LE VERITA’ SISTEMATICAMENTE OCCULTATE DA MI MANDA RAI 3

Le verità sulle Poste italiane sistematicamente occultate da Mi manda Rai Tre sono emerse, in tutta la loro gravità, nel corso della trasmissione del 12 dicembre scorso così anticipata dal televideo Rai: “… e infine i disservizi delle Poste Italiane”.
Un dibattito inconcludente in cui sono affiorate delle palesi inesattezze ed una palese ignoranza persino negli addetti ai lavori, i quali, anziché affrontare nel concreto i disservizi esposti (ben pochi rispetto alla realtà) e prendere i necessari provvedimenti nei confronti di chi reca danno tanto agli utenti quanto all’immagine dell’azienda, hanno gettato fumo negli occhi, consenziente il conduttore, senza garantire alcuna azione seria per migliorare i servizi.
Mi manda Rai Tre ha tenuto ben celato e nascosto che Poste italiane è libera, ad esempio, di violare macroscopicamente la “Carta della qualità” dei prodotti postali che ha tra gli obiettivi principali quello di “stabilire un rapporto di fiducia con la clientela, basato su un’informazione semplice, comprensibile e su impegni precisi”, “Carta della qualità “ dei prodotti postali ritenuta “un vero e proprio contratto” che Poste italiane ha stipulato con i clienti “impegnandosi concretamente”.
Che Poste italiane è lasciata altrettanto libera di non osservare un regolamento da essa stessa stilato che garantisce di risolvere le controversie “con regole semplici e trasparenti”; di poter ritenere carta straccia le raccomandazioni della Commissione Europea nonché i suggerimenti del Mediatore Europeo; di poter frodare, doppiamente, il cliente già danneggiato con abusi, soprusi, con metodi arbitrari come la prevaricazione dell’uomo sull’uomo, avvalendosi, in modo meschino, della legge antidemocratica del più forte.
Che il Direttore Generale per la regolamentazione del Settore Postale (Ministero delle Telecomunicazioni) può prima fingere di interessarsi ad abusi, violazioni, soprusi, eccetera, e poi lavarsene e rilavarsene le mani lasciandoli cadere tutti nel vuoto a scapito di un utente già colpito da Poste italiane in tutti i sensi.
Che la Direzione Communication di Poste italiane può prendersi gioco – a ben 17 mesi e mezzo di distanza da quando è stata chiamata in causa da un’associazione dei consumatori altrettanto colpevole – di un cliente già vessato, anziché dare delle risposte esaustive come avrebbe dovuto, giungendo addirittura a falsificare la ragione del contendere cambiando le carte in tavola.
Mi manda Rai Tre ha tenuto altresì ben celato e nascosto che il ministro Renato Brunetta, non prendendo posizione contro abusi, soprusi, arbitri, reputa civile e democratico che Poste italiane si faccia forte del fatto che un cittadino che non possa permettersi un legale (quando per tanti è già difficile arrivare alla fine del mese) oltre al danno, sia economico, sia morale, sia esistenziale, debba subire anche l’umiliazione della beffa.
Che il ministro Brunetta ha sbugiardato se stesso per non aver rispecchiato, con i fatti, quanto da lui stesso affermato, ovvero che “non si può illudere la gente” e che “è poco serio giocare con la vita delle persone”.
Da tutto ciò non si può scindere che, per legge, “è obbligo inderogabile” di tutti i giornalisti (quindi anche di Andrea Vianello, conduttore di Mi manda Rai Tre) “il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”, e che la stessa legge impone che “giornalisti e editori” (Rai non esclusa) “sono tenuti… a promuovere la fiducia tra la stampa e i lettori”: esattamente l’opposto dell’omertà posta in atto da Mi manda Rai Tre.
Quali provvedimenti prenderanno i vertici della Rai per il ripristino della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede?
Al di là di una legge che lo impone, mireranno a promuovere la fiducia tra la Rai e chi il canone, volente o nolente, è comunque costretto a pagarlo, o si faranno forti di ciò?

(Per contattare l’autore: Silvano Strazza – Casella postale n. 1141 – 16121 Genova Centro)

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