presidente, sito ora confluito in quello della Casa Bianca, e tutte le comunicazioni online, strumenti primi del risultato dell'elezione di novembre.
La comunicazione con il movimento di base dei cittadini, alla cui formazione ed organizzazione sono state dedicate imponenti forze durante la campana elettorale, sarà diretta da Katie Stanton, una ex manager di Google. Dopo un passato di manager a Yahoo, dove aveva contribuito allo sviluppo di Yahoo finanza, la Stanton aveva supervisionato le iniziative web ed i blog legati alla campagna elettorale.
Se è vero che in Europa introduciamo a distanza di qualche anno quello che succede negli USA, è prevedibile che, fra qualche anno, anche le nostre campagne elettorali, ed i risultati delle votazioni amministrative e politiche, saranno decisi dall'uso del web anziché dalla televisione e dai giornali a stampa, come è stato finora.
Dunque largo ai giovani cresciuti nel web, purché dotati di cultura e sensibilità in grado di riflettere sulle loro esperienze, di usarle per comunicare con parole ed immagini i problemi e le proposte di soluzione in funzione di un mondo migliore, più solidale, meno egoista, meno spietato e feroce con perdenti, attento alle esigenze di tutti, e non solo di pochi fortunati felici. Un mondo, insomma, consapevole del fatto che la democrazia è qualcosa di più degli interessi di un ristretto gruppo votato da tanti che guardano la televisione.

emedoro@gmail.com
24 febbraio 2009

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