IL MALE OSCURO

(Il buio dentro di noi)

A inizio secolo, uno Stivale ingessato, incerto, confuso, arretrato, scasciato, demotivato, imbrogliato, annebbiato, sdrucito, sdrenato, inceppato, sfessato ………………………. svogliatamente, decide di fare, forse, qualche riforma.

Si spera che le riforme non siano ad personam, che siano efficaci, e fatte con realismo e serietà.

L’ Italiano tipo di inizio secolo, un po’grigio, un po’ addormentato, talora sfinito, sgovernato, rassegnato, malandato, non ha ancora capito l’ essenziale: che il Male Oscuro sopravvenuto ha cancellato la riflessione lucida, messo in dubbio le capacità di gestione rigorosa, addormentato la determinazione, sfiaccato le strutture dello stato, deviato le formae mentis………..

Mala Tempora currunt. La speranza, che in genere é l’ultima a morire, é ormai sotterrata………. vista l’ insipienza, la leggerezza, le difficoltà degli Italiani del XXI secolo, di ………. guardare in faccia la realtà.

Realtà, che é piuttosto grigia. Si spera che non diventi nera. Realtà che si potrebbe meglio capire, con molti sforzi, senza i soliti paraocchi, con un po’ di buon senso, con un po’ di chiarezza mentale, ma soprattutto guardando all’ Europa.

Una società ove son troppo frequenti: ruote inceppate, pantani diffusi, meccanismi obsoleti.

Ma quali sono le caratteristiche sociali del sistema Italia, all’inizio del secolo XXI ? Dal di fuori si vede una società ove:
a) l’ ipocrisia é stata elevata al rango di qualità diffusa; b) il doppio linguaggio, la tripla verità, son divenuti condizione di vita; c) l’ irresponsabilità, l’ approssimazione, la complicità sono divenute aria che si respira. Una società simile (l’ eccezione in U.E.) ha celebrato i funerali della Verità (quella che ha due catteristiche: l’ unicità, la chiarezza).

A causa della scomparsa della Verità, nella società va scomparendo anche, in ambito sociale, il realismo. Il problema sembra legato al fatto che la cosa non è notata. Per cui, ufficialmente, il realismo è sempre presente……..

Quando non c’ é più realismo, che é sostituito da un po’ di faciloneria, in una società puo’ succedere che i principi enunciati, le leggi decise, gli obiettivi dichiarati, rimangano sulla carta. Per mancanza degli strumenti di applicazione degli stessi, sociali o mentali.

Ecco il nostro problema: prendiamo la decisioni sociali, come se questo bastasse. Dimenticandoci, per mancanza di realismo e di riflessione lucida, di individuare i relativi strumenti applicativi.
Guardiamo la società italiana di oggi. Qual’ é il tasso di successo di tante belle decisioni annunciate ? A ognuno la sua risposta.

Poi il diffondersi di meccanismi arrugginiti nella società. La qual cosa ha portato un popolo facile e flessibile ad adattarsi al doppio scenario: uno stato che funziona male (sempre peggio), ma a cui si è rassegnati, ed una rete di allacci personali, informali se non nascosti, più capaci di levarti d’ impaccio.

Alcuni poteri emigrano, sempre più, dal primo al secondo scenario. Purtroppo, simultaneamente, il sistema Italia comincia ad essere incerto, poi inaffidabile, insicuro. Un sistema sociale cosi, in un Paese realista, sarebbe rimodernato, perfezionato, migliorato. Ma la stessa cosa non può avvenire in un Paese ove il realismo e la coerenza si sono nascosti, in anfratti inaccessibili.

L’ incertezza attuale del sistema Italia, gli intoppi, i grippaggi, gli imprevisti, derivano, fra l’ altro anche da questo: i poteri dei clans, delle cordate, delle gangs talvolta, non sono sempre compatibili, né fra loro né col sistema sociale del Paese. E purtroppo essi sembrano in aumento. In un Paese che perde colpi, tanti cercano un riparo, una sicurezza. E’ umano. E, a chi cerca una cordata sicura, un riparo, i poteri nascosti offrono, sornioni, un appiglio. Chiedendo in cambio un voto o un gruppo di voti, un lavoretto, un’ associazione. Conseguenze ovvie: inefficienze, aumento degli insuccessi sociali, aumento dei costi, perdita di competitività. E le tasse aumentano…., ma potrebbe essere altrimenti ?

Se il potere è in grado di deformare la verità, di offrire un’ altra versione della stessa, di nascondere i propri obiettivi (inclusa la lunga conservazione del potere), allora siamo caduti in basso: allora siamo sull’ orlo del burrone latino-americano……

Pretendere, in un quadro sociale simile, di continuare ad essere competitivi: sembra questa la sfida attuale del sistema Italia. La cosa si può valutare in due modi: da Italiani, si dice “speriamo di farcela”, è ciò che si può dire quando non c’ è realismo, quando non si discutono le correzioni necessarie (per divenire un Paese europeo, maturo, efficiente). Da europei si direbbe invece: andate a comprarvi il realismo in Europa, allora ci sarà, forse, un po’ di speranza. A fronte di una sfida simile, troppo difficile per un popolo immaturo o incapace di progettarsi un futuro, si diffondono: insoddisfazioni, scetticismo, incertezze, sfiducia e… disoccupazione. Non é questo lo scenario che spingerà investitori e imprenditori a restare in Italia……

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La stoltezza ha piedi leggeri e non sfiora la terra, ma cammina sulla testa degli uomini, per la loro rovina. Se li prende uno a uno, quando più le piace (L’ Iliade, Omero).

“Al posto delle leggi, abolite, se dipendesse da me, ne metterei una sola”, disse Grascia. “Perché nessuno più si lamenti, basterebbe, ….. , questa sola legge: Ogni Italiano ha il diritto di andarsene” (da “Vino e Pane”, di Ignazio Silone).

Diogene, colla sua lanterna, ha girato a lungo per il Bel Paese. Sta ancora cercando la serietà, il realismo, la riflessione obiettiva. In compenso ha trovato che la superficialità, nella società, non é un demerito; ed anche che alcune verità cambiano di colore ogni giorno. Ha poi scoperto che la società italiana é più capace di distruggere che di costruire. Sembra proprio che abbia smesso di cercare….

MEMENTO. Giugno 1943, il Corriere della Sera pubblica il fondo del dirett. Mario Borsa, che parla del referendum sulla monarchia. Esso finisce con questo paragrafo. Citazione: “…. Paura di che ? Del famoso salto nel buio ? Lo credono i nostri lettori: il buio non è nella Repubblica o nella Monarchia. Il buio, purtroppo, è in noi, nella nostra ignoranza, o indifferenza, nelle nostre incertezze, nei nostri egoismi di classe o nelle nostre passioni di parte”. Fine della citazione.
Mario Borsa non immaginava, pubblicando tale frase, che essa sarebbe stata molto più appropriata per la società italiana dell’ inizio del XXI secolo. Lo ha capito ora, dall’ altro mondo.

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