di Chiara Buongiovanni
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La sanità elettronica registra un importante momentum, forte di un interessante fermento ai diversi livelli. Da un lato c'è la volontà politica, formalizzata in tempi e risorse nel Piano industriale dell’Innovazione, dall’altro l’impegno del territorio che si organizza in nuove forme, sospinto da una base di innovatori che propongono metodi, soluzioni e know-how pronti per essere sistematizzati e trasferiti.
Il Ministro Brunetta, nei giorni scorsi a Cernobbio, ha promesso che la sanità elettronica non è un sogno, ma un Piano per il quale il suo Ministero sta lavorando con il Welfare, l’Inps e il Ministero del Tesoro e che passerà dalla Conferenza unificata Stato-Regioni, fissando al 2010 la scadenza di questa azione di innovazione congiunta.
Su Saperi PA trovi gli altri dettagli sul Piano Industriale per l'innovazioneIl Piano per la sanità elettronica rientra nel più ampio Piano industriale per l’innovazione, presentato a Roma la scorsa settimana. Le misure per la Sanità sono esplicitate in 5 aree di intervento, per ciascuna delle quali sono definite le risorse finanziarie destinate e le scadenze peri attuazione, come segue:
Rete dei medici di base (32 milioni di euro): connettere in rete tutti i medici di base entro giugno 2010
Fascicolo Sanitario Elettronico – FSE (21 milioni di euro): realizzare l’FSE entro giugno 2009
Certificati di malattia digitali (22 milioni di euro): realizzare il servizio entro dicembre 2009
Ricetta digitale (13 milioni di euro): in 4 contesti regionali (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia) entro giugno 2009
Prenotazioni on line (10 milioni di euro): realizzare un sistema sovra-regionale (Umbria, Emilia-Romagna, Veneto, Marche e Provincia autonoma di Trento)
Pochi giorni prima della “promessa” di Brunetta a Cernobbio, a Venezia si riuniva il neo-costituito Tavolo permanente per l’Innovazione in Sanità, che – con la promozione di Federsanità ANCI e di FORUM PA – ha visto l’impegno di 50 Direttori generali di aziende sanitarie e 20 rappresentati delle Regioni – con la collaborazione dei principali player del mercato ICT sanitario (Cisco, PosteItaliane, SAP, HPS, TSystems, Intel) – per la definizione di strategie operative da attivare sui territori e proposte strategiche da presentare agli interlocutori politici. Il Tavolo oltre a produrre proposte operative finali, raccolte in un documento di sintesi che sarà on line la prossima settimana, ha definito un nuovo metodo di lavoro, essenzialmente bottom-up, che andrà a saldarsi allo sforzo top-down del Governo, mentre il livello regionale è stato unanimemente riconosciuto come “focale” nel nuovo approccio all’innovazione in sanità.
Su Saperi PA trovi materiali di approfondimento sul Tavolo permanente per l'innovazione in sanità
In questo contesto si apre uno spazio importantissimo per la governance di una innovazione tecnologica che sia finalemente pro-attiva e ancorata alla fattibilità. Si delineano gli strumenti per fare della sanità elettronica una “soluzione” orientata ai problemi che vuole risolvere e non una “soluzione tout court”. Da un lato, dunque, emerge la centralità della figura del DG, di cui ancora a lungo parleremo, dall’altro l’apertura alla condivisione di strategie e programmi da parte del livello centrale, che, nelle parole di Paolo Donzelli (DIT), intervenuto a Venezia, ha invitato il Tavolo dei Direttori generali a partecipare ai lavori del Tavolo permanente per la Sanità elettronica, istituito presso lo stesso DIT, a cui già siedono il Ministero della Salute e le Regioni.
Mentre vi promettiamo per la prossima settimana gli approfondimenti sui lavori di Venezia del Tavolo permanente per l’Innovazione in Sanità, vi proponiamo in anteprima video l’intervento di apertura di Daniele Cortolezzis, della Commissione nazionale per l’Innovazione Federsanità, in cui si definisce il framework, individuando punti di forza e criticità per un processo di innovazione sistemica. Riconoscendo che la chiave di volta è nella capacità dei DG delle aziende sanitarie di interpretare il loro ruolo, favorendo l'innovazione e ponendosi come soggetto qualificato nel dialogo con Regioni e Governo, si lancia ai presenti la sfida: Perché no?